23 febbraio 2024

Lisbona: il nuovo Gulbenkian Centro de Arte Moderna firmato da Kengo Kuma

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Riaprirà a settembre, con una mostra e una installazione site specific di Leonor Antunes, il nuovo CAM – Centro de Arte Moderna Gulbenkian di Lisbona firmato dall'archistar giapponese Kengo Kuma

CAM - Centro de Arte Moderna Gulbenkian (render) © KKAA

Il CAM – Centro de Arte Moderna Gulbenkian di Lisbona riaprirà al pubblico il 20 settembre 2024, dopo un ampio progetto di ristrutturazione e ammodernamento guidato da Kengo Kuma. Si tratta del primo progetto firmato dall’acclamato architetto giapponese in Portogallo e l’operazione non è stata semplice: l’edificio originale del CAM risale al 1983 e fu progettato dall’influente architetto britannico Sir Leslie Martin.

Il Centro è immerso nel verde, in un grande campus multidisciplinare composto da edifici degli anni ’60, eredità del collezionista e filantropo di origini armene, naturalizzato britannico, Calouste Gulbenkian (1869 – 1955), imprenditore attivo, in particolare, nel campo petrolifero. Tra gli uomini più ricchi dell’epoca, conservava la sua collezione nella sua abitazione di Parigi e nel 1936 prestò varie opere alla National Gallery di Londra e le sue sculture egizie al British Museum.

«Questo autunno, il CAM ritornerà sotto una veste completamente nuova. Basandosi su 40 anni di storia e su una vasta collezione d’arte, mira a essere un rifugio per i progetti artistici più audaci e un luogo in cui le persone possono integrare l’arte nella loro vita quotidiana», ha dichiarato Benjamin Weil, Direttore del Centro. «La ricerca e la collaborazione con il campus saranno fondamentali per dare forma al nostro programma orientato al pubblico, così come l’inclusione di altre voci, come lo Youth Advisory Group, per contribuire a promuovere i cambiamenti sociali».

Oggi il CAM struttura ospita la prestigiosa collezione di arte moderna e contemporanea avviata fin dal 1958 dalla Fondazione Calouste Gulbenkian, istituita dopo la morte dell’imprenditore. Orientata verso l’arte modernista del XX secolo, la Collezione comprende un consistente nucleo di opere d’arte britanniche, che forniscono uno spaccato completo della creazione artistica nel Regno Unito tra la fine degli anni Cinquanta e la metà degli anni Sessanta, come David Hockney e Bridget Riley.

Un altro insieme comprende opere degli anni ’20 di artisti francesi che svilupparono legami con artisti portoghesi, come Robert e Sonia Delaunay, o vari artisti vicini alla pittrice portoghese Maria Helena Vieira da Silva e a suo marito, il pittore Arpad Szénes, come Bissière, Soulages, Torres Garcia, Zao-Wou-Ki. Tra gli altri artisti internazionali rappresentati, anche Christo, Jan Voss e Arshile Gorky e una serie di 31 opere irachene acquisite negli anni ’60 nel contesto delle attività filantropiche svolte dalla Fondazione Calouste Gulbenkian in Iraq. Inoltre, la collezione della Fondazione è considerata come la più importante raccolta di arte portoghese del XX secolo, con più di 2mila opere dal 1900 al 1969.

La riprogettazione dell’edificio da parte di Kuma si ispira all’Engawa, un passaggio riparato tipico delle abitazioni giapponesi, considerato né totalmente interno né totalmente esterno. La struttura è stata integrata ai giardini circostanti, secondo la visione di Kuma di «Un’architettura fluida e umana» (come nel caso del progetto di Kengo Kuma Associates e di Stefano Mancuso per un centro polivalente a Milano, nell’ex area Rizzoli)
e in risposta all’impegno del CAM di stabilire una maggiore connessione tra l’edificio, il giardino e la città. Accessibili attraverso un nuovo ingresso, i giardini sono stati estesi per creare una foresta urbana ideata dal paesaggista Vladimir Djurovic. Una grande tettoia rivestita in piastrelle bianche dalle linee morbide e organiche segnerà la facciata del nuovo edificio e trasformerà il suo ingresso principale in un’area di passaggio tra il CAM e il giardino, pensata per la socializzazione dei visitatori.

«Per il CAM creeremo una fusione perfetta, dove architettura e natura conversano in armonia. Ispirati dall’essenza dell’Engawa, sveliamo una nuova narrativa all’aperto, invitando i visitatori a rallentare e a fare proprio questo spazio. L’idea di morbidezza e transizione si estende agli interni CAM dove abbiamo creato nuovi spazi per sottrazione, replicando il collegamento dell’edificio al giardino e alla luce esterna», ha dichiarato Kuma.

Dopo la risistemazione degli spazi da parte di Kengo Kuma, il CAM continuerà a ospitare un’importante collezione di circa 12mila opere, tra dipinti, sculture, installazioni, disegni, stampe, fotografie e film di alcuni degli artisti più famosi del Paese, come Helena Almeida, Paula Rego e Maria Helena Vieira da Silva.

In occasione della riapertura sarà presentata anche un’ampia mostra con un’installazione site-specific dell’artista portoghese Leonor Antunes, composta da una grande scultura calpestabile su pavimento e una serie di sculture in dialogo con le opere di altre artiste scelte dalla stessa Antunes. «Ho accettato l’invito di Benjamin Weil a curare una mostra di opere della collezione CAM contemporaneamente alla mia mostra personale. Il progetto ha senso per me, non solo perché è in linea con la mia pratica, ma posso anche essere circondato da artisti che sono stati e continuano ad essere importanti per il mio sviluppo come artista», ha commentato Antunes.

Il CAM presenterà anche spazi dedicati all’arte sonora, alle opere su carta, all’educazione e alla didattica e alle arti dal vivo, nonché una nuova galleria sotterranea, uno shop e un ristorante guidato da David Jesus, ex sous-chef del ristorante stellato Michelin di Lisbona Belcanto.

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