08 luglio 2021

Storia di un minuto: dal Padiglione Italia ai territori resilienti post sisma

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La sezione del Padiglione Italia “Storia di un minuto” presenta un calendario di tavole rotonde e laboratori per raccontare la storia delle comunità resilienti nei territori post-sisma:

Antonio Ottomanelli, La prima casa in cui il cavallo andrà sarà nel vuoto, still da video, L'Aquila, 2021, courtesy l'autore

La storiografia è il racconto di processi tanto diluiti nel corso del tempo quanto definiti nelle attitudini ma che, quando si incrociano, creano cesure, sfociano in episodi segnanti. E poi ci sono i momenti, le situazioni poco prevedibili che emergono improvvisamente e durano 60 secondi, qualcuno in più o in meno, destinate a sconvolgere le vite degli individui, le conformazioni del territorio, le percezioni dello spazio e della quotidianità, riflettendosi su un periodo lunghissimo. Sono i terremoti, vibrazioni provenienti dalle profondità della terra, che mettono a nudo non solo la fragilità del paesaggio antropico ma anche tutte le connessioni che lo attraversano. Una storia dell’Italia non potrebbe non essere scandita anche dal racconto di eventi del genere ed è a questo contesto, che coinvolge aspetti tanto sociali quanto politici, architettonici, urbanistici, collettivi e individuali, che è dedicata “Storia di un minuto”, sezione espositiva ideata da Alessandro Gaiani, Emilia Giorgi, Guido Incerti, per il Padiglione Italia curato da Alessandro Melis alla 17ma Biennale di Architettura di Venezia.

Al centro del progetto, le comunità resilienti che si sono sviluppate nei territori colpiti dai sismi, in particolare quelli avvenuti in Italia dal 2009 a oggi, dall’Aquila all’Emilia-Romagna all’Appennino del Centro Italia. Ad ampliare la ricerca, che riguarda le vulnerabilità della penisola, i lavori di tre artisti, ognuno relativo a un territorio specifico: Göran Gnaudschun a Onna, commissionato dal Goethe-Institut Italia in collaborazione con Onna ONLUS, Alessandro Imbriaco nella zona di Ussita e Antonio Ottomanelli all’Aquila.

«La sezione “Storia di un minuto” diviene il luogo di costruzione di un’architettura vivente, in movimento, i cui elementi strutturali sono gli esseri umani e i propri diritti, in relazione con il paesaggio naturale e artificiale», spiegano Gaiani, Giorgi e Incerti. «Al centro mettiamo le persone che vivono, lottano, definiscono nuove pratiche di autorganizzazione per immaginare forme inedite di collaborazione sociale e di riappropriazione dello spazio. Dove la resilienza si fa resistenza».

A margine dell’esposizione, è in corso un programma che, fino a ottobre, attiverà una serie di conferenze e laboratori a Venezia e nei territori del sisma. «Perché ora è più che mai essenziale disegnare presìdi di impegno culturale e politico nei luoghi del sisma, cercando di articolare risposte complesse e partecipate, dove l’architettura è solo uno degli elementi del sistema in cui edificio, paesaggio e cittadino diventino l’uno condizione dell’altro, in vicendevole relazione», concludono Gaiani, Giorgi e Incerti.

Primo incontro il 17 giugno, una tavola rotonda durante la quale sono stati analizzati esempi di ricostruzione e resilienza post sisma da un punto di vista storico, a cura di Alessandro Gaiani e Guido Incerti, al M9 – Museo del ‘900 di Mestre. Oggi invece appuntamento al MAXXI L’Aquila, per “Storia di un minuto. La fotografia come presidio nei territori del post-sisma”, tavola rotonda a cura di Emilia Giorgi, con il supporto di Action Aid Italia e il contributo di GSSI – Gran Sasso Science Institute e Goethe-Institut Italien. Durante la conferenza, Göran Gnaudschun, Alessandro Imbriaco e Antonio Ottomanelli presenteranno i loro progetti in mostra nel Padiglione, sviluppati grazie al confronto con gli abitanti e le associazioni dei diversi territori. In chiusura sarà proiettato il film “La prima casa in cui il cavallo andrà sarà nel vuoto” (2021), diretto da Ottomanelli.

Il 18 luglio sarà la volta di “Attiviste! Il protagonismo delle donne nei post-emergenza”, tavola rotonda a cura di ActionAid, ad Arquata del Tronto, mentre il 10 settembre ci si sposta a Concordia sulla Seccha, per “Resistenti o resilienti. Il presente e il futuro nel post sisma”, laboratorio e tavola rotonda a cura di Alessandro Gaiani e Guido Incerti.

Ultimi due incontri, il 25 settembre, con “Together! Experiencing civic participation on risks and disasters”, tavola rotonda a cura di ActionAid, a Venezia, e il 31 ottobre, con “Prove di resilienza. Comunità e territori nella ricostruzione post-sisma”, tavola rotonda a cura di GSSI – Gran Sasso Science Institute, al Padiglione Italia all’Arsenale della Biennale.

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