08 maggio 2023

Xu Tiantian, fondatrice dello studio DnA Design and Architecture, vince lo Swiss Architectural Award

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Etica, estetica ed ecologia. Ma anche istanze civiche, attenzione al contesto e riuso di elementi preesistenti. L’Architetto Mario Botta, presidente della Fondazione Teatro dell’Architettura e della giuria dello Swiss Architectural Award, e la vincitrice Xu Tiantian, ci hanno raccontato l’ottava edizione del prestigioso premio

Mario Botta consegna a Xu Tiantian lo Swiss Architectural Award 2022 © Alberto Canepa, Accademia di architettura - USI

Xu Tiantian (Fujian, 1975) è la vincitrice dell’ottava edizione dello Swiss Architectural Award, promosso dalla Fondazione Teatro dell’Architettura e assegnato da una giuria presieduta dall’architetto Mario Botta con la partecipazione di Walter Angonese (direttore, USI-Accademia di architettura), Stéphanie Bru (Studio Bruther, Parigi, vincitrice della precedente edizione del Premio), Dieter Dietz (direttore, EPFL-ENAC, Section d’Architecture) e Tom Emerson (decano, ETHZ- Departement Architektur). 

Swiss Architectural Award 2022, cerimonia di premiazione © Alberto Canepa, Accademia di architettura – USI

In occasione della premiazione dei progetti di Xu Tiantian, che «hanno convinto la giuria per il felice connubio tra le istanze civiche che li animano (poiché volti a servire le comunità locali) e la qualità dell’architettura proposta, caratterizzata da una spiccata attenzione al contesto, da un’attitudine precisa e poetica al tempo stesso, e dall’operare al crocevia di scale e temi diversi, tra architettura e infrastruttura, tra permanente e effimero, tra riuso e nuovo intervento», il Teatro dell’Architettura di Mendrisio ha inaugurato anche la mostra “Swiss Architectural Award 2022”, a cura di Marco Della Torre e Stefania Murer, documentativa dei progetti dei 26 candidati.

Della storia del premio, dei progetti vincitori, delle sfide della contemporaneità e delle risposte dell’architettura abbiamo parlato con Mario Botta e Xu Tiantian. 

Mario Botta, presidente della Fondazione Teatro dell’architettura e della giuria dello Swiss Architectural Award, e Xu Tiantian, vincitrice dello Swiss Architectural Award 2022 © Ti-Press / Alessandro Crinari

Lo Swiss Architectural Award è giunto alla sua ottava edizione. Come è nato e come si è evoluto il Premio? Quali obiettivi ha raggiunto e quali invece si prefigge di raggiungere oggi?

Mario Botta: «Lo Swiss Architectural Award è nato una quindicina di anni fa per consolidare a livello internazionale il profilo della Scuola (Accademia di Architettura di Mendrisio). Questa scuola era nata con un profilo un po’ alternativo a quello tecnico e operativo dell’architettura del business e ha voluto trovare un profilo umanistico, chiamiamolo così, un profilo che mette al centro dell’architettura e della ricerca l’uomo, con tutte le caratteristiche e le declinazioni che l’architettura contemporaneamente esige. In questo senso abbiamo sviluppato il Premio, che gode di una quindicina di advisor che segnalano architetti di tutto il mondo nella cui ricerca ritrovano questo atteggiamento. Le condizioni per essere candidati al Premio sono principalmente due: avere un’età inferiore ai 50 anni e aver già realizzato tre opere significative. La giuria che seleziona è composta da cinque membri, tre dei quali provengono da tre Università svizzere di architettura e due fanno capo all’Accademia di Architettura di Mendrisio. L’obiettivo è quello di premiare giovani architetti che si sono distinti nella loro pratica professionale che risulta già pienamente avviata. È una formula che ha dato nel tempo buoni risultati. Ad esempio, Diébédo Francis Kéré (1965, Gando, Burkina Faso), dopo il nostro Premio, è stato riconosciuto con il Pritzker. Per questa ottava edizione dello Swiss Architectural Award, Xu Tiantian ha dato prova di una grande qualità e di un valore etico della ricerca anche sotto un punto di vista sociale. Nei suoi progetti l’architettura risponde al meglio alla sua funzione, che è quella di costruire uno spazio di vita per l’uomo».

Xu Tiantian – DnA Design and Architecture, 
Riuso del ponte Shimen sul fiume Songyin, 2016-2017. Ph. Wang Ziling

Etica, estetica, ecologia: come la nuova edizione del Premio, i progetti della vincitrice Xu Tiantian e la mostra dei candidati riescono a valorizzare questi aspetti?

Mario Botta: «È difficile separare l’ecologia dall’estetica e dall’etica. Sono tre componenti che trovano ognuna una propria declinazione nel lavoro dell’architettura che agiscono però nell’unanimità. Una cosa che mi ha sorpreso è che, all’interno della giuria, delle personalità anche molto diverse tra loro hanno riconosciuto che ci sono queste tre componenti in una forma di sintesi quasi miracolosa all’interno di tessuti sociali e costruttivi totalmente diversi. Quando c’è la socialità vera c’è anche la bellezza vera e c’è anche l’ecologia sincera e attiva. Questa sintesi si può trovare solo in un lavoro ben fatto».

Mostra Swiss Architectural Award 2022, installation views © Alberto Canepa, Accademia di architettura – USI

Quali criteri hanno guidato la scelta di Xu Tiantian come vincitrice dell’ottava edizione? 

Mario Botta: «Xu Tiantian ci ha molto impressionati per l’essenzialità delle finalità del suo lavoro. Il recupero, e quindi il riuso, sono vie obbligate nell’architettura, perché purtroppo noi abbiamo costruito troppo e male e quindi adesso tocca alle nuove generazioni correggere il tiro dell’architettura. Da questo punto di vista, Xu Tiantian ha raggiunto l’unanimità dei consensi. Vuoi perché ha lavorato in una contea molto povera della Cina, vuoi perché i risultati ottenuti in questo contesto riconoscibili da tutti. Trasformare una cava in un centro culturale – come in Tofu factory in Caizhai (2017-2018) – è talmente paradossale che ne si riconosce facilmente il valore. Anche quello che è un viadotto, ovvero una struttura di passaggio, fatta per unire due luoghi, diventa un mercato stabile – come in Shimen Bridge on the Songyin river (2016-2017). Al di là della risposta tecnica e funzionale dei singoli progetti, il riuso messo in atto dalla vincitrice ha un impatto sulla vita dell’uomo e della collettività».

Xu Tiantian – DnA Design and Architecture, 
Fabbrica di tofu nel villaggio di Caizhai, 
2017-2018.
 Ph. Wang Ziling

Quali sono le sfide che impone la contemporaneità e a cui risponde l’architettura? 

Mario Botta: «La contemporaneità è data dalle sfide a cui dobbiamo far fronte oggi e l’architettura cosiddetta sostenibile è una condizione che tocca la nostra generazione oggi più che mai. Quindi, o costruiamo ‘per’ oppure costruiamo ‘contro’ qualcosa. Noi siamo convinti che si debba costruire ‘per’ lasciare alle generazioni future uno spazio di vita ancora possibile. Noi vorremmo che l’architettura del futuro avesse come obiettivo questo benessere del vivere che va al di là della tecnica, del business e delle preoccupazioni che purtroppo hanno animato lo spirito delle generazioni precedenti».

Xu Tiantian – DnA Design and Architecture, 
Fabbrica di tofu nel villaggio di Caizhai, 
2017-2018.
 Ph. Wang Ziling

Da dove vengono e in che direzione si muovono i tuoi progetti – quelli vincitori – e la tua ricerca? Come si inseriscono nell’architettura contemporanea e come si caratterizzano?

Xu Tiantian: «In generale, penso che la cultura, la storia e il patrimonio siano molto diversi in ogni luogo. Specialmente nelle regioni rurali, la cultura è ciò che ci muove per esplorare e comprendere meglio noi stessi e la nostra società. Dobbiamo ritrovare le nostre origini e comprendere come ci siamo evoluti nella storia. D’altra parte, in questo processo, ho realizzato che l’architettura e la progettazione possono essere mezzi efficaci per trovare soluzioni a problematiche locali molto specifiche, sia che si tratti della produzione agricola di un villaggio, sia di cave o infrastrutture – come ponti – abbandonate. La progettazione è anche la risposta ai cambiamenti della società. Per me, l’architettura moderna non è solo una restituzione a livello visivo, piuttosto è frutto di un’elaborazione concettuale che può davvero integrare la storia e la tradizione con la vita e alla società contemporanea. Credo che questo sia davvero moderno: non separare, ma integrare».

Xu Tiantian – DnA Design and Architecture, 
Riuso del ponte Shimen sul fiume Songyin, 2016-2017. Ph. Wang Ziling

Istanze civiche, attenzione al contesto e riuso di elementi preesistenti sono le caratteristiche che connotano i tuoi progetti valutati dalla giuria del Premio. Come sono nati, come si sono sviluppati? Che valore hanno rispetto al luogo d’origine, e che significato possono assumere nel contesto internazionale?

Xu Tiantian: «Mi piace molto il termine “riuso”, perché il recupero di strutture esistenti è forse il modo più sostenibile di costruire. A volte bisogna lavorare con strutture nuove, ma queste non sono necessariamente qualcosa di completamente nuovo, perché riflettono comunque un contesto preesistente. Persino un progetto come Tofu factory in Caizhai (2017-2018) è spazio nuovo, ma si interfaccia con strutture e sistemi sociali appartenenti al patrimonio locale, come il sistema di produzione locale familiare, per integrarli in una nuova entità economica. Il contesto rurale è una sfida globale: in Cina, metà della popolazione vive in contesti rurali e agricoli. La chiamiamo agopuntura: ogni progetto è costruito in uno specifico contesto, ma in generale si tratta di soluzioni sistematiche. Sono sicura che anche villaggi africani o italiani abbiano le proprie tradizioni e il proprio patrimonio e che questo è qualcosa che può essere rivitalizzato, per diventare il punto di partenza di un nuovo potenziale».

Xu Tiantian – DnA Design and Architecture, 
Riusi delle cave di Jinyun. 
2021-2022. Ph. Wang Ziling
Xu Tiantian – DnA Design and Architecture, 
Riusi delle cave di Jinyun, 
2021-2022. Plan

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