22 febbraio 2005

fino al 27.II.2005 Sarah Moon Parigi, Maison du Danemark

 
Due favole ed una riflessione sulla memoria. Che alla fin fine somiglia tanto allo svolgersi di un film. Fotogrammi sgranati come ricordi. Un tratto nero che pare quello incerto di un carboncino. Una narrazione intensa, sul filo dell’immaginazione…

di

In occasione del bicentenario della nascita di Hans Christian Andersen, la Maison du Danemark ha deciso di rendere omaggio allo scrittore invitando alcuni artisti ad esporre durante tutto il 2005. Nasce così questa piccola mostra di Sarah Moon, composta da due video –L’Effraie e Circuss– e una serie di quaranta foto (in parte viste lo scorso anno alla Maison de la Photographie) che traducono in immagini due fiabe dell’autore danese: rispettivamente Il soldatino di piombo e La piccola fiammiferaia. Il ciclo di foto, accompagnato da una serie di didascalie-citazioni, è una fedele ricostruzione della favola: si tratta degli stessi passi che nei video vengono recitati da una voce fuori campo. In entrambi i casi siamo davanti all’illustrazione di una storia: il soldatino di piombo che s’innamora perdutamente di una giovane e angelica ballerina ritratta in una foto, o la storia malinconica ambientata in un circo.
Ora, quelli dell’artista sembrano semplicemente dei racconti illustrati, trasposizioni del testo scritto in immagini, trasformazioni della lettura in una visione dai contorni fluidi. Nessun montaggio, nessuna rottura cronologica della narrazione, nessun intervento che disturbi il calmo succedersi diacronico della storia. Tuttavia nel ciclo di foto, e ancor di più nei video, quello che appare sullo schermo è in realtà un mondo inedito e misterioso, dove ogni tratto nero è una traccia da decifrare. Le immagini in bianco e nero sono sgranate e mosse, immerse in una nebbia fitta, la cui atmosfera ricorda quella dei disegni a carboncino, come nelle animazioni di William Kentridge. Poche le dissolvenze: spesso siamo davanti a sequenze di immagini statiche e a lastre fotografiche riprese e indagate dalla telecamera; fra una e l’altra lo schermo torna nero e la sala di proiezione nel buio.
sarah moon
Moon torna agli albori della storia della settima arte, alla sorpresa creata da un’immagine che si anima sullo schermo; finché i dispositivi del cinema – questo sembra suggerirci – lasciano emergere i meccanismi della memoria. Le tecniche di animazione utilizzate sembrano infatti provenire da una dimensione onirica piuttosto che dal mondo della narrazione letteraria. Come se il passato si presentasse allo sguardo sotto le spoglie di un vecchio film, e la memoria fosse nient’altro che un proiettore sullo schermo della nostra storia. Come “una bobina che si srotola da sé”, per utilizzare una preziosa espressione che lo scrittore francese Maxime Du Camp usava già nel 1876, prima dell’invenzione del cinema.
Attraverso due favole di Andersen, il lavoro della Moon inaugura un viaggio nel paese della lettura, quasi che ad essere messi in immagine non siano tanto i momenti chiave della storia, quanto il lavoro della nostra immaginazione.

riccardo venturi


Sarah Moon
Paris, Maison du Danemark – 142, avenue des Champs-Elysées,
orari: dal martedì al venerdì, h. 13.00/19.00; sabato e domenica h. 13.00/18.00 lunedì chiuso; ingresso libero
info: tel. 0033. (0)1.44.31.21.21
www.maisondudanemark.dk


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