22 maggio 2009

fino al 4.X.2009 William Blake London, Tate Britain

 
In vita ebbe solo una mostra. Che attrasse pochi visitatori, quasi nessun compratore e una feroce recensione. Una mostra che la Tate Britain ripropone a due secoli di distanza...

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Pittore, disegnatore, poeta, filosofo, profeta, mistico, William Blake (Londra, 1757-1827) è un genio dalla personalità molteplice. Genio che, nel mondo dell’arte, gode di un isolamento paragonabile solo a quello di Milton in letteratura. E non a caso.
Poeta per i pittori e pittore per i poeti, Blake è un meraviglioso “incidente” nella storia della pittura inglese, il primo artista del XVIII secolo pronto a dipingere un angelo o uno spirito senza farli sembrare assurdi; l’unico che ha presentato l’immagine antropomorfica di Dio senza una punta di paganesimo.
Ma nonostante abbia scritto alcune tra le più belle liriche della letteratura inglese, durante la sua vita Blake riesce a malapena a sbarcare il lunario, illustrando – ironia della sorte – le opere di altri poeti. E da Shakespeare, Milton e Dante a poeti minori locali, Blake rimane fedele a sé stesso, caricando le storie che dipinge delle sue visioni, senza mai proporsi come intermediario fra il poeta e il lettore.
Dopo tre anni di silenzio, trascorsi in un cottage nel West Sussex a illustrare le opere di William Hayley, nel 1803 Blake torna a Londra. Dove, in uno sforzo per rilanciare una carriera mai del tutto decollata, organizza una mostra dei suoi dipinti nei locali sovrastanti il negozio del fratello James, al numero 28 di Broad Street, a Soho. William Blake - Jacob's Ladder - 1799-1806 - The British Museum, LondraÈ il 1809. Per due scellini e sei pence, i visitatori ricevono anche un opuscolo di sessantasei pagine dal titolo Descriptive Catalogue, un vero e proprio manifesto artistico scritto dallo stesso Blake, che la Tate Britain ha ristampato per l’occasione, mantenendone il formato originale.
La mostra, che in origine doveva durare solo pochi mesi – da maggio a settembre -, si chiude dopo quasi due anni. I visitatori sono pochi, e ancor meno le vendite. L’unica recensione è quella del critico Robert Hunt per il giornale “The Examiner”. Ed è brutale. Mortalmente deluso, Blake non tenta mai più di esporre i suoi dipinti.
Ora, in occasione del bicentenario di quell’unica mostra, la Tate Britain ripropone il più eclatante dei non-eventi nell’allestimento originale del 1809. O quasi. Perché il negozio del fratello in Golden Square non esiste più. E perché sei dei sedici dipinti esposti nel 1809 sono andati perduti. Ma, trasformate in spazi bianchi sulle pareti grigio perla della galleria, le opere perdute di fatto riempiono la sala con la loro assente presenza. Tanto da esser tutte attentamente etichettate. La maggior parte è di piccole dimensioni. Tranne una, la cui bianca assenza è quasi ipnotica: The Ancients Britons doveva essere un’opera eccezionale, sia per dimensioni (4 metri di lunghezza) che per contenuto, e di certo avrebbe assicurato a Blake il riconoscimento sperato.
Riconoscimento che ottiene comunque, anche se tardi nella sua vita, grazie al pittore John Linnell, William Blake - The Spiritual Form of Pitt Guiding Behemoth - 1805che lo introduce a un gruppo di giovani artisti visionari, The Ancients, a cui appartiene anche il paesaggista Samuel Palmer.
Parte dell’esposizione del 1809 sono anche capolavori come The Spiritual Form of Pitt Guiding Behemoth (1805) e The Spiritual Form of Nelson Guiding Leviathan (1805-09), inquietanti apoteosi patriottiche dei valori militari e civili britannici, e Satan Calling up his Legions (1795-1800), realizzata a tempera e ormai praticamente illeggibile.
Ma se le tempere hanno sofferto il passare del tempo, gli acquerelli hanno mantenuto intatta tutta la loro mistica bellezza. E, davanti agli ectoplasmi leggeri di Jacob’s Ladder (1799-1806), la recensione al vetriolo di Hunt appare ancora più violenta.
Certo, ammassate nelle piccole stanze poco illuminate di Golden Square, le opere di Blake dovevano apparire ancor più peculiari agli occhi dei suoi contemporanei. Troppo mistico, troppo visionario, troppo moderno per essere compreso, Blake è sempre stato in anticipo sui tempi. Ma ora il poeta delle visioni ha finalmente avuto la sua rivincita.

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dal 20 aprile al 4 ottobre 2009
William Blake’s 1809 Exhibition
a cura di Martin Myrone
Tate Britain
Millbank – SW1P 4RG London
Orario: tutti i giorni ore 10-17.50 (ultimo ingresso ore 17); fino alle 22 il primo venerdì del mese
Ingresso libero
Catalogo £ 12,99
Info: tel. +44 02078878888; visiting.britain@tate.org.uk; www.tate.org.uk


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