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16
aprile 2008
fino al 5.V.2008 Art Nouveau onder de laatste tsaren Amsterdam, Hermitage
around
Era il gusto della borghesia spregiudicata ed entusiasta del progresso industriale. Ma i virtuosismi sinuosi dell’Art Nouveau affascinarono anche chi borghese non lo era affatto. Il tutto nella sede ancora incompleta dell’Ermitage olandese...
Inaugurata nel febbraio del 2004 e non ancora interamente completata, la sede di Amsterdam del Museo di Stato dell’Ermitage ospita una mostra dedicata all’Art Nouveau sotto gli ultimi zar. In mostra, numerosi oggetti donati dal governo francese agli ultimi zar, Alessandro III (1881-1894) e Nicola II (1894-1917), provenienti dalle collezioni dell’Ermitage di San Pietroburgo. Gioielli, mobili, porcellane, delicati vasi in vetro creati da nomi famosi dell’Art Nouveau come Émile Gallé, René Lalique, Tiffany e naturalmente, Carl Fabergé.
Derivata in gran parte dall’ideologia di William Morris da cui riprende il desiderio di continuità stilistica tra spazio architettonico interno ed esterno, il movimento dell’Art Nouveau è un’arte totale che abbatte le barriere fra le arti decorative e “arti maggiori”. Nata in Europa attorno al 1880, l’Art Nouveau assume presto un carattere internazionale. Conosciuta in Germania come Jugendstil, Secessione in Austria, Modernismo in Spagna e Liberty in Italia, si sforza di fornire alla nascente civiltà delle macchine un’immagine idealizzata e ottimistica, rivestendo il tetro squallore della città industriale con una rigogliosa ornamentazione ispirata alla natura: motivi allungati, stilizzati, graziosamente distorti; fiori, uccelli, libellule, rocce; forme femminili ridotte a forme simboliche e scorporate, intrise di una sofisticata sensualità.
In Russia, l’Art Nouveau prende il nome di Still Modern e coincide con un periodo particolarmente dinamico della vita culturale del Paese, anche grazie all’intensificarsi delle relazioni diplomatiche tra Russia e Francia. In cerca di un alleato potente per fronteggiare l’ascesa della Germania, negli anni che seguirono la sconfitta nella Guerra franco-prussiana del 1870-1871, la Francia ricoprì letteralmente gli zar di doni di grandissimo valore in stile Art Nouveau, creati dai più famosi artisti dell’epoca.
Come La danse de l’écharpe, donata dal governo francese allo zar Nicola II nel 1901, in occasione della visita ufficiale a Parigi. Creata da Agathon Léonard van Weydeveldt e prodotta dalla famosa fabbrica di porcellane di Sèvres, questa decorazione da tavolo si componeva di quindici pezzi creati per l’Esposizione universale di Parigi nel ‘900. Le piccole figure in porcellana di altissima qualità ritraggono la famosa danzatrice Loïe Fuller, musa ispiratrice di numerosi artisti, tra cui Toulouse-Lautrec.
Certo, la politica assolutistica e reazionaria di Alessandro III e Nicola II si accordava meglio con il grandioso stile neo-barocco degli arredi imperiali piuttosto che con la delicata ornamentazione dell’Art Nouveau. Tuttavia, questo stile diventò una presenza costante negli appartamenti privati dei sovrani e delle loro consorti. Ben nota era infatti la passione della zarina Alexandra, moglie di Nicola II, per i traslucenti virtuosismi in vetro multistrato di Émile Gallé, come lo stupefacente vaso Passiflora.
Lontana dagli intenti socialisti auspicati da Morris, l’Art Nouveau non affronta la problematica sociale legata allo sviluppo industriale e, a differenza dall’Arts and Crafts, non tenta di riqualificare il lavoro degli operai. Al contrario, crea involontariamente un’arte d’élite apprezzata dall’alta borghesia e dall’aristocrazia, ma che proprio per questo non sopravviverà all’inasprimento dei conflitti sociali che porteranno alla Prima guerra mondiale e, in Russia, alla Rivoluzione d’Ottobre, che segnerà per sempre la fine del regime degli Zar.
Derivata in gran parte dall’ideologia di William Morris da cui riprende il desiderio di continuità stilistica tra spazio architettonico interno ed esterno, il movimento dell’Art Nouveau è un’arte totale che abbatte le barriere fra le arti decorative e “arti maggiori”. Nata in Europa attorno al 1880, l’Art Nouveau assume presto un carattere internazionale. Conosciuta in Germania come Jugendstil, Secessione in Austria, Modernismo in Spagna e Liberty in Italia, si sforza di fornire alla nascente civiltà delle macchine un’immagine idealizzata e ottimistica, rivestendo il tetro squallore della città industriale con una rigogliosa ornamentazione ispirata alla natura: motivi allungati, stilizzati, graziosamente distorti; fiori, uccelli, libellule, rocce; forme femminili ridotte a forme simboliche e scorporate, intrise di una sofisticata sensualità.
In Russia, l’Art Nouveau prende il nome di Still Modern e coincide con un periodo particolarmente dinamico della vita culturale del Paese, anche grazie all’intensificarsi delle relazioni diplomatiche tra Russia e Francia. In cerca di un alleato potente per fronteggiare l’ascesa della Germania, negli anni che seguirono la sconfitta nella Guerra franco-prussiana del 1870-1871, la Francia ricoprì letteralmente gli zar di doni di grandissimo valore in stile Art Nouveau, creati dai più famosi artisti dell’epoca.
Come La danse de l’écharpe, donata dal governo francese allo zar Nicola II nel 1901, in occasione della visita ufficiale a Parigi. Creata da Agathon Léonard van Weydeveldt e prodotta dalla famosa fabbrica di porcellane di Sèvres, questa decorazione da tavolo si componeva di quindici pezzi creati per l’Esposizione universale di Parigi nel ‘900. Le piccole figure in porcellana di altissima qualità ritraggono la famosa danzatrice Loïe Fuller, musa ispiratrice di numerosi artisti, tra cui Toulouse-Lautrec.
Certo, la politica assolutistica e reazionaria di Alessandro III e Nicola II si accordava meglio con il grandioso stile neo-barocco degli arredi imperiali piuttosto che con la delicata ornamentazione dell’Art Nouveau. Tuttavia, questo stile diventò una presenza costante negli appartamenti privati dei sovrani e delle loro consorti. Ben nota era infatti la passione della zarina Alexandra, moglie di Nicola II, per i traslucenti virtuosismi in vetro multistrato di Émile Gallé, come lo stupefacente vaso Passiflora.
Lontana dagli intenti socialisti auspicati da Morris, l’Art Nouveau non affronta la problematica sociale legata allo sviluppo industriale e, a differenza dall’Arts and Crafts, non tenta di riqualificare il lavoro degli operai. Al contrario, crea involontariamente un’arte d’élite apprezzata dall’alta borghesia e dall’aristocrazia, ma che proprio per questo non sopravviverà all’inasprimento dei conflitti sociali che porteranno alla Prima guerra mondiale e, in Russia, alla Rivoluzione d’Ottobre, che segnerà per sempre la fine del regime degli Zar.
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a cura di Tamara Rappe, Vincent Boele, Frans Leidelmeijer e Jelena Anisimova
The Hermitage Amsterdam
Nieuwe Herengracht, 14 – 1001 GR Amsterdam
Orario: tutti i giorni ore 10-17
Ingresso: € 7
Info: tel. +31 0205308755; mail@hermitage.nl; www.hermitage.nl
[exibart]