26 febbraio 2024

125 piccole sculture di Jeff Koons sono sbarcate sulla Luna

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Jeff Koons vince la corsa allo spazio: è il primo artista dal 1971 a esporre ufficialmente un’opera sulla superficie della Luna. Sulla Terra sono rimaste delle repliche più grandi ma non meno preziose

Dopo vari mesi di attesa, Jeff Koons ce l’ha fatta ad arrivare sulla Luna: non lui direttamente ma le sue opere, che sono allunate giovedì scorso, insieme alla navicella Odysseus. Si tratta di 125 mini sculture dal diametro di circa 2,5 centimetri, che raffigurano 62 fasi lunari viste dalla Terra, altre 62 inquadrate da altri punti nello spazio e una eclissi lunare. Le opere si trovano in un contenitore trasparente trasportato da Odysseus, noto anche come Odie o IM-1, a sua volta collegato a un razzo SpaceX Falcon 9, con la supervisione dalla società Intuitive Machines con sede a Houston. Lo storico sbarco sulla superficie lunare è il primo degli Stati Uniti in più di 50 anni.

Koons è stato fortunato, perché lo sbarco di Odi ha seguito il tentativo fallito di un’altra navicella, la Peregrine, che il mese scorso è bruciata nell’atmosfera dopo che una perdita di propellente le impedì di completare la missione. Decisamente più sfortunato è stato l’artista outsider Sacha Jafri. Una sua opera, una incisione al laser, si trovava proprio a bordo della Peregrine e, se non fosse andata distrutta nell’incidente, sarebbe stata la prima a essere esposta sulla Luna dopo la figura in alluminio dell’artista belga Paul Van Hoeydonck, lasciata dai membri dell’equipaggio dell’Apollo 15 nel 1971. Due anni prima, Andy Warhol, Robert Rauschenberg, John Chamberlain, Claes Oldenburg, Forrest Myers e David Novros avevano inviato un loro lavoro congiunto, a bordo dell’Apollo 12. Il loro pezzo, realizzato in collaborazione e intitolato The Moon Museum, è una piastrella di ceramica di un paio di centimetri, griffata da ciascun artista e dovrebbe essere rimasta attaccata a parte della gamba del modulo lunare, fino a oggi. Invece, a vincere questa corsa allo spazio nella nicchia dell’arte contemporanea è stato Koons. In un post pubblicato su Instagram poco dopo l’atterraggio dell’Odysseus, Koons ha descritto lo sbarco sulla Luna come un «Risultato sorprendente» e ha dichiarato di sentirsi onorato di essere stato coinvolto in un progetto simile.

Non si tratta però della prima volta in cui opere d’arte vanno nello spazio o giù di lì. Nell’agosto 2021, l’artista ghanese Amoako Boafo realizzò il primo Trittico Suborbitale, spedito a un’altitudine di 100 chilometri dalla Terra su un razzo di Blue Origin e poi recuperato sano e salvo al suolo.

Traendo ispirazione dalla Luna come «Simbolo di curiosità e determinazione», secondo una dichiarazione di Pace Gallery, la sua galleria di rappresentanza, su ognuna delle piccole sculture è stato inciso il nome di una figura rivoluzionaria nella storia umana, da Aristotele a David Bowie, passando per Leonardo da Vinci, Gandhi, Billie Holiday, Gabriel García Márquez, Andy Warhol e Virginia Woolf. «Pieno di speranza e trascendente, il nuovo progetto di Koons offre agli spettatori una nuova prospettiva sul loro posto nel vasto universo, incoraggiando una profonda riflessione e contemplazione»

Ma visto che, per il momento, i nostri piedi rimangono sulla Terra, le sculture esposte nello spazio hanno una controparte su Pace Verso, la piattaforma virtuale di Pace Gallery, dove è possibile acquistare gli NFT delle sculture. Koons ha ideato anche delle opere fisiche più grandi, di circa 40 centimetri, che sono destinate a rimanere qui e che verranno realizzate con lo stesso acciaio inossidabile riflettente della suo famosa Rabbit, l’opera del record di 91,1 milioni di dollari. Ma non è finita qui: le opere conterranno un diamante, uno zaffiro o un rubino che metterà in evidenza l’area lunare in cui è sbarcata Odie.

Gli aggiornamenti sul progetto lunare di Jeff Koons si possono seguire sul sito ufficiale.

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