30 gennaio 2023

A luci spente: la nuova opera di Alberto Garutti per Arte Fiera

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Che cosa succede nelle stanze quando le persone se ne vanno? Sedie, tavoli e panche di Arte Fiera, a Bologna, si illuminano con l'opera di Alberto Garutti. Ma nessuno potrà vederli di persona

Alberto Garutti, Che cosa succede nelle stanze quando le persone se ne vanno?, 2005, Roma, RAM. In occasione della mostra: Camere, a cura di Lorenzo Benedetti, Riccardo Giagni, Cesare Pietroiusti [foto di Marco Fedele di Catrano]

Dobbiamo immaginare le porte chiuse, le luci spente o abbassate, i corridoi vuoti, le opere d’arte esposte nei booth non viste da alcun occhio che sia umano, almeno. E dunque, Che cosa succede nelle stanze quando le persone se ne vanno? È il titolo dell’installazione che Alberto Garutti presenterà alla prossima edizione di Arte Fiera, a Bologna, nell’ambito di Opus Novum, progetto che prevede la commissione di un progetto inedito e pensato per gli spazi della fiera, rivolta a un artista italiano affermato.

Ogni cosa è illuminata: Alberto Garutti per Arte Fiera

Così, la 46ma edizione della fiera aprirà dal 3 al 5 febbraio 2023 ma per vedere distintamente l’opera di Garutti bisognerà aspettare la chiusura. Una strato di vernice fosforescente sarà infatti applicato su arredi di uso comune che si trovano nei padiglioni della fiera, sia negli spazi comuni che negli stand delle gallerie. Segnate da una vernice di colore paglierino pallido, poco diversa dal bianco originario, panche, tavoli, sedie e cassettiere, a malapena distinguibili dagli arredi ordinari alla luce del giorno, saranno illuminati di luce propria quando le luci si abbasseranno e le persone saranno andate già via.

Alberto Garutti, Che cosa succede nelle stanze quando le persone se ne vanno?, 2003, Biella,
Cittadellarte – Fondazione Pistoletto. In occasione della mostra: Arte Pubblica in Italia: lo spazio delle
relazioni, a cura di Anna Detheridge
Alberto Garutti, Che cosa succede nelle stanze quando le persone se ne vanno?, 2003, Biella,
Cittadellarte – Fondazione Pistoletto. In occasione della mostra: Arte Pubblica in Italia: lo spazio delle
relazioni, a cura di Anna Detheridge

«Mentre il Padiglione di Arte Fiera chiude, si spengono le luci e i guardiani se ne vanno, alcuni dei mobili (sedie, panche e tavoli) già presenti nell’arredo della fiera e distribuiti in tutto lo spazio espositivo si illuminano perché dipinti con una pittura fosforescente», così Garutti descrive la sua opera, che è stata realizzata col supporto di Henoto, azienda leader nel settore degli allestimenti. «Questi oggetti, ordinari e quotidiani, si mimetizzano nell’ambiente circostante, tanto da non essere riconosciuti come arte. Il pubblico non li vedrà se non come semplici oggetti d’arredo», continua l’artista, maestro riconosciuto e docente all’Accademia di Belle Arti di Bologna nei primi anni ’90.

«Solo nella fotografia pubblicata altrove, considerata vera parte integrante di questo lavoro, sarà possibile vedere i mobili illuminati», prosegue Garutti, facendo riferimento alle molteplici dimensioni di interpretazione dell’opera, uno slittamento che caratterizza larga parte della sua ricerca. «Viene modificata così la percezione che il pubblico ha dell’opera: essa si può solo immaginare, pensare, aspettare. È in questa tensione immateriale che si svela la natura del lavoro: l’opera si realizza solo nell’incontro con lo spettatore, a cui si chiede un paziente sforzo nel cercarla».

Alberto Garutti, Che cosa succede nelle stanze quando le persone se ne vanno?, 2004, Milano, PAC. In
occasione della mostra: Spazi atti – Fitting spaces, a cura di Jean-Hubert Martin e Roberto Pinto
[foto di Mario Tedeschi]
Alberto Garutti, Che cosa succede nelle stanze quando le persone se ne vanno?, 2004, Milano, PAC. In
occasione della mostra: Spazi atti – Fitting spaces, a cura di Jean-Hubert Martin e Roberto Pinto
[foto di Mario Tedeschi]

Il precedente storico

Che cosa succede nelle stanze quando le persone se ne vanno? fa parte di un ciclo di opere dallo stesso titolo la cui prima intuizione risale al 1993, ed è legata proprio a Bologna. Si tratta di Opera per camera da letto, un intervento concepito da Garutti nell’ambito della mostra diffusa “Territorio Italiano”, a cura di Giacinto di Pietrantonio: una grande lastra di cristallo dipinta sul retro con pittura fosforescente, installata nella camera 402 del Palace Hotel di Bologna, dove Garutti alloggiava abitualmente quando insegnava pittura all’Accademia di Belle Arti della città e dove l’opera si trova tuttora.

Alberto Garutti, Opera per camera da letto, 1993, Bologna, Hotel Palace. In occasione della mostra:
Territorio Italiano, a cura di Giacinto di Pietrantonio
Alberto Garutti, Opera per camera da letto, 1993, Bologna, Hotel Palace. In occasione della mostra:
Territorio Italiano, a cura di Giacinto di Pietrantonio

A partire dall’intervento del Palace Hotel, sono state poi sviluppate altre declinazioni fosforescenti di Che cosa succede nelle stanze quando le persone se ne vanno?, in un ciclo di interventi destinati per lo più a istituzioni artistiche, luoghi fittamente frequentati il giorno ma chiusi e deserti la notte, in cui il paradosso dell’opera – e della sua esistenza come oggetto osservato e osservabile – giunge quindi alle sue estreme conseguenze.

«L’intervento concepito da Alberto Garutti per Arte Fiera è il più vasto mai prodotto finora in questo ciclo di opere. L’intuizione originaria di Opera per camera da letto si manifesta di nuovo a Bologna, trent’anni dopo, su una scala senza precedenti: i padiglioni di una fiera», spiegano da Arte Fiera.

Biografia di Alberto Garutti

Nato nel 1948 a Galbiate, artista e docente, Alberto Garutti è stato titolare della Cattedra di Pittura all’Accademia di Bologna dal 1990 al 1993 e all’Accademia di Brera a Milano dal 1993 al 2013. Ha insegnato presso lo IUAV di Venezia e al Politecnico di Milano. Ha partecipato a grandi manifestazioni internazionali come la Biennale di Venezia, la Biennale di Istanbul, Arte all’Arte (2000 e 2005) e la “Memory Marathon” presso la Serpentine Gallery di Londra (2012).

La sua ricerca di un dialogo aperto tra opera d’arte contemporanea, spettatore e spazio pubblico, gli è valsa l’invito a realizzare lavori per città e musei di tutto il mondo. Tra le opere più conosciute: “Ai nati oggi” per le città di Bergamo, Gand, Istanbul, Mosca, Plovdiv, Roma; “Piccolo Museion” a Bolzano; “Dedicato agli abitanti delle case” per il 21st Century Museum of Contemporary Art di Kanazawa; l’installazione permanente per la Fondazione Zegna a Trivero; “Tutti i passi che ho fatto nella mia vita mi hanno portato qui, ora” installata a Siena, Anversa, Milano, Firenze, Lugano, Kaunas, Loreto Aprutino, Copenaghen, Tokyo; e l’opera in piazza Gae Aulenti, nel quartiere di Porta Nuova a Milano.

In occasione della mostra personale al PAC di Milano del 2012, curata da Paola Nicolin e Hans Ulrich Obrist, è stato pubblicato il libro “Alberto Garutti, didascalia/caption”. Nel 2019 sono state inaugurate tre grandi opere pubbliche a Ca’ Corniani nei pressi di Caorle (VE) commissionate da Assicurazioni Generali – Genagricola S.p.A.; nello stesso anno l’opera “Ai nati oggi” è stata installata in Piazza del Popolo a Roma in occasione della mostra “The Street. Where the World is Made” a cura di Hou Hanru per il museo MAXXI.

Nel 2021, su incarico del Ministero della Cultura, Garutti ha realizzato un’opera per la nuova sede del Museo MAXXI a L’Aquila. Di futura pubblicazione la monografia completa concepita da Germano Celant, con la curatela di Antonella Soldaini (Studio Celant) e la ricerca scientifica di Eva Fabbris.

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