24 febbraio 2024

“Biodiversità alla base di ogni sviluppo urbano”. Il pensiero dell’architetto Steven Holl nella mostra a New York

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Archive Gallery, Steven Myron Holl Foundation, ‘T’ Space Reserve, Rhinebeck: le sedi newyorkesi che ospitano la mostra dell’architetto statunitense svelano gli sviluppi del suo lavoro e la connessione con la biologia

© Susan Wides.

La mostra Steven Holl: Half-Earth, curata da Fulvio Irace e svoltasi nella Galleria Antonia Jannone. Disegni di Architettura di Milano, a maggio del 2023, ritorna in America e viene ospitata presso l’Archive Gallery della Steven Myron Holl Foundation a New York. Attraverso disegni, acquerelli e plastici, si approfondiscono ed esplorano le implicazioni creative e progettuali di una nuova fase del progetto di Holl, esaminando le prospettive sulle responsabilità dell’architettura verso l’ambiente, aperte dalla emergenza epidemiologica da COVID-19.

Inaugurata a settembre del 2023 con una mostra dedicata a Giuliano Fiorenzoli, l’Archive Gallery è estensione degli spazi della Architectural Archive and Research Library, dove sono conservati più di 3.700 volumi, 20.000 acquerelli e altri disegni di Steven Holl (Washington, 1947) – testimonianze di ogni fase del processo di progettazione dei suoi lavori – opere d’arte originali, schizzi, disegni e stampe di numerosi artisti, compresi i lavori di Louis Kahn, Zaha Hadid e Lebbeus Woods, oltre ai numerosi modelli architettonici (1.200 in totale, dal 1977 ad oggi). All’interno della ‘T’ Space Reserve, a Rhinebeck, il complesso è avvolto dagli alberi della riserva naturale che compone il suggestivo paesaggio naturalistico a nord di New York. È un luogo che fin dal passato ha rappresentato una meta ambita dai pittori della Hudson River School, ispirati dal mutevole bagliore del “miracolo” giornaliero del tramonto nell’Hudson Valley. Ancora oggi, l’arte continua a essere una presenza dominante dell’area, difatti lungo le sponde del fiume sono attivamente coinvolte nella scena artistica contemporanea numerose gallerie e istituzioni culturali.

© Susan Wides.

In tale contesto, l’Archive Gallery diviene un luogo emblematico per esporre il recente lavoro di ricerca dell’architetto, sulle tematiche ambientali. Oltre quarant’anni di letteratura, arte e architettura sono conservati negli scaffali dell’archivio per documentare l’evoluzione di un percorso culturale proiettato verso il futuro, concretizzando il significato immaginifico della memoria.  L’edificio stesso segue volontariamente uno sviluppo volumetrico evocativo di un processo dinamico, di crescita. È un’aggregazione di spazi che si rafforza nell’addizione di nuove parti, tra queste l’Archive Gallery. Steven Holl evoca nel progetto le ramificazioni degli alberi della ‘T’ Space Reserve che circondano l’edificio e ciò è evidente nei suoi acquerelli di progetto, esposti anch’essi nell’attuale mostra.

Negli ultimi anni, Steven Holl si è misurato attraverso la pratica progettuale con il significativo messaggio del biologo statunitense Edward Osburne Wilson che, nel suo noto testo Half-Earth – dal quale la mostra trae il titolo –, pone la salvaguardia della biodiversità al centro delle sue riflessioni sul mondo naturale; Wilson scrive: «Propongo che solo impegnandoci a destinare la metà della superficie del pianeta alla natura possiamo sperare di salvare l’immensità delle forme di vita che lo compongono». Il concetto di Wilson è ripreso, sviluppato e ampliato nel particolare corpus di opere di Steven Holl, ponendo la biodiversità come la primaria forza trainante di ogni futura teoria urbana dello sviluppo del paesaggio.

© Susan Wides.

Traslare tali concetti all’interno della disciplina dell’architettura rappresenta un impegno che, per l’architetto americano, non si manifesta solo attraverso la scelta dei materiali e dei dettagli tecnologici ma ambisce a un obiettivo di ordine superiore: la preservazione del paesaggio. Mai come negli ultimi anni, l’allarme ecologico sta segnando la comunanza di destino tra uomo e natura, quest’ultima intesa non come materia inanimata ma piuttosto come materia vivente. È la vita, e non solo l’essere umano, il motore di lunga durata che guida il mondo in divenire ed è quindi la vita che il progetto deve imparare a servire.

In questa cornice, dove la teoria antropocentrica viene ribaltata, vengono esposti i recenti progetti più significativi di Steven Holl attinenti al tema: Prati di Tivo (Parco Nazionale del Gran Sasso), Architectural Archive and Research Library (‘T’ Space Reserve, Rhinebeck, NY, 2019), Ex of IN House (‘T’ Space Reserve, Rhinebeck, NY, 2016).

L’architetto risponde così alla sfida lanciata dal messaggio wilsoniano di Half-Earth attraverso ciò che lui stesso definisce delle “mini-utopie” volte a ripristinare e preservare ampie porzioni di paesaggio naturale attraverso un’architettura ecologica. Il discorso non riguarda i contesti solamente naturali, dove i progetti sono a guardia dei paesaggi protetti, ma finanche gli urbani, nei quali Steven Holl propone sistemi di insediamento ad alta densità, in contrapposizione allo sviluppo della città orizzontale. Difatti, il latente interesse verso le tematiche ambientali nel lavoro dell’architetto si esplicita fin dai progetti più remoti, anche questi esposti nella mostra, come ad esempio Edge of a City projects: Erie Canal (Rochester, NY, 1989), Stich Plan (Cleveland, OH, 1989), Spatial Retaining Bars (Phoenix, AZ, 1989), Spiroid Sectors (Dallas, TX, 1989), Parallax Towers (New York, NY, 1989) e la Dotted Line Desert City (tra Dallas, TX e Phoenix, AZ, 1990), che sembravano già mettere in atto quella volontà di riservare alla natura la propria legittima parte.

La mostra Half-Earth diviene così significativa per comprendere in modo completo il lavoro dell’architetto, ponendo le opere su una linea temporale sempre tesa tra passato e futuro e facendo emergere un fil-rouge costituito dalle tematiche ambientali. Tali argomenti esposti invitano inoltre a riflettere sul contesto delle città nelle quali viviamo, sull’uso delle risorse ambientali, sociali ed economiche impiegate nel complesso lavoro del progetto architettonico e urbano. Le “mini-utopie” riconducono proprio al significato del termine stesso “utopia” che impone un confronto critico con il presente e con la storia, ben lungi dal configurarsi come previsione o evasione.

© Susan Wides.

 

Crediti:

Titolo mostra: Steven Holl: Half-Earth

Curatore: Fulvio Irace

La mostra è recentemente tornata a New York dalla Galleria Jannone Disegni di Architettura, Milano, Italia (dal 26 maggio al 28 luglio 2023).

Data mostra: 20 dicembre 2023 – 1 aprile 2024

Luogo: ‘T’ Space Reserve, Rhinebeck, New York

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