13 maggio 2022

Bologna Art To Date #2: spazi indipendenti a ovest della città

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Che Art City sarebbe, senza gli itinerari suggeriti da Untitled Association? Questa volta andiamo a ovest, alla scoperta di Marktstudio, Parsec, GALLLERIAPIÙ, Studio Spada Partners ed Ex Convento San Mattia

Letizia Calori, P., 2019, cera, cotone. Foto: Carlo Favero

In occasione della 45ma edizione di Arte Fiera e di Art City Bologna 2022, Untitled Association propone una serie di quattro itinerari per consigliare a professionisti del settore, appassionati d’arte o semplici curiosi, alcune iniziative da non perdere, tra mostre del Main Program, musei e spazi istituzionali, gallerie private e spazi indipendenti. Nella giornata dell’apertura al pubblico della Fiera, in questo secondo itinerario (qui gli altri), ci muoviamo nella zona Ovest della città, passando dalla Manifattura delle Arti, in prossimità del MAMbo, per arrivare nei pressi di Piazza San Francesco, in Via Sant’Isaia.

 

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Marktstudio, Parsec, GALLLERIAPIÙ, Studio Spada Partners, Ex Convento San Mattia

A poche centinaia di metri dalla stazione di Bologna Centrale vi è il distretto della Manifattura delle Arti, ove troviamo il MAMbo, il Museo Morandi, oltre a vari laboratori di ricerca universitaria in ambito culturale e centri di produzione artistica. Il percorso odierno parte proprio da qui, per la precisione da Via Don Minzoni 7, di fronte al MAMbo, dove si trova la base di Marktstudio, spazio espositivo attivo dal 2020 e vero e proprio progetto artistico, nato prendendo in prestito come luogo fisico un laboratorio e negozio di cornici. Esso si pone l’obiettivo di indagare i cortocircuiti interni alle tradizionali concezioni di spazio espositivo e di vendita. Nei giorni dell’art week bolognese, lo spazio ospita Hard Work, progetto espositivo dell’artista Letizia Calori, in perfetta continuità con le sue ultime ricerche e riflessioni riguardo la materialità dell’oggetto quotidiano nello spazio fisico e sociale, veicolata dalle opere inedite presentate, che assumono un carattere surreale, perdendo la loro funzionalità.

STRANGE STRANGERS, 2022, Parsec, Bologna

Proseguiamo a piedi in direzione di via del Porto, sempre a poche centinaia di metri da via Don Minzoni, e giungiamo da Parsec, spazio indipendente d’arte partecipata, fondato da curatrici, artiste, storiche dell’arte, operatrici del settore culturale e della comunicazione con l’urgenza di parlare di arte, nella convinzione del suo valore sociale e del ruolo che riveste nell’immaginazione del presente. Dal 12 maggio fino al 5 giugno, ospita STRANGE STRANGERS, mostra collettiva di Esther Gatón, Caterina Gobbi e Sofia Albina Novikoff Unger. Il lavoro delle tre artiste, prodotto principalmente con materiali di recupero, sottolinea l’importanza della co-creazione e della metamorfosi attraverso una rappresentazione diversificata di sistemi complessi, attraverso i quali la materia suggerisce uno slittamento dal reale al possibile.

Garden of trust, Installazione permanente di Gluklya, 2022, Gallleriapiù, Bologna. Photo credit Stefano Maniero. Courtesy GALLLERIAPIÙ e l’artista

Proprio accanto a Parsec troviamo GALLLERIAPIÙ, con la mostra Garden of Trust: visual correspondence between Gluklya and Kati Horna, visitabile fino al 16 maggio. Il concetto dell’esposizione ruota intorno ad un dialogo visivo tra l’eredità lasciata dal surrealismo storico e gli artisti contemporanei, di cui Gluklya – all’anagrafe Natalia Pershina-Yakimanskaya – ne è rappresentante. La mostra si compone di diversi atti che, come in uno spettacolo teatrale, compongono la narrazione fino al finissage della mostra. Il primo atto, andato in scena a fine gennaio, consisteva in un evento performativo nel quale Gluklya si è relazionata in maniera individuale con gruppi eterogenei di persone, trattando il tema della cura e della resistenza contemporanea. Il secondo atto, tutt’ora in mostra, non è altro che la rappresentazione ed esposizione del dialogo, immaginato e immaginario tra Gluklya e l’artista ungherese Kati Horna. Ad accogliere il visitatore, la serie fotografica di quest’ultima, in un insieme di immagini che trasudano dolore ma anche erotismo. Affiancate alle fotografie in bianco e nero gli acquerelli ed installazioni di Gulklya dalla serie Corona Drawings, realizzati durante la pandemia, richiamano quel senso di cupo mistero e dramma imminente.

Kati Horna, Senza titolo, dalla serie Hitlerei, Parigi, 1937. © 2005 Ana María Norah Horna y Fernández. Courtesy GALLLERIAPIÙ

Da via del Porto ci spostiamo sulla cerchia dei viali di Bologna, in direzione di Porta Sant’Isaia, più precisamente in Viale Vicini, a piedi con una camminata di circa 15 minuti, oppure con l’autobus n° 33 da Porta Lame, scendendo alla fermata Vicini. Al civico 16 del viale, inaugura lo studio bolognese di Spada Partners con la mostra 1897. Dove andiamo?, bipersonale di Chiara Camoni e Luca Bertolo. I due artisti condividono una predilezione per ciò che è inattuale. Attraverso opere e modalità diverse, entrambi cercano vie di fuga: dal mondo delle agenzie di viaggio, dall’eterno presente in cui le visioni muoiono di cronaca. Entrambi si muovono su direttive comuni: l’ombra, la lontananza, i ricorsi. Attraverso un insieme di piccole sculture, installazioni e quadri, Bertolo e Camoni si muovono attraverso un insieme di scenari possibili, al di là o al di qua dell’immagine e della sua rappresentazione.

Chiara Camoni, Una Tenda #03, 2020-2021, installation view presso Villa Romana, Firenze, ottone, stampa vegetale su seta, 205 x Ø 200 cm. Courtesy SpazioA, Pistoia. Foto: Ela Bialkowska /OKNOstudio
Luca Bertolo, Testimone #8, 2017, olio su tela, 50 x 40 cm. Courtesy SpazioA, Pistoia. Foto: Camilla Maria Santini

Da viale Vicini ci dirigiamo verso via Sant’Isaia per l’ultima tappa del nostro itinerario di oggi, esattamente presso l’Ex Convento di San Mattia, dove, nella Sala del Refettorio, Home Movies presenta la video-installazione Concrete Poetry (11.21 v.) di Fabio Giorgi Alberti. Concrete Poetry si interroga sull’esistenza e la definizione di una realtà unica e condivisa, una successione di termini. Alla luce di diverse sperimentazioni con il testo, la fotografia, la scultura, Giorgi Alberti propone una proiezione loop in 16mm girata su super8: «Interessante – per citare l’artista – per il distacco che crea con gli oggetti, con il mondo: come se grazie alla chimica della ripresa su pellicola, la realtà ne uscisse distillata e dopo lo sviluppo venisse fuori l’idea platonica di ciò che è stato ripreso». Ogni clip del video è decontestualizzata: appartiene a una fase più cerebrale della visione dell’immagine, pertanto più condivisibile; una paradossale concretizzazione dell’immagine attraverso l’astrazione.

Fabio Giorgi Alberti, Concrete Poetry (11.21 v.), 2021, installazione/proiezione loop 16mm. Courtesy l’artista

Bologna Art to Date Itinerario 2 – venerdì 13 maggio 2022

Marktstudio
Via Don Minzoni, 7
marktstudiobo@gmail.it
marktstudio.art
Hard Work
Letizia Calori
> 15.05.2022

Parsec
Via del Porto, 48 c/d
+39 340 7196254
info@parsecbologna.com 
parsecbologna.com
STRANGE STRANGERS
Esther Gatón, Caterina Gobbi, Sofia Albina Novikoff Unger, a cura di Parsec
> 05.06.2022

GALLLERIAPIÙ
Via del Porto, 48 a/b
+39 051 3179675
info@gallleriapiu.com
gallleriapiu.com
Garden of Trust
Visual correspondence between Gluklya and Kati Horna
> 16.05.2022

Studio Spada Partners
Viale Vicini, 16/18
eventi@spadapartners.it
spadapartners.it 
in collaborazione con SpazioA, Pistoia
1897. Dove andiamo?
Luca Bertolo, Chiara Camoni
13.05
> 10.06.2022

Ex Convento San Mattia – Sala del Refettorio
Via Sant’Isaia, 20
info@homemovies.it
homemovies.it
Concrete Poetry (11.21 v.)
Fabio Giorgi Alberti, testo di Giulia Simi
> 15.05.2022

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