31 marzo 2023

Cinque spazi indipendenti per una collettiva decentralizzata: il progetto Emergere

di

Palermo, Roma, Bologna, Venezia, Verona: cinque spazi indipendenti riuniti da una pubblicazione cartacea e da un progetto espositivo in apertura condivisa. Ne parliamo con la curatrice Linda Carluccio

Francesco Bendini

Inaugurerà sabato, 1 aprile, e sarà visitabile fino al 29, la collettiva decentralizzata dal titolo “EMÈRGERE”. Si tratta di un progetto corale curato da A Priori Magazine edinteso nella sua accezione etimo-logica di “venire alla superficie dell’acqua”, tema editoriale del primo numero della rivista. La mostra è l’ultima tappa di un progetto che ha coinvolto una serie di artist*, curat*rici e cinque spazi no-profit per l’arte contemporanea, riuniti all’interno di questa collettiva decentralizzata e accomunati dalla riflessione intorno a un unico tema curatoriale, che si può sintetizzare nel termine FUTURO. Le realtà coinvolte sono varie e diffuse su tutto il territorio italiano. Eccole.

Eliel David Pérez Martínez

L’artist run space Parentesi Tonde fondato nel 2022 a Palermo rivendica l’essenza di quell’intervallo vivido tra le due parentesi, in cui l’opera d’arte cresce e si espande secondo le sue esigenze. Il fare artistico segue il proprio corso naturale di vita come le radici di un albero che affondano nel terreno, plasmando e consolidando la materia in nuove visioni. )( vede allestita nei propri spazi la mostra di Marta Guidotti e Marco Ceccarelli a cura di Elisa Muscatelli.

Porto Simpatica è uno spazio romano che dal 2021 si costituisce come un insieme di studi condivisi, affiancato al suo interno da un project-space con finalità trasversali e multidisciplinari. Il termine Porto è inteso come meta, un ambiente familiare che diviene teatro di contaminazioni culturali ma allo stesso tempo un bacino cui propen-dere verso nuove esplorazioni, l’attributo Simpatica è riferito alla cartomante Maga Simpatica, il cui studio televisivo si trovava precedentemente nella sede attuale di questo luogo che ospiterà il progetto di Roberto Orlando ed Eliel David Pérez Martínez curato da Tabea Badami.

Zolforosso a Venezia ospita la mostra di Francesco Bendini e Ketty Gobbo curata da Leonardo Bentini. Prendendo il proprio nome dallo zolfo rosso, una componente al contempo pericolosa e necessaria nel processo alchemico, e rimandando alla precipitazione dell’idea nella materia, preludio al raggiungimento all’oro, l’artist-run studio indaga la produzione artistica contemporanea e sperimenta nuove modalità di lavoro, partecipazione e condivisione comunitaria attraverso l’esplorazione di diversificate ricerche personali. Zolforosso dal 2017 a oggi conta due atelier e un “Terzo Spazio” preposto ad attività curatoriali e di carattere generativo-cooperativo.

A Verona, gli spazi di Habitat Ottantatre accolgono l’esposizione di Tania Cellini e Laura Pernechele a cura di Carlo Corona. Fondato come centro culturale con l’obiettivo di offrire consulenze e professionalità per il settore artistico e culturale, Habitat Ottantatre è uno spazio di comunità e sperimentazione che lavora in sinergia con il territorio, accogliendo artisti e professionisti secondo un modello che pone al centro la multidisciplinarietà e la contaminazione.

Lo spazio curatoriale Adiacenze, fondato a Bologna nel 2010, vede come protagoniste Livia Ribichini e Giorgia Errera, con la curatela di Linda Carluccio. Basandosi sull’idea di sostenere e valorizzare la ricerca di artiste/i emergenti attraverso l’ideazione e la realizzazione di progetti site-specific, la sua mission è quella di creare le condizioni per la diffusione e la conoscenza delle pratiche artistiche contemporanee sia mediante progetti in sede sia proponendo mostre, presentazioni e laboratori ad altri enti, gallerie, istituzioni pubbliche o private.

Giorgia Errera

«A Priori nasce nel 2021 da un’idea di Simone Bacco e dal sostegno della consulta dell’Accademia di Roma. Si tratta di un magazine aperto e partecipativo nel senso che i contenuti stessi della rivista si basano su una call pubblica rivolta a studenti e neo diplomati di tutte le Accademie di Belle Arti di Italia e Istituti ISIA», ha raccontato Carluccio, già 50% del collettivo ArtBo, con la quale abbiamo approfondito alcuni concetti.

«In questo progetto c’è la forte volontà di connettere artisti e curatori emergenti sparsi sul territorio italiano provando ad instaurare un dialogo che, seppure dislocato, cerca di avvicinare e scoprire il lavoro artistico altrui in ottica di operare collaborativo. La mostra “EMÈRGERE” è pertanto il passo successivo all’incontro di artisti e curatori che hanno partecipato alla prima edizione della rivista», ha continuato Carluccio, entrando nello specifico del progetto.

«È stato un lavoro sviluppato in gruppi (o nodi come il magazine li definisce) confluito all’interno del cartaceo. Sostenendo il dialogo aperto e decentralizzato, l’esposizione abbraccia e coinvolge contemporaneamente cinque spazi no profit. Gli stessi spazi, a loro modo, esprimono intenzionalità affini alla mission di A Priori e permettono la concretizzazione materiale dei precedenti confronti attivati i tra artisti e curatori. Una mostra collettiva che inaugura a Palermo, Roma, Bologna, Venezia e Verona contemporaneamente il primo aprile e che stimola il pubblico a scoprire parallelamente, anche nei giorni seguenti e fino alla fine del mese, quali sono gli altri spazi, quali artisti e su cosa gli stessi hanno lavorato: in questo modo si traccia la rete realizzata in occasione di EMÈRGERE. Il titolo che esplicita la tematica base e comune della collettiva, esprime il desiderio di affiorare nel panorama artistico italiano. La collettiva si costituisce di cinque mostre differenti, all’interno dei singoli spazi espositivi, artisti e curatori presentano il lavoro avvenuto all’interno del proprio nodo, ecco che si manifesta forte eterogeneità nell’aggregazione di plurime sedi espositive e artisti di varie accademie italiane. Sicuramente questo è un aspetto del tutto importante: riunendo sotto la stessa volontà differenti figure del mondo dell’arte, realtà no profit, artisti e curatori, ne risulta uno spettro variegato dell’arte contemporanea proprio nella sua etimologia di vivente nel qui ed ora, di ciò che vive e accade nello stesso tempo di qualcun’altro».

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