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Costruire un’immagine, distruggerla, ripetere: la lezione di Urs Fischer
Arte contemporanea
Visitabile fino al 7 gennaio 2026, nella sede di Gagosian a Roma, in via Francesco Crispi, After Nature affronta il processo di decostruzione dell’immaginario figurativo, filo conduttore della ricerca di Urs Fischer che si orienta verso una dimensione filosofica e concettuale non perdendo la sua natura vivace. L’artista, celebre a livello internazionale per le sue sculture di notevoli dimensioni realizzate con materiali presi in prestito dalla vita quotidiana, come legno, metallo, polistirolo, conduce in After Nature un’indagine su proporzioni, percezione e rappresentazione, amplificata dal suggestivo white cube ovale della sede di Gagosian a Roma.
Nel 1966, Niki de Saint Phalle, Jean Tinguely e P.O. Ultvedt presentavano She – A Cathedral, una monumentale scultura raffigurante una donna incinta, sdraiata sulla schiena, all’interno della quale il pubblico poteva entrare (come in una cattedrale) salendo per scalette e livelli che conducevano alla mostra ospitata nel suo ventre. Allo stesso modo, Body è una grande scultura sinuosa e accogliente ma anche un luogo: un’oasi al centro della stanza dove sedersi e riposare. La sua texture vellutata la rende un’incarnazione viscerale della forza di gravità, un punto di attrazione silenzioso su cui soffermarsi o da cui contemplare. Niente è eterno e tutto è in costante trasformazione.
Fischer coltiva la sua attenzione per la caducità degli oggetti, traendo ispirazione dalle infinite metamorfosi dei materiali e possibilità delle texture. Una scultura di cera che si scioglie durante la mostra, una casa fatta interamente di pane, la temporalità e mutevolezza delle cose ritornano costantemente nella sua ricerca. Anche in questo caso l’opera vive deteriorandosi, seppur minimamente, al passaggio del pubblico.

In mostra anche una nuova serie di dipinti e un’installazione video. Urs Fischer ancora una volta pone l’enfasi della sua ricerca su i processi di creazione di distruzione a cui sono inevitabilmente sottoposti i materiali. Affronta il concetto di temporalità partendo dai processi spontanei di formazione e decomposizione della materia e usa la polvere del suo studio per creare una nuova serie che rievoca la fotografia di Man Ray Dust Breeding (1920) in cui veniva catturato l’accumulo di sporcizia sulla superficie dell’opera di Marcel Duchamp The Bride Stripped by Her Bachelors, Even (The Large Glass) (1915-23). La serie presentata è composta da otto dipinti, in cui le immagini serigrafate della polvere evocano paesaggi desertici o lunari colmando il divario tra fenomeni microscopici e macroscopici.

After Nature (After Dan Graham) è un’installazione video che rende omaggio alla famosa opera del 1974 di Dan Graham. Anche qui, un circuito chiuso di telecamere registra in ritardo chi passa nella sala generando una condizione di auto-sorveglianza aprendo una riflessione sull’epoca di presente perpetuo in cui viviamo.
Nel suo mondo complesso e ludico Fischer riflette con umorismo e paradossale leggerezza sullo stato dell’arte contemporanea, sul rapporto tra l’oggetto e la sua immagine e sul rapporto tra corpo umano, natura e la sua rappresentazione.














