27 febbraio 2024

Due Qui / To Hear: come sarà il Padiglione Italia di Cerizza e Bartolini alla Biennale di Venezia

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Una grande installazione da ascoltare: presentato al Ministero della Cultura, a Roma, il progetto di Massimo Bartolini, a cura di Luca Cerizza, per il Padiglione Italia alla Biennale d’Arte di Venezia del 2024

Padiglione Italia, Tese delle Vergini, Arsenale. Courtesy La Biennale di Venezia. Photo by Giulio Squillacciotti
Padiglione Italia, Tese delle Vergini, Arsenale. Courtesy La Biennale di Venezia. Photo by Giulio Squillacciotti

Pochi elementi visivi ma ci sarà molto da sentire, per un progetto dall’alto gradiente esperienziale. Da questa impostazione metodologica e concettuale, basata sulle potenzialità espressive dell’ascolto, prende le mosse il progetto di Massimo Bartolini, curato da Luca Cerizza, per il Padiglione Italia alla 60ma Biennale d’Arte di Venezia, la cui presentazione si è svolta oggi, presso la Sala Spadolini del Ministero della Cultura, a Roma. Tra gli intervenuti, oltre all’artista e al curatore, anche il Ministro Gennaro Sangiuliano, Diego Della Valle per Tod’s, partner del Padiglione Italia 2024, e il presidente uscente della Biennale di Venezia, Roberto Cicutto, in collegamento via streaming, introdotti da Angelo Piero Cappello, Direttore Generale Creatività Contemporanea e commissario del Padiglione.

Se il tema è l’ascolto, già nel titolo si gioca su un’assonanza ambigua, una sorta di traslitterazione tra le parole italiane Due qui e l’omofona traduzione inglese To Hear (per Two Here). Dunque, se il testo fissa un significato, secondo Cerizza l’ascolto presuppone invece un’apertura che, nel caso del progetto di Bartolini, sarà declinata attraverso un rapporto diretto con gli spazi alle Tese dell’Arsenale, sede del Padiglione Italia.

«Esploreremo il carattere metaforico dell’ascolto ma anche quello fisico, gli spazi delle tese risuoneranno nella loro naturalezza, con il loro fascino, senza tentativi di musealizzazione, per motivi anche economici e di sostenibilità ambientale. I materiali potranno infatti essere riutilizzati per altri scopi», ha spiegato Cerizza. Il progetto, che ha una natura collaborativa e che per Bartolini rappresenta una vera «Jam session», sarà dunque scandito nello spazio architettonico di 1200 metri quadrati e oltre, coinvolgendo anche gli esterni e istituendo un percorso circolare tra i due ingressi, verso le Tese e verso i Giardini.

Alle due estremità, quindi, due installazioni sonore, immaginate intorno a due figure evocative: l’albero e il bodhisattva. Nel primo caso, l’opera sarà realizzata in collaborazione con il musicista inglese Gavin Bryars e con il figlio, Yuri Bryars, che in questi giorni stanno effettuando delle registrazioni a Venezia. Il componimento metterà in musica dei versi del poeta argentino Roberto Juarroz, A veces ya no puedo moverme, Certe volte non riesco più a muovermi, incentrata su un essere umano che si percepisce come albero. L’altra figura di riferimento quella del Bodhisattva, ripresa dall’arte e dalla cultura buddista: un uomo che ha raggiunto l’illuminazione ma vi rinuncia volontariamente, per indicare la via agli altri.

Il centro dello spazio sarà invece occupato da una grande installazione sonora attraversabile, in un percorso di esplorazione che chiamerà il fruitore a cercare un centro, come punto di incontro e di equilibrio, dal quale ascoltare il suono dell’opera. In questo caso, la traccia è stata composta dalle musiciste Caterina Barbieri e Kali Malone.

«Lo sforzo è stato votato alla massima astrazione, a far sì che la materia più solida si incontri con la materia sottile del suono», ha esordito Bartolini che, nella sua ricerca, ha spesso lavorato sul dialogo tra la dimensione sonora e l’estensione ambientale. «Mentre il visivo è solo frontale e dialettico, l’ascolto è sensibile a tutto quello che è intorno», ha proseguito l’artista, che alla Biennale di Venezia ha già partecipato nel 1999, nel 2009 e nel 2013.

Il progetto sarà inoltre accompagnato da un Public Program curato da Cerizza in collaborazione con Gaia Martino, che approfondirà i temi sollevati dal lavoro di Bartolini, a partire da una frase del grande John Cage: «Music is everywhere, if we only had ears». Centrale sarà ancora il tema dell’ascolto, come strumento di conoscenza di se stessi e dell’altro e occasione di relazione. Oltre a conferenze, performance, laboratori e lecture, a maggio si terrà anche un evento speciale nel parco di Villa Furstenberg a Mestre, spazio espositivo di Banca IFIS, sponsor del Padiglione Italia. In questa occasione, si terrà una nuova performance sonora concepita appositamente da Massimo Bartolini e intitolata Ballad for Ten Trees, con la presenza di dieci sassofonisti.

A chiusura della presentazione, gli interventi di Diego Della Valle, che ha posto l’accento sul dialogo tra pubblico e privato per sostenere la cultura, e di Gennaro Sangiuliano, per il quale la Biennale d’Arte è una ottima occasione di «Promozione culturale anche attraverso la diplomazia».

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