28 gennaio 2022

Genesi: Arte e diritti umani in tour, nel cuore d’Italia

di

Una mostra itinerante e un’iniziativa composita e interdisciplinare, basata sulla sincronia tra esposizione e formazione, dedicata alla tutela dei diritti umani: ecco "Genesi"

Mequitta Ahuja Autocartography III, 2012, Acquarello, acrilico e matita colorata su pergamena di cotone, 229 x 236,2 cm [Ph. Copyright e Courtesy Mequitta Ahuja]

Più di una semplice mostra, bensì un progetto culturale molto ampio e articolato, capace di formare e informare, sensibilizzando la coscienza collettiva su temi di straordinaria importanza e attualità, anche attraverso l’arte. Tutto questo è racchiuso in “Progetto Genesi. Arte e Diritti Umani”: un’iniziativa composita e interdisciplinare, basata sulla sincronia tra esposizione e (in)formazione, sviluppata su un arco temporale di un anno (da settembre 2021 a settembre 2022). Proponendo una mostra itinerante, a cura di Ilaria Bernardi, delle opere della Collezione Genesi che percorre l’Italia da Nord a Sud, passando per quattro città, selezionate per la loro grande rilevanza dal punto di vista del patrimonio storico-artistico e ambientale. Si tratta di Varese, Assisi, Matera e Agrigento, che rappresentano dei siti appartenenti al patrimonio mondiale Unesco, oltre ad essere sedi di Beni del FAI.

Hangama Amiri, Collective Objects, 2021, Chiffon, mussola, cotone, poliestere, velluto, cartolina, ecopelle, stampa a getto d’inchiostro su chiffon, carta, vinile trasparente e tessuto trovato, 203 x 350,5 cm [Ph. Nabil J. Harb. Courtesy Hangama Amiri e albertz benda]
Dopo la prima tappa andata in scena a Varese – a Villa e Collezione Panza – la mostra si trova oggi ad Assisi dove rimarrà fino al 27 febbraio. Ed è qui – dove l’abbiamo raggiunta noi di Exibart – che raggiunge forse il climax, trovando, nelle sedi del Museo Diocesano e nella Cripta di San Rufino, nella Chiesa di Santa Croce nel Bosco di San Francesco, un significato ulteriore, forse anche mistico, fondendosi con la storia del luogo e lasciandosi permeare dall’aura del Santo patrono, che tanto aveva cuori quei temi proposti (e valorizzati) dall’iniziativa. La mostra individua infatti all’interno della Collezione Genesi sei sezioni tematiche principali, attraverso le quali le opere esprimono un messaggio legato alla difesa dei diritti umani: “La memoria di un popolo”, “Un’identità multiculturale”, “Le vittime del Potere”, “Il colore della pelle”, “La condizione femminile”, “La tutela dell’ambiente”. In ogni sezione, le opere sono esposte senza didascalie né testi, per consentire ai visitatori un primo approccio aperto e diretto con ogni opera: libero, senza filtri, allo scopo di innescare un’interpretazione “pura” poiché basata solo sul proprio sentire. Le didascalie e gli approfondimenti sulle opere e su ciascuna sezione sono comunque forniti da un guida in brochure fornita all’ingresso del museo e da un’app dedicata, scaricabile sul cellulare tramite QR Code, che oltre a favorire un’esperienza coinvolgente della mostra, fornisce anche la possibilità di essere aggiornati sui vari appuntamenti previsti nel corso di Progetto Genesi. Il quale, come detto, oltre alla parte espositiva contiene anche altri momenti di carattere culturale ed educativo. Con i volontari del progetto Fai “Ponte tra Culture” che hanno realizzato degli specifici podcast con le loro storie per rendere la visione delle opere un’esperienza ancor più educativa.

Jean David Nkot, #life is your hands#, 2019, Inchiostro, acrilico e posca su tela, 200 x 170 cm [Ph. Copyright Jean David Nkot. Courtesy AFIKARIS e Jean David Nkot]
Nella prima sezione, dedicata alla memoria, le opere esposte indagano su come le tradizioni e la storia di ogni comunità siano da considerarsi una memoria collettiva da preservare in quanto elemento identitario fondamentale. Nella seconda, le opere parlano di un’identità molteplice e dell’importanza del dialogo, dell’interscambio e il rispetto reciproco tra culture. Quella dedicata alle vittime del potere – forse la più toccante dell’intero percorso – espone lavori che ricordano le violenze perpetrate o tollerate, in alcune aree del mondo, dagli stessi governi sui propri cittadini, vittime di costrizioni, censure, genocidi, guerre, sfruttamento. Mentre nella sezione dedicata al colore della pelle, sono incluse opere di artisti di colore nati negli Stati Uniti, che raccontano storie vere legate ai pregiudizi e alle ingiustizie avvenute nel loro paese nei confronti delle persone di colore.

Shilpa Gupta, For, In your tongue, I cannot fit, 2019, Legno, metallo, lampadine, vetro, 200 x 178 x 40 cm [Ph. Ela Bialkowska, OKNO Studio. Courtesy Shilpa Gupta e GALLERIA CONTINUA]
Ma c’è spazio anche per donne e ambiente, con due rispettive sezioni, dove viene portato in luce il ruolo della donna all’interno di contesti, privati o pubblici, in cui la supremazia maschile è ancora presente e dove si indaga sui danni causati dalle attività umane sull’ecosistema e l’urgenza di preservare l’equilibrio tra essere umano e natura mediante uno sviluppo sostenibile.
Tutto questo viene esposto oggi ad Assisi, dopo il passaggio a Varese e in attesa di approdare a Matera e Agrigento: tracciando un percorso altamente simbolico, anche dal punto di vista temporale: in ogni città la mostra inaugura in occasione di una importante Giornata Internazionale o Mondiale indetta dall’Onu per promuovere tematiche legate ai diritti umani: a Varese si è partiti il 21 settembre con la Giornata Internazionale della Pace; ad Assisi il 18 dicembre per la Giornata Internazionale dei Migranti; a Matera toccherà l’8 marzo in occasione della Giornata Internazionale della Donna; mentre ad Agrigento si arriverà il 5 giugno, per la Giornata Mondiale dell’Ambiente.

Anne de Carbuccia, Archeology I, Tivoli Italia, 2019, dalla serie Paintings, Tecnica mista su carta fotografica, 110,6 x 164,3 cm, [Ph. Courtesy Anne de Carbuccia]
Un percorso suggestivo oltre che simbolico, che ha l’ulteriore pregio di valorizzare anche il patrimonio culturale locale, promuovendo anche inediti cortocircuiti tra le opere della collezione – rigorosamente contemporanee e provenienti da tutto il mondo e da culture non occidentali – e quelle dei musei ospitanti, d’arte antica o moderna, prevalentemente europea. Un modo nuovo e diverso dal solito per promuovere l’arte, la cultura e il territorio, riuscendo anche a sensibilizzare il pubblico su tematiche di primaria importanza, sulle quali si parla fin troppo, ma mai abbastanza.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui