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Hauser & Wirth scommette sulla Silicon Valley e apre la nuova sede a Palo Alto
Arte contemporanea
di redazione
Hauser & Wirth ha annunciato l’apertura di una nuova sede a Palo Alto, in California, prevista per la primavera del 2026. Sarà la prima galleria nel Bay Area per il colosso svizzero e la terza in California, dopo quelle a Downtown Los Angeles – che ospita anche il ristorante farm-to-table Manuela – e a West Hollywood, inaugurate rispettivamente nel 2016 e nel 2023.
La nuova sede si aggiunge alle altre 17 in tutto il mondo e occuperà una ex sede postale storica, al civico 201–225 di Hamilton Avenue, a pochi passi dal campus della Stanford University. Il progetto di ristrutturazione è stato affidato all’architetto Luis Laplace, già autore di diversi spazi per Hauser & Wirth. Tipico dell’architettura di inizio Novecento nella Bay Area, questo edificio angolare presenta una facciata con ampie finestre a livello stradale e 240 metri quadrati di spazio espositivo, nei quali troverà posto anche una libreria.
«La California del Nord ha una comunità di collezionisti profondamente impegnata e istituzioni d’arte di primo piano», ha dichiarato Marc Payot, presidente della galleria, inquadranto l’apertura come una naturale espansione in un’area culturalmente e collezionisticamente strategica. «Il Bay Area è un luogo vivace, affacciato sul Pacific Rim, con una lunga tradizione di mecenatismo consapevole. Siamo orgogliosi di costruire qui un nuovo spazio, un centro d’energia per i nostri artisti e per la comunità».

La mossa è significativa. Dopo la chiusura della sede di Pace Gallery nel 2022 proprio a Palo Alto – che invece continua a opera a Los Angeles – e quella di Gagosian a San Francisco tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, Hauser & Wirth è la prima mega-galleria a tornare a investire nella regione. E nonostante la sua cultura low profile, la Silicon Valley è sede di più di 7mila imprese che occupano più di 98mila persone e vanta un ecosistema di collezionismo tra i più forti al mondo. Lo U.S. Wealth Report 2024 di Henley & Partners conferma – ma questo già si poteva intuire – che l’area conta un numero di milionari e miliardari pari, se non superiore, a quello di New York City.
Tra i nomi, Laurene Powell Jobs, il venture capitalist Marc Andreessen con Laura Arrillaga-Andreessen, il fondatore della società di software Oracle Larry Ellison, l’ex presidente di Gap Robert Fisher, fino ai collezionisti tech Komal Shah e Gaurav Garg. Proprio Komal Shah, intervistata da ARTnews, ha sottolineato come l’arrivo di Hauser & Wirth rappresenti «Una scelta perfettamente sensata per il Bay Area. Qui c’è una comunità attiva, anche se poco incline a ostentare. La galleria ha legami forti con i collezionisti locali e con Stanford, e saprà coinvolgere anche i giovani collezionisti, sempre più presenti».
La scommessa di Hauser & Wirth appare dunque più calibrata rispetto alle incursioni passate di Pace e Gagosian. Non più pop-up effimeri ma uno spazio pensato come polo culturale stabile, con un programma ricco di mostre, pubblicazioni, eventi e progetti educativi, per attivare gli interessi del territorio.
E poi, con questo nuovo avamposto, Hauser & Wirth porterà l’arte contemporanea in un territorio dove si immagina il futuro, a stretto contatto con le reti di mecenati e le istituzioni accademiche abituate a guardare avanti. In certi casi, anche più avanti dell’arte contemporanea stessa.














