15 luglio 2021

Hybrida Tales by Untitled Association #23: Spazio ‘500 per le Arti e ZNS Project

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Untitled Association presenta Hybrida Tales, una mappatura di spazi indipendenti, artist-run space e associazioni culturali in tutta Italia: oggi incontriamo Spazio ‘500 per le Arti e ZNS Project

ZNS Project
ZNS Project, Palagiano (TA), workspace

Hybrĭda Tales è la rubrica di approfondimento nata da Hybrĭda, il nuovo progetto con cui Untitled Association ha individuato circa 150 tra spazi indipendenti, artist-run spaces, associazioni culturali e luoghi informali che stanno contribuendo significativamente ad ampliare gli sguardi sul Contemporaneo in Italia oggi.

Con un sistema di interviste a schema fisso, Hybrĭda Tales restituirà una panoramica delle realtà indicizzate, siano esse emergenti o ormai consolidate, e coinvolgerà artisti, operatori culturali, curatori, giornalisti, collezionisti, galleristi per dare vita a un archivio condiviso e collettaneo di riflessioni aperte sulle prospettive, attuali e future, del Contemporaneo.

Qui trovate tutte le puntate già pubblicate.

 

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Spazio ‘500 per le Arti

Spazio ‘500 per le Arti nasce per adibire Palazzo Malfatti, un edificio storico nel centro di Vigolo Vattaro, in provincia di Trento, a luogo di ospitalità, residenza e alta formazione per le arti, per lo spettacolo e per la cultura durante i mesi estivi; parte integrante del progetto è il grande parco adiacente al Palazzo, utilizzabile per le attività legate alla sperimentazione dei linguaggi contemporanei.

Cosa unisce la vostra attività, e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale sul contemporaneo?

«Spazio ‘500 si basa sulla cooperazione orizzontale e trasparente dei propri componenti. Da questo luogo di connessione, ci apriamo fiduciose al mondo contemporaneo, dove continuiamo però ad osservare l’errata convinzione che l’arte performativa non sia un lavoro vero, che non merita di essere retribuito. Desideriamo cambiare, con l’aiuto di chi crede in noi, questa narrazione e supportare artist* emergenti a produrre e condividere il proprio lavoro in modo sostenibile, sensibilizzando gli abitanti di un borgo fino ad arrivare ai vertici del mercato».

Quali legami sentite con la città/luogo in cui operate?

«Non è facile inserirsi in una realtà di paese da forestiere provenienti da grandi città, tuttavia notiamo che l’interesse verso le nostre attività sta crescendo esponenzialmente e sentiamo apertura e curiosità nei nostri confronti. Qualcosa di profondo ci unisce: il desiderio di autenticità, il contatto con la natura, la voglia di perdersi in sentieri montuosi e onirici, la semplicità di un orto dietro casa. Tutto ciò lo possiamo ritrovare naturalmente nel territorio dove operiamo e si tratta di una condizione sine qua non per la ricerca e la produzione artistica di qualità».

Cosa significa per voi sperimentazione?

«Sperimentazione è essere consapevoli che ogni azione prodotta è un esperimento, di conseguenza, potenzialmente fallimentare; è vivere nel presente l’atto creativo, amando il processo e lasciandosi trasportare con gioia, senza pretese. L’errore è parte fondamentale per la crescita di un progetto artistico e di un artista, per questo lo spazio, il tempo e i fondi per sperimentare serenamente sono fondamentali».

ZNS Project

ZNS project, ovvero “ZentralNerveSystem”. Ancora “Sistema Nervoso Centrale”. Un progetto che vuole integrare le principali funzioni di elaborazione creativa, cercando di trasmettere stimoli in cambio di risposte. Interviene nell’Arte Contemporanea a sostegno e valorizzazione della giovane arte. Mission del progetto è avvicinare l’Arte al pubblico, avviare una discussione sul Sistema dell’Arte Contemporanea, provocare rimescolamenti, ripensamenti e nuove prospettive sul contemporaneo in particolar modo con i progetti “2° Piano Art Residence” e “Via Murat Art Container”.

 

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Cosa unisce la vostra attività, e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale sul contemporaneo?

«Dal locale al globale e viceversa, il tessuto sociale e urbano diventa tema di indagine e di produzione artistica, per riflettere a 360° sulle dinamiche che coinvolgono tutti: dall’ambiente inteso come climax all’habitat che ci accoglie e nel quale ci muoviamo; dal concetto di territorio e di spazio al superamento dei confini intesi come spazio comune di interazione e superamento dei limiti; dalla socialità all’accoglienza e condivisione; dal privato al bene comune».

Quali legami sentite con la città/luogo in cui operate? 

«L’Arte può attivare dispositivi virtuosi in grado di aiutarci a decodificare il nostro tempo e il nostro spazio. Focalizzare l’attenzione sul punto di vista locale può, attraverso l’Arte, riflettere e restituire la dimensione globale di una civiltà e del suo tempo e viceversa. L’Arte può raccontare una comunità e il suo macrocosmo di riferimento, in questo senso gli artisti si fanno interpreti di uno scenario globale e sociale. La condivisione di spazi domestici, urbani e quotidiani in ambito artistico ha la potenza di generare nuove connessioni in perenne divenire e offrire un valore aggiunto per una comunità che accoglie».

Cosa significa per voi sperimentazione? 

«Sperimentare per noi significa né più né meno quello che vuol dire realmente, provare attraverso l’esperienza in maniera pratica. Sperimentare è un antidoto contro un sistema che ci soffoca attraverso una rete infinita di tentacoli burocratici, istituzionali, anagrafici, fiscali, digitali e di remote control. Dove ogni mossa è controllata da una carta di credito o da un contatore, dove ogni pensiero è condizionato, la vera e unica difesa è quella di sperimentare riappropriandosi della facoltà di guardare e di contemplare il mondo e di riflettere su quello che si vede».

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