28 aprile 2022

Hybrida Tales by Untitled Association #39: Associazione STRUTTURA e ACME Art Lab

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Untitled Association presenta Hybrida Tales, una mappatura di spazi indipendenti, artist-run spaces e associazioni culturali in tutta Italia: questa volta andiamo da Associazione STRUTTURA e ACME Art Lab

Contaminazioni. Francesca Pasquali, exhibition view, 2019, Bunkervik, Brescia. Courtesy l’artista e ACME Art Lab, photo credits Mauro Novaglio

Hybrĭda Tales è la rubrica di approfondimento nata da Hybrĭda, il nuovo progetto con cui Untitled Association ha individuato oltre 200 tra spazi indipendenti, artist-run spaces, associazioni culturali e luoghi informali che stanno contribuendo significativamente ad ampliare gli sguardi sul Contemporaneo in Italia oggi.

Con un sistema di interviste a schema fisso, Hybrĭda Tales restituirà una panoramica delle realtà indicizzate, siano esse emergenti o ormai consolidate, e coinvolgerà artisti, operatori culturali, curatori, giornalisti, collezionisti, galleristi per dare vita a un archivio condiviso e collettaneo di riflessioni aperte sulle prospettive, attuali e future, del Contemporaneo.

Qui trovate tutte le puntate già pubblicate.

Associazione STRUTTURA

Associazione STRUTTURA è un collettivo di artisti formato da Giovanni Cosmo, Michele M. Criscuolo, Livia Giuliani, Guglielmo Mattei, Flavio Orlando, Monica Reali, Body Snatchers e Alfredo Valerio, che nasce con la necessità di elaborare un pensiero in grado di orientare la produzione artistica e scongiurare una condizione di appiattimento culturale e apatia dovuta alla costante ricerca d’intrattenimento della società contemporanea.

 

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Cosa unisce la vostra attività, e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale del Contemporaneo?

«STRUTTURA nasce con una sfida: essere un collettivo. Un’affermazione forte che ha delle implicazioni importanti e delle responsabilità: unità, coerenza, messaggio. STRUTTURA confermerà l’impossibilità di comunicazione delle singolarità umane o mostrerà che esiste la possibilità di mettere queste in coerente relazione, trovando l’identità di un nuovo singolo formato da tante singolarità, senza che le singolarità che lo compongono si perdano intrappolate nel corpo di un gigante?

Associazione STRUTTURA nasce come collettivo e non come spazio. STRUTTURA non ha uno spazio fisico, se non quello occupato dai corpi dei suoi membri e dalle opere prodotte; STRUTTURA sceglie per ora questa condizione di non fisicità, e trova un proprio regno inafferrabile nel non-spazio del digitale: lo spazio di STRUTTURA ora è un drive di Google, una cartella che è ovunque e in nessun luogo, accessibile dai dispositivi di ogni membro del collettivo, al cui interno galleggiano gli appunti, i bozzetti, i testi, le opere, le tracce di ogni componente di STRUTTURA.

Uno spazio che è un non-spazio, che rappresenta perfettamente la fusione degli spazi mentali di ognuno di noi e la coscienza ancora in formazione del gigante STRUTTURA, dove le nostre idee, la nostra ricerca ed il nostro lavoro si incontrano, coesistono e si contaminano. Uno spazio che non ci influenza ma che si lascia influenzare e modificare: non è lui che modifica il tuo workflow ma è il tuo workflow che lo modifica».

Quali legami sentite con la città/luogo in cui operate?

«Il legame che ha STRUTTURA con Roma è prettamente operativo: ogni membro di STRUTTURA ha un suo legame personale con la città, ma il legame del collettivo è qualcosa di più della somma dei singoli legami.

Siamo tutti attivi a Roma, ma non tutti siamo romani, e capita anche che qualcuno passi del tempo lontano dalla capitale; alcuni di noi non si sentono propriamente a casa in questa città; tuttavia, Roma spesso alimenta la nostra produzione artistica – che siano fotografie o vedute o ritratti di amici. D’altra parte, grazie alla dimensione digitale, il nostro percorso tenta sempre di sviluppare un confronto immediato con il globale.

STRUTTURA come collettivo è un essere sociale e curioso, un nomade nella giungla romana, desideroso di scambiare informazioni, alla ricerca costante di incontro fisico».

Cosa significa per voi sperimentazione?

«STRUTTURA è l’esperimento dei membri che ne fanno parte. Ogni volta che STRUTTURA si incontra, progetta e fa, sta sperimentando sé stessa e sta incarnando la sperimentazione dei suoi singoli membri. Sperimentazione per ognuno di noi vuol dire cercare di tradire noi stessi: uscire dal nostro guscio e lasciarci interpellare dalle opere degli altri membri del collettivo; non cedere al fascino pericoloso di un buon risultato; coltivare incessantemente l’onestà necessaria per demolire le nostre convinzioni, mai sazi, sempre affamati».

ACME Art Lab

ACME Art Lab è un collettivo curatoriale nato nel 2018 da un’idea di Alessia Belotti, Melania Raimondi e Camilla Remondina. Lo scopo è quello di valorizzare e divulgare l’arte contemporanea sul territorio nazionale e internazionale mediante progetti espositivi, performance, laboratori didattici, conferenze ed altri eventi artistici, mettendo in risalto artisti emergenti e realizzando eventi capaci di coinvolgere un ampio pubblico tramite una proposta educativa ad hoc.

 

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Cosa unisce la vostra attività, e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale sul contemporaneo?

«La nostra attività ha come punto focale la valorizzazione di artisti giovani ed emergenti; attraverso l’organizzazione di mostre ed eventi, ma anche approfondimenti online come interviste e rubriche sul nostro sito web, vogliamo dare spazio e far conoscere il lavoro di una nuova generazione, che è anche la nostra, del panorama artistico.

Non avendo uno spazio fisico, amiamo creare progetti site-specific, che si trasformano a seconda del luogo in cui sono allestiti, installazioni immersive e/o multisensoriali capaci di far vivere un’esperienza; noi pensiamo che coinvolgere emotivamente e stupire i visitatori sia il modo migliore per iniziare ad avvicinare il pubblico generalista all’arte contemporanea».

Quali legami sentite con la città/luogo in cui operate? 

«La nostra città è un elemento molto importante per il nostro lavoro. Ci siamo conosciute, formate e abbiamo cominciato la nostra attività a Brescia e per questo sentiamo un forte legame emotivo con essa.

Inoltre, Brescia sta diventando sempre più contemporanea grazie a diverse iniziative, progetti, mostre ed eventi che culmineranno nel 2023 con la Capitale Italiana della Cultura (insieme a Bergamo) e per questo siamo molto fiere di esserne parte così attivamente. Anche noi vogliamo aiutarla a crescere e ad aprirsi sempre più al mondo dell’arte».

Cosa significa per voi sperimentazione? 

«Per noi sperimentare significa unire ambiti apparentemente lontani per creare qualcosa di inedito; significa progettare mostre in grado di coinvolgere un pubblico ampio per avvicinarlo all’arte contemporanea; significa lavorare con artisti giovani e costruire fianco a fianco percorsi e dialoghi significativi; significa incuriosire e spingere visitatori e addetti ai lavori a sperimentare a loro volta e non fermarsi a ciò che già conoscono».

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