30 agosto 2022

Hybrida Tales by Untitled Association #49: IUNO e Lunetta11

di

Untitled Association presenta Hybrida Tales, una mappatura di spazi indipendenti, artist-run spaces e associazioni culturali in tutta Italia: questa volta, tappa da IUNO e Lunetta11

Performance di Paolo Della Piana a Lunetta11 in collaborazione con il Festival Club to Club - Photo credit Letizia Cigliutti- Courtesy Lunetta11

Hybrĭda Tales è la rubrica di approfondimento nata da Hybrĭda, il progetto con cui Untitled Association ha individuato oltre 200 tra spazi indipendenti, artist-run spaces, associazioni culturali e luoghi informali che stanno contribuendo significativamente ad ampliare gli sguardi sul Contemporaneo in Italia oggi.

Con un sistema di interviste a schema fisso, Hybrĭda Tales restituisce una panoramica delle realtà indicizzate, siano esse emergenti o ormai consolidate, e coinvolgerà artisti, operatori culturali, curatori, giornalisti, collezionisti, galleristi per dare vita a un archivio condiviso e collettaneo di riflessioni aperte sulle prospettive, attuali e future, del Contemporaneo.

Qui trovate tutte le puntate già pubblicate.

IUNO

IUNO è un progetto curatoriale indipendente fondato da Cecilia Canziani e Ilaria Gianni alla fine del 2021, che a partire da una visione situata si propone di offrire uno sguardo ampio sul mondo, le sue geografie, le sue urgenze. A partire dalla convinzione che l’arte offra la possibilità di guardare alle cose in maniera meno lineare, ma molto approfondita e a volte più efficace, che sappia mettere in relazione persone, luoghi e linguaggi molto distanti, che sappia insegnare, ma al di fuori di una dialettica autoritaria, IUNO si propone di intervenire in un territorio che al momento è quello della città di Roma, attraverso progetti che colmino i vuoti di immaginazione e di comunicazione, innescando processi che ripensino la relazione tra opera e spettatore e tra autorialità e fruizione.

IUNO crede che il pensiero nasca dallo scambio, dal dialogo e dalla condivisone di spazio e di tempo: per questo ogni anno un gruppo di persone con formazioni diverse viene invitato a pensare e lavorare con le fondatrici a partire da una parola.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da IUNO (@iunoiunoiuno)

Cosa unisce la vostra attività, e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale sul contemporaneo?

«IUNO nasce come centro di ricerca in parte lontano dai luoghi e dai tempi del contemporaneo. Il nostro lavoro procede con lentezza, distante da una frenesia che sembra ormai caratterizzare ogni tipo di produzione, compresa quella artistica. Noi selezioniamo una parola e tentiamo di analizzarne le possibili declinazioni con un metodo d’indagine che si rivolge sì all’attualità, ma anche alla storia. O per meglio dire, alle storie. L’idea è quella di tracciare diversi sentieri interpretativi contemporaneamente, collegando argomenti e realtà differenti».

Quali legami sentite con la città/luogo in cui operate? 

«Roma è principio e fonte di ispirazione del nostro progetto. Lo stesso nome, IUNO, deriva dal latino e si riferisce a Giunone, divinità generativa e vitale, ctonia e celeste, legata alla storia e alla cultura della nostra città. Vivere Roma significa agire e pensare per sedimentazioni, comprendendo e ammettendo la pluralità. La nostra ricerca non costituisce un tentativo di sintesi ma piuttosto una dimostrazione della complessità dei fenomeni e delle espressioni. Se Roma corrisponde al terreno di partenza, IUNO intende anche essere punto di riferimento per artisti nazionali e internazionali».

Cosa significa per voi sperimentazione? 

«Significa assecondare la deriva, eleggerla a vera e propria norma. È per questo motivo che abbiamo deciso di partire da una parola, una singola parola in grado di evocare visioni potenzialmente illimitate.
Quest’anno ci siamo concentrate su “Selvatico”: le nostre iniziative testimonieranno di un modo di procedere ondivago ma sempre orientato alla ricerca e alla sperimentazione. Per questo il programma di IUNO prevede non solo approfondimenti rivolti a un pubblico che, seppur variegato, può considerarsi specialista, ma anche una serie di laboratori per bambini pensati come spazi creativi entro cui produrre e pensare in maniera non sistematica».

Lunetta11

Lunetta11 è una galleria nata nel 2019 dalla volontà di Francesco Pistoi e Claudia Zunino di portare l’arte contemporanea in una antica borgata delle Langhe, scegliendo come sede espositiva un luogo decentralizzato, ma aperto a scambi culturali di respiro internazionale e immerso nel territorio dell’Alta Langa. Porta avanti progetti espositivi nei luoghi più iconici del territorio: borgate, santuari, cappelle, chiese e palazzi, preservandoli e facendoli vibrare di nuova vita, con l’intento di scoprire nuove leve dell’arte contemporanea, affiancando nelle esposizioni giovani artisti ad artisti già affermati.

Al quarto anno di programmazione in Alta Langa, Lunetta11 ha deciso di lanciare un festival d’arte contemporanea diffuso, Buona Fortuna Ribelli, in collaborazione con Osservatorio Futura, Collezione Scarzella e il Festival della Tv e dei Nuovi Media di Dogliani.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Lunetta 11 (@lunetta11sas)

Cosa unisce la vostra attività, e quella del vostro spazio, alla ricerca attuale sul contemporaneo?

«Una delle componenti determinanti di Lunetta11 è l’incontro con gli artisti delle nuove generazioni. Facciamo ricerca, scandagliamo un fondale ricchissimo, ne osserviamo le unicità, e inevitabilmente e per fortuna ne assorbiamo la visione sul presente del mondo.

Dall’altra ci piace collaborare con altre entità culturali, da gallerie come noi che sentiamo sintoniche, a curatori e collezionisti, a festival musicali e culturali, alle istituzioni locali del nostro territorio. D’altronde la ricerca più gratificante è sempre una comunione di intenti, e “Buona Fortuna Ribelli” che stiamo per inaugurare ne è l’espressione più vivace».

Quali legami sentite con la città/luogo in cui operate?

«La nostra galleria d’arte sorge su una piccola langa di terra, una collina circondata da altre colline. Per noi è stato naturale legarci profondamente con il nostro territorio, che si è dimostrato di una accoglienza e collaborazione davvero speciali. Ad oggi collaboriamo con tre comuni dell’Alta Langa (Mombarcaro, Dogliani e San Benedetto Belbo) con cui stiamo costruendo un avamposto per l’arte contemporanea che sa di futuro e di prospettiva internazionale».

Cosa significa per voi sperimentazione?

«Per noi è come in fisica, non esiste esperienza, quindi siamo costretti sempre a cercare di capire come si muove l’arte in tutte le sue forme. Il luogo dove sorge la galleria è perfetto per la condivisione, qui più che in città si riesce ad ospitare artisti e condividere il tempo, questo per noi è il primo passo verso la ricerca, viaggiare e accogliere è quello che continuamente pratichiamo. A ArtVerona quest’anno porteremo nel nostro stand una mostra che riassume la ricerca della galleria degli ultimi due anni, cinque giovani artisti italiani insieme a Francesco Menzio storico pittore del Novecento famoso per essere stato nel gruppo dei Sei di Torino, un confronto, la nascita della ricerca».

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui