11 febbraio 2020

Il 2020 di Magazzino Italian Art: a NY, tra Arte Povera e dialoghi inediti

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Un inedito dialogo tra Bochner, Boetti e Fontana, un progetto site specific di Siedlecki, gli storici multipli dell’Arte Povera: il 2020 di Magazzino Italian Art a New York

Alighiero Boetti, Mappa, 1983, embroidery on fabric, 45 1/2 x 70 x 1 in. (115 x 177.8 x 2.5 cm). Photo by Marco Anelli. Courtesy the Olnick Spanu Collection.

Artisti emergenti e grandi Maestri del Novecento in dialogo e poi approfondimenti su uno dei movimenti artistici italiani più influenti del contemporaneo ma anche rassegne di film e documentari a tema, talk e presentazioni di libri. Insomma, il calendario 2020 di Magazzino Italian Art si annuncia piuttosto fitto e se vi trovate dalle parti di Cold Spring, New York, non dimenticate di aggiornare l’agenda delle cose da vedere. Si parte già il 15 febbraio, con una nuova selezione di opere di Giovanni Anselmo, Pier Paolo Calzolari, Mario Merz e Giuseppe Penone, che andranno ad ampliare la mostra già in esposizione e dedicata all’Arte Povera. Il movimento riunitosi nel settembre del 1967 intorno alla definizione coniata da Germano Celant sarà uno dei protagonisti del nuovo anno di Magazzino, lo spazio espositivo fondato da Nancy Olnick e Giorgio Spanu oltreoceano, con lo scopo di promuovere la conoscenza dell’arte italiana negli USA attraverso l’organizzazione di mostre, seminari, convegni, performance e pubblicazioni, in collaborazione con istituzioni culturali, gallerie d’arte, musei e collezionisti.

«Abbiamo pianificato con grande attenzione il programma 2020 con l’intento di osservare l’Arte Povera e l’arte contemporanea italiana attraverso una lente globale, nella speranza di ispirare nuove prospettive e spunti critici. Quest’anno siamo particolarmente lieti di presentare un’ampia gamma di mostre ed eventi nella sede di Magazzino, e di intensificare le nostre collaborazioni con gli istituti culturali che condividono il nostro impegno per offrire agli artisti italiani contemporanei una piattaforma negli Stati Uniti e promuovere un più consapevole apprezzamento dell’arte italiana del dopoguerra», ha dichiarato il direttore di Magazzino, Vittorio Calabrese.

Dialoghi e Multipli: le mostre del 2020 di Magazzino Italian Art

Per esempio, il 5 maggio 2020, Magazzino Italian Art presenterà una personale di Namsal Siedlecki presso gli spazi di Casa Italiana Zerilli Marimò, proseguendo una collaborazione che dura ormai da quattro anni. Nato nel 1986 negli Stati Uniti e residente da anni in Toscana, a Seggiano, Siedlecki ha vinto nel 2019 il Club GAMeC Prize, facendosi apprezzare per la sua capacità di integrazione delle pratiche della scultura, aggiornandole con le istanze del contemporaneo. La mostra promossa da Magazzino comprende una selezione di tele scultoree, realizzate con il calcio formatosi in alcune grotte della Francia, oltre ai risultati delle sue ricerche nel campo della produzione di rubini sintetici e di forme replicanti riprodotte in natura. Magazzino ha poi commissionato all’artista una nuova opera site specific, che sarà esposta nella sede del museo in contemporanea con la mostra presso Casa Italiana Zerilli Marimò.

Mel Bochner, Language Is Not Transparent (Italian / English), 1970/2019, oil pastel and acrylic on wall, 72 x 48 in. (182.8 x 121.9 cm). Courtesy the artist

Il 13 giugno 2020, Magazzino Italian Art presenterà un inedito raffronto tra le opere di Mel Bochner, una delle figure apicali del Concettuale americano, e quelle di Alighiero Boetti e Lucio Fontana, due campioni riconosciuti dell’arte italiana. I lavori, provenienti dall’archivio di Bochner, dalla Olnick Spanu Collection – abbiamo visto qualcosa anche dalle nostre parti, a Cagliari – e da altre collezioni internazionali, scandiranno due percorsi paralleli, per raccontare lo sviluppo dell’arte da una sponda all’altra dell’Atlantico, tra gli anni ’60 e ’70, dalla Process Art allo Spazialismo.

Lucio Fontana, Concetto Spaziale, Attese, 1959, oil on canvas, 35 7/8 x 35 7/8 x 3/4 in. (90.8 x 90.8 x 1.9 cm). Photo by Marco Anelli. Courtesy the Olnick Spanu Collection.

E poi, a parte le motivazioni storiografiche c’è anche un sincero legame affettivo, visto che Bochner ha vissuto in Italia per diversi anni, portando con sé suggestioni ed esperienze uniche. Per esempio, Meditation on the Theorem of Pythagoras, scultura realizzata nel 1977 da Bochner per la serie Fontana’s Lights, è composta da frammenti di vetro di Murano recuperati nello studio di Lucio Fontana a Milano.

Questa mostra segna la prima occasione in cui l’opera di un artista americano è esposta negli spazi espositivi di Magazzino ed è corredata da un catalogo che raccoglie i contributi critici di Tenley Bick, studiosa in residenza 2019-20, oltre che dello stesso Bochner. Magazzino ospiterà Bochner in conversazione con Bick il 3 ottobre.

Mel Bochner, Meditation on the Theorem of Pythagoras, 1977, Murano glass on floor, 170 x 160 in. (431.8 x 406.4 cm). Courtesy the artist.

Il 27 ottobre si ritorna sull’Arte Povera, prendendo in considerazione, in particolare, i “Multipli”, con una mostra all’Istituto Italiano di Cultura di New York. Il movente è storico: nei primi anni ’70, Giorgio Persano commissionò ed espose, nella sua galleria di Torino, una serie di multipli in tiratura limitata, di Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio, Marco Gastini, Giorgio Griffa e Salvo. Quell’occasione segnò una svolta metodologica per l’Arte Povera e in questa occasione la mostra “Arte Povera e Multipli, Torino 1970-1975” presenta una selezione di opere e di materiale d’archivio, a cura di Elena Re. Arte Povera che sarà al centro di un nutrito ciclo di conferenze che coinvolgeranno studiosi provenienti da tutto il mondo, per discutere dei paradigmi di globalismo e internazionalismo del Movimento artistico italiano, attraverso alcuni casi esemplari – Ezio Gribaudo, Pino Pascali, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis –, tra la politica e il rame.

Da vedere e da leggere

Spazio al Cinema in Piazza, in collaborazione con Artecinema, il festival internazionale di film sull’arte contemporanea che si svolge a Napoli. La rassegna, curata da Calabrese e da Laura Trisorio, fondatrice di Artecinema, propone un weekend di proiezioni di lungometraggi realizzati da e su artisti italiani. Si parte il 17 luglio con Romanistan di Luca Vitone, documentario vincitore della quarta edizione dell’Italian Council e che racconta la migrazione del popolo Rom in Europa. Il 18 luglio si prosegue con Non Sono Leggenda di Andrea Mastrovito, videoinstallazione che indaga i temi dell’identità e del rapporto con l’altro attraverso la rivisitazione del classico horror La notte dei morti viventi di George Andrew Romero. Il 19 luglio chiusura con Venditore di Colore di Daniele Costantini, documentario racconta la storia di Mimmo Mancini, proprietario della Ditta Poggi, il rinomato colorificio in una via del centro storico di Roma.

Luca Vitone, Romanistan

Il 24 aprile, in collaborazione con Rizzoli Bookstore, Magazzino presenterà 5468 Days, una nuova monografia che raccoglie una selezione di oltre 60 opere realizzate dall’artista italiano Francesco Arena dal 2004 al 2019. Durante la presentazione, Vincenzo De Bellis, curatore presso il Walker Art Center Visual Arts, dialogherà con Arena su alcuni degli argomenti più attraversati dalla sua ricerca artistica, quali il rapporto dell’uomo con il tempo e il suo effetto sugli spazi che abitiamo.

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