10 ottobre 2019

Artecinema si apre con tre storie molto umane e un annuncio di Ai Weiwei

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Serata di apertura per Artecinema, con Twombly, Alfano e l’intervento di Ai Weiwei. Che annuncia un prossimo progetto a Napoli

Ai Weiwei fa il suo ingresso a passo lento sul palco del San Carlo, portando il carico delle sue esperienze tra gli arredi sontuosi del teatro napoletano, già attraversati da così tante storie. Gli applausi sono scroscianti e l’artista cinese li accoglie con piacere, ricambiando il calore e riprendendo, con il suo smartphone, la platea e le balconate, pienissime come a ogni edizione di Artecinema, che ieri ha inaugurato la sua 24ma edizione con un trittico di documentari di forte impatto, raffinati e tutt’altro che scontati. Oltre a Yours Truly, film che racconta le diverse fasi di realizzazione di “@Large”, la straordinaria mostra tenuta nel 2014 dall’artista dissidente cinese ad Alcatraz, in collaborazione con la galleria californiana di Cheryl Haines, anche Carlo Alfano: tra l’io e l’altro, di Matteo Frittelli, e Cy Dear, di Andrea Bettinetti, il primo documentario interamente dedicato alla figura di Cy Twombly.

La notizia che ha animato la serata di presentazione della rassegna di film e documentari dedicati all’arte, curata da Lucia Trisorio, è che Ai Weiwei realizzerà un progetto a Napoli e le fotografie da poco pubblicate sul suo curatissimo profilo Instagram non fanno altro che aumentare la curiosità. Tra le varie, spicca un’immagine presa al Cimitero delle Fontanelle, la classica veduta delle capuzzelle, che devono aver incuriosito l’artista cinese che, durante la visita al Museo Madre, ha dichiarato di aver apprezzato, in particolare, l’installazione di Rebecca Horn, Spirits, a sua volta ispirata all’iconico camposanto seicentesco e al culto delle anime pezzentelle.

 

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Ed è la delicatezza dell’esistenza a risaltare dalla visione, in rapida successione, dei tre documentari che, nell’ampio respiro di episodi diversi, hanno mostrato i diversi gradi di fragilità degli esseri umani, la loro capacità di adattamento alle avversità, oppure l’attitudine all’opposizione, andando contro la realtà del tempo e del contesto. E, in ogni caso, la possibilità di trasformare qualunque tipo di esperienza, gioia o lacerazione, in poesia.

Carlo Alfano, ph. Mimmo Jodice

La voce monodica di Lino Musella ci fa entrare nelle profondità del complesso percorso artistico e intellettuale di Carlo Alfano, artista tra i più enigmatici del contemporaneo, la cui fine ricerca merita una rinnovata attenzione. Più che documentario, il film di Frittelli è un dialogo tra le memorie di Alfano e lo spettatore. Le sequenze strizzano l’occhio a una certa impostazione teatrale e narrativa – ambiti peraltro studiati da Alfano – con una serrata successione di belle riprese delle opere, che ne lasciano emergere tanto l’esuberanza formale quanto i delicatissimi particolari. L’urgenza di affrontare e sciogliere certi ragionamenti, come la linea di demarcazione tra rappresentazione e realtà, il significato inconscio delle parole, il senso della storia e del presente, la distanza tra il soggetto e l’oggetto, il posizionamento dell’artista nei confronti del mondo, si intende con chiarezza dalle parole di Alfano, lucide, sincere e suggestivamente legate, come delle didascalie emozionali, alle opere.

Un taglio più tradizionale caratterizza Cy Dear, con Bettinetti che ha seguito le tracce lasciate da Cy Twombly non solo lungo i suoi viaggi tra l’Italia e gli Stati Uniti, ma anche al centro della storia dell’arte del secondo Novecento. Un racconto appassionato, rivissuto tra le le parole, i ricordi e le emozioni di Nicola Del Roscio, presidente della Cy Twombly Foundation e amico fidato di Twombly, ma anche del figlio Alessandro e di tanti personaggi del mondo dell’arte, da Larry Gagosian a Nicholas Serota e Renzo Piano, passando per gli amici degli anni romani, quelli della Tartaruga di Plinio De Martiis, come Giosetta Fioroni. Scegliendo questo punto di vista, prediligendo una gamma cromatica luminosa come il golfo di Gaeta, mare d’elezione di Twombly, Bettinetti ha posto l’accento sull’individuo più che sulle opere. Quindi, sulle asperità del carattere, sulle frasi che hanno lasciato un segno nella memoria di altre persone, sul modo in cui l’uomo si muoveva negli spazi, osservando il mondo che lo circondava.

Le storie di Artecinema continueranno fino a domenica, 13 ottobre, al Teatro Augusteo, con proiezioni no stop dalle 16 alle 24, a ingresso libero, in lingua originale e traduzione simultanea in cuffia, con la partecipazione dei registi. Qui il programma completo.

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