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Il canto delle Acque: l’opera di Bea Bonafini per Ala Art Prize
Arte contemporanea
Il canto ammaliante delle sirene Partenope, Leucosia e Ligea, forse figlie di Calliope, la maggiore delle muse, appartiene a quella cultura di fondazione, della mitologia omerica, che vede, nelle acque del Mediterraneo, la casa delle tre sorelle. Ricordata ancora oggi come madre della città di Napoli, Partenope e la sua forma seducente testimoniano quel legame inscindibile tra la Campania Felix e il Mar Mediterraneo, come possibilità di viaggio e incrocio di culture. È Acque, Amare, dell’artista Bea Bonafini (Bonn, Germania, 1990), l’opera realizzata per la terza edizione di ALA Art Prize, il premio dedicato all’arte contemporanea e promosso dal Gruppo ALA, azienda leader nei servizi di logistica e distribuzione di prodotti per l’industria aeronautica e aerospaziale, con sede centrale a Napoli. Presentata il 27 settembre, l’opera di Bonafini ci accompagna mentre saliamo l’ampio scalone di accesso agli uffici del quartier generale di ALA. L’artista propone un lavoro che tesse assieme, in maniera metaforica e fisica, racconti e leggende del Mediterraneo e di Napoli. Bonafini adotta la metafora dell’ecosistema marino e del suo inconoscibile equilibrio per rispondere al tema dell’open call: habitat, un ambiente ideale, fisico e relazionale.

Acque, Amare, selezionata dal Comitato Scientifico, composto dai curatori Giovanni Carmine, Eugenio Viola e Alessia Volpe, con il contributo delle persone che lavorano nella sede napoletana di ALA, si presenta come un lungo arazzo in cui, in maniera manuale, l’artista intreccia segno pittorico e pratica scultorea. Un collage di tessuti domestici e industriali lascia emergere un sereno groviglio di profili e torsi umani, corpi marini intrecciati dai colori pastello.





La serata di apertura degli spazi di ALA è anche l’occasione per presentare Compianto sul Cristo Morto (2020) dell’artista napoletana Giulia Piscitelli. Un Mediterraneo che torna nella riproduzione di un’antica carta nautica del golfo di Napoli. È la superficie su cui Piscitelli trasla le dodici aureole delle figure che compongono l’originale Compianto, opera del Maestro di Figline del 1330 c.a. Un discorso sulla connessione tra superficie terrestre e cielo, tra proporzione reale e divina, che l’artista attraversa nella sua ricerca con la serie di mappe.

I lavori di Bonafini e Piscitelli si aggiungono a Luciferasi di Alberto Tadiello (vincitore dell’edizione 2022 di ALA Art Prize), composta da due interattive sculture luminose che gravitano sugli spazi centrali dello scalone, alla colorata UP di Mariangela Levita (vincitrice dell’edizione 2021 del premio) e alle opere di Andrea Bolognino, Antonio Della Guardia e Giorgia Garzilli.


Gli uffici di ALA sono un habitat atipico per i linguaggi contemporanei. Inaugurata nel 2017, la sede è situata all’interno della Mostra d’Oltremare, nel Teatro Mediterraneo, e dal 2021 accoglie al suo interno la collezione aziendale. Ala for Art è una scelta di cura da parte degli imprenditori Fulvio Scannapieco e Vittorio Genna nei confronti delle persone che ogni giorno vivono con loro gli ambienti degli uffici, caratterizzati da un arredamento e da un’architettura rigida, di potere. Le opere in collezione sono collocate negli spazi condivisi della sede, nelle sale riunioni, nei soffitti della scalinate e nei corridoi di passaggio, divenendo possibili interferenze e spunti di riflessione nei momenti di pausa e condivisione dello spazio lavorativo.
La collezione cresce tramite il premio ma anche grazie a un programma di acquisizioni mirato che, a partire dall’open call, getta uno sguardo sulla scena artistica locale. Non è un caso infatti la presenza in collezione delle opere di Bolognino, Della Guardia, Garzilli e Piscitelli, artisti appartenenti al territorio partenopeo, a cui l’azienda è particolarmente legata.



Guidati dalla project manager Benedetta Scannapieco, attraversiamo le sale riunioni e gli uffici scoprendo man mano la collezione e la sua interazione con lo spazio. L’open call invita artisti under 40 a sviluppare un progetto site e context specific, in relazione allo spazio architettonico e sociale dell’azienda. Scannapieco ci racconta del processo di selezione combinato tra il Comitato Scientifico e i giovani collaboratori di ALA, primari fruitori della collezione e della successiva ricezione da parte di essi.
Interessante è la produzione, da parte di ALA con lo studio grafico Dopolavoro, di raffinate ma discorsive e compatte pubblicazioni che raccontano in maniera limpida l’opera e la ricerca dell’artista vincitore del premio, messe a disposizione delle persone che frequentano gli spazi lavorativi per ampliare la propria visione sul reale. Una bella apertura da parte di una grande azienda che insiste sul territorio partenopeo: mettere in connessione quell’ambiente fortemente legato alla tecnologia e ai suoi sviluppi con nuove prospettive che vanno oltre i confini della vita lavorativa quotidiana.