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Il programma del Museo EMST di Atene interamente dedicato alle artiste
Arte contemporanea
di redazione
Ha preso avvio a dicembre 2023 e durerà fino alla fine di ottobre 2024, il nuovo programma espositivo dell’EMST – Museo Nazionale d’Arte Contemporanea di Atene. Intitolato What if Women Ruled the World?, il nuovo programma propone un ciclo di mostre dedicate esclusivamente al lavoro di artiste o artisti che si identificano come donne. Avviato dalla direttrice artistica del museo, Katerina Gregos, il progetto punta a immaginare radicalmente come potrebbe essere un museo se, invece di pochi pezzi simbolici, le opere di artiste fossero la maggioranza.
Nonostante i recenti progressi nell’ambito delle rivendicazioni di genere, le artiste e le operatrici culturali sono ancora sottorappresentate nella maggior parte delle istituzioni museali del mondo occidentale. Con la risistemazione di un intero piano della collezione permanente e una serie di 12 esposizioni personali, nel corso dei prossimi mesi l’intero museo greco, che aprì nel 2014 al termine di un lungo restauro della storica sede di produzione della birreria FIX, sarà gradualmente occupato dalle opere di artiste greche e internazionali di diverse generazioni.
«Soprattutto in un paese come la Grecia, dove non c’è mai stato un movimento femminista organizzato di rilievo nelle arti visive e le artiste sono state sistematicamente emarginate per decenni, questa è sia una dichiarazione importante che una correzione di un grave squilibrio», scrive in una nota Gregos. «In un momento in cui stiamo assistendo a una recrudescenza degli attacchi ai diritti delle donne, la questione dell’emancipazione femminile e dell’uguaglianza di genere, a tutti i livelli, è più urgente che mai».
Il primo passo è stata la mostra WOMEN, che presenta il primo riallestimento della collezione del museo dal 2019. In esposizione, 49 opere di 25 artiste di diverse generazioni, dieci delle quali greche. 24 opere di 12 artisti provengono da una donazione della famosa Collezione di Dimitris Daskalopoulos, mentre altre 25 opere di 12 artisti fanno parte dalla collezione dell’EMST. La mostra comprende anche sette nuove acquisizioni, nonché un nuovo prestito a lungo termine, per gentile concessione della Collezione Saradar, di un’importante opera della grande artista Etel Adnan, scomparsa nel 2021.
Di seguito l’elenco di tutte le artiste della mostra WOMEN: Etel Adnan (1925, Beirut, Lebanon), Diana Al-Hadid (1981, Aleppo, Syria), Ghada Amer (1963, Cairo, Egypt), Helene Appel (1976, Karlsruhe, Germany), Bertille Bak (1983, Arras, France), Karla Black (1972, Alexandria, UK), Hera Büyüktaşciyan (1984, Istanbul, Turkey), Christina Dimitriadis (1967, Thessaloniki, Greece), Marina Gioti (1972, Athens, Greece), Eleni Kamma (1973, Athens, Greece), Maria Loizidou (1958, Limassol, Cyprus), Tala Madani (1981, Tehran, Iran), Despina Meimaroglou (1944, Alexandria, Egypt), Annette Messager (1943, Berck-Sur-Mer, France), Tracey Moffatt (1960, Brisbane, Australia), Eleni Mylonas (1944, Athens, Greece), Rivane Neuenschwander (1967, Belo Horizonte, Brazil), Cornelia Parker (1956, Cheshire, UK), Agnieszka Polska (1985, Lublin, Poland), Christiana Soulou (1961, Athens, Greece), Aspa Stassinopoulou (1935–2017, Athens, Greece), Maria Tsagkari (1981, Piraeus, Greece), Paky Vlassopoulou (1985, Athens, Greece), Aleksandra Waliszewska (1976, Warsaw, Poland), Gillian Wearing (1963, Birmingham, UK).
What if Women Ruled the World: come sarebbe il mondo se a governarlo fossero le donne. Questa l’ipotesi ricamata da Judy Chicago in una sua opera iconica ed esposta nella mostra Herstory, la prima rassegna completa dedicata alla pioniera dell’arte femminista, presentata al New York Museum e curata da Massimiliano Gioni.
Il titolo ripreso dal programma dell’EMST sottintende una domanda ipotetica: il mondo sarebbe un posto migliore se le donne guidassero la governance e fossero nelle posizioni chiave? Che porta ad altre questioni: «Significherebbe la fine del conflitto politico e armato? I diritti umani sarebbero rispettati? La politica economica sarebbe più socialmente equa e rispettosa dell’ambiente e dei nostri compagni non umani? Ci sarebbero più discussioni e compromessi? E, in definitiva, il mondo sarebbe un luogo più premuroso e compassionevole? Oppure saremmo testimoni degli stessi difetti umani, corruzione e abusi di potere commessi da coloro che occupano posizioni decisionali critiche», si legge nel testo che accompagna il programma.
La prima parte del ciclo espositivo ha già inaugurato le mostre, i progetti e le performance di Chryssa Romanos, Danai Anesiadou, Leda Papaconstantinou e Alexis Blake, con due installazioni di grandi dimensioni al neon di Yael Bartana, sulla facciata esterna del museo. La seconda parte aprirà il 9 marzo 2024, con mostre personali di Lola Flash, Bouchra Khalili, Tala Madani e Malvina Panagiotidi, oltre a progetti speciali di Yael Bartana, Claudia Comte e Hadassah Emmerich. La terza e ultima parte inaugurerà tre ulteriori mostre personali di Bertille Bak, Penny Siopis ed Eva Stefani, a partire dall’11 maggio 2024.