04 agosto 2020

L’arte contemporanea cresce tra gli ulivi di Noto: ecco il nuovo Parco dell’Anima

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Nella campagna di Noto-Vendicari, nel cuore della Sicilia, apre il Parco dell’Anima, tra ulivi, semi da curare e opere d’arte contemporanea: ce ne parla la fondatrice, Alessia Montani

Il Parco dell'Anima, a Noto

La sconfinata campagna mediterranea di Noto-Vendicari, tra antichi agrumeti, alberi di ulivo, mandorli secolari e carrubi. È uno degli angoli più suggestivi della Sicilia a ospitare il Parco dell’anima, il cui progetto viene presentato domani, mercoledì 5 agosto, attraverso un’intera giornata dedicata con un seminario multidisciplinare che, dalle ore 10.30, riunirà presso il CUMO – Consorzio Universitario del Mediterraneo Orientale, docenti universitari, liberi professionisti, rappresentanti delle istituzioni, intorno al celebre tavolo-opera d’arte di Michelangelo Pistoletto, Love Difference-Mar Mediterraneo (2003-2005). Dietro il Parco dell’anima c’è l’innovativo progetto d’impresa e culturale di un’ex avvocato di successo, che a un certo punto ha deciso di cambiare vita, di lasciare Roma per stabilirsi in Sicilia, in Val di Noto, con un progetto di rilancio che comprende l’intera isola, e che passa dal recupero delle antiche semenze autoctone alla promozione dell’arte contemporanea. Il suo nome è Alessia Montani, che abbiamo intervistato per saperne di più.

Il Parco dell’Anima, tra antichi semi e arte contemporanea: l’intervista ad Alessia Montani

Partiamo dall’inizio. Come è cominciato questo suo nuovo percorso umano e professionale?

«Parallelamente alla professione legale, circa dieci anni fa con la mia startup MAM’ART ho iniziato a dedicarmi a progetti di arte multidisciplinari, nei quali la ricerca artistica rappresenta il catalizzatore per aprire dibattiti su temi di interesse pubblico, attraverso una corretta informazione. Al riguardo, la prima mostra da me ideata è stata “Trasparenze, l’arte per le energie rinnovabili”, realizzata nel 2010 presso il MACRO di Roma e il Madre di Napoli, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica circa l’importanza delle energie alternative per la salvaguardia del futuro del pianeta. Importanti lavori site specific furono commissionati a grandi artisti del panorama contemporaneo internazionale, come Georges Adéagbo, Akroyd and Harvey, Jota Castro, Alberto Garutti, Christiane Löhr, Liliana Moro, Yoko Ono, Taro Shinoda Nari Ward. Contemporaneamente alla mostra, organizzai una serie di dibattiti e seminari per approfondire il problema delle lungaggini dei procedimenti amministrativi per il rilascio delle autorizzazioni per impianti eolici e fotovoltaici, i cui contributi scientifici sono stati raccolti nel catalogo della mostra».

Poi è arrivata la Sicilia con un progetto ambizioso che lega agricoltura, sviluppo sostenibile, economia circolare e arte contemporanea…

«Sì, da MAM’ART, con cui negli ultimi anni ho ideato, prodotto numerose manifestazioni artistico-culturali sui diritti umani di ultima generazione (sicurezza alimentare, digital divide, violenza domestica, multiculturalità), è nata la startup M’AMA SEEDS, che prosegue in Sicilia l’attività di sensibilizzazione attraverso le arti contemporanee, ma con un obiettivo specifico: valorizzare le antiche colture e culture nate in Italia, luogo della Storia. L’idea è quella di costituire una filiera agroalimentare nuova, quella delle antiche sementi italiane e, più in generale, dell’area del Mediterraneo, per recuperare e valorizzare un patrimonio abbandonato: la biodiversità vegetale delle nostre semenze autoctone. L’idea mi è venuta constatando da una parte, la difficoltà di coloro che custodiscono e valorizzano i nostri antichi semi; dall’altra, riscontrando la grave lacuna del sistema normativo nazionale, che manca di dare un’identità e una tutela a questo importante asset italiano, quello appunto delle antiche sementi».

Performance Silvia Giovanardi

Il progetto che evoluzione ha avuto?

«Dalla startup dedicata alla rinascita dei grani antichi del Mediterraneo, il passo a un parco delle antiche semenze è stato breve, un luogo destinato alla convivenza di arte, ricerca medico-scientifica, biodiversità vegetale-animale, e innovazione tecnologica. Così ha visto la luce in Sicilia il Parco dell’anima dall’unione dei terreni messi a disposizione dal Resort Zahir Countryhouse e dall’Antica Masseria La Corte del Sole di Noto-Vendicari. Disegnato come un orto multiculturale da Fernando Miglietta, il Parco non solo è destinato a ospitare la più importante collezione di antiche varietà di semi provenienti da tutti i Paesi del Mediterraneo, ma è anche concepito come un’opera d’arte collettiva in progress, a cui gli artisti partecipano con opere site specific in dialogo con i temi del progetto, quindi l’ambiente, l’economia circolare, il recupero della sostenibilità attraverso la costituzione di nuove filiere agroalimentari».

Il Parco dell'Anima, a Noto

Tra gli artisti che hanno sposato il progetto del Parco dell’anima c’è Michelangelo Pistoletto, che lo scorso anno lo ha inaugurato con il suo Terzo Paradiso. Com’è avvenuto questo incontro, e come si è svolto questo suo progetto artistico?

«Michelangelo Pistoletto è stato il primo artista che ho conosciuto all’epoca della mia prima mostra “Trasparenze. Arte per le energie rinnovabili”, e il suo concetto di artivismo, cioè dell’importanza del ruolo dell’arte nella società, ha inciso in modo determinante in tutte le mie successive scelte professionali e imprenditoriali, e continua a essere fonte d’ispirazione. A distanza di dieci anni dalla mostra, ho proposto a Michelangelo Pistoletto, che ha subito accettato con la sua consueta generosità, di realizzare nel Parco la sua installazione “Terzo Paradiso” con il “grano Russello”, un’antica varietà di grano preesistente alla trasformazione genetica attuata con i grani moderni. L’installazione ha visto la luce seguendo i ritmi della natura, dalla semina alla trebbiatura, e ogni anno verrà riprodotta dai contadini custodi del luogo. È prevista anche la  trasformazione del grano proveniente dall’installazione in farina prima e pasta poi, con l’innovativo formato che riproduce il segno-simbolo di “Terzo Paradiso”, in sinergia con gli studenti del Quasar Institute e con pastifici locali, per promuovere in questo modo la filiera delle antiche semenze. Il ricavato della vendita della pasta contribuirà anche alla realizzazione del Parco dell’Anima».

Qual è oggi, a suo avviso, il ruolo dell’arte e della cultura nello sviluppo di un territorio come quello siciliano?

«La multidisciplinarietà, l’arte e la cultura sono, a mio avviso, fattori strategici per la crescita di una coscienza etica e per uno sviluppo sostenibile. Elementi che devono essere posti alla base di qualsiasi attività. Soprattutto in un’epoca come quella che stiamo vivendo, in cui è fondamentale che i manager aziendali acquisiscano e diffondano nelle proprie aziende la cultura della responsabilità sociale d’impresa e della sostenibilità, sul piano non solo economico, ma anche sociale e ambientale.

In Sicilia ci sono delle eccellenze straordinarie, e credo che M’AMA.SEEDS possa contribuire a raggrupparne alcune, facendo rete. Facendo uscire dall’isolamento in cui attualmente versano, i contadini custodi, i piccoli imprenditori, i trasformatori, gli agricoltori e i ricercatori. Questo è lo scopo del Consorzio delle antiche semenze che M’AMA.SEEDS sta fondando, grazie anche al sostegno di enti pubblici attenti al progetto, come la Regione Sicilia e il Comune di Noto».

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