18 luglio 2022

L’opera “Altri venti – Ostro” di Bruna Esposito entra nella collezione del Centro Pecci

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Il progetto "Altri venti - Ostro" di Bruna Esposito, vincitore della nona edizione dell'Italian Council 2020, è stato acquisito dal Centro Pecci di Prato, entrando così far parte della sua collezione permanente

Altri Venti Ostro, Bruna Esposito, Studio Stefania Miscetti, detail, foto di Giorgio Benni

L’installazione Altri Venti – Ostro di Bruna Esposito è entrata nella collezione permanente del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, dove rimarrà esposta fino al 28 agosto. Ad annunciare l’acquisizione è l’Associazione Culturale Mantellate – Studio Stefania Miscetti, con cui l’artista collabora da anni.

Il progetto Altri Venti – Ostro è tra i vincitori della IX edizione dell’Italian Council 2020 – programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura – e realizzato in collaborazione con diversi partner, quali: Magazzino Italian Art, New York (USA), Bienalsur – UNTREF, Buenos Aires (Argentina), Istituto Italiano di Cultura di Lisbona (Portogallo), Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato (Italia); e con la collaborazione di Tools for Culture. La promozione internazionale del progetto ha seguito un itinerario di mostre e presentazioni realizzate in collaborazione con i partner.

Ne abbiamo parlato con Stefania Miscetti e Bruna Esposito nell’intervista qui sotto.

Che cosa significa per la galleria collaborare con un’artista vincitrice dell’Italian Council e vedere una delle sue opere entrare nella collezione di un’istituzione come il Centro Pecci? 

Stefania Miscetti: «Essere stati selezionati dall’Italian Council per il progetto Altri Venti – Ostro di Bruna Esposito è stato motivo di grande orgoglio: l’Associazione culturale Mantellate – Studio Stefania Miscetti, che dirigo da più di trenta anni, ha sempre collaborato con Musei ed Istituzioni culturali per realizzare progetti di respiro internazionale ma questo è stato il primo riconoscimento che abbiamo ricevuto dal Ministero della Cultura.
Conosco Bruna Esposito da diversi anni, ed insieme avevamo già lavorato alla sua personale “Allegro non troppo” del 2016. Quando nel 2020 abbiamo prodotto Altri Venti – Ostro mi sono state immediatamente chiare le sue potenzialità. Abbiamo fortemente creduto nella partecipazione al bando, Bruna ed io abbiamo avuto la fortuna di trovare il generoso sostegno non solo del nostro team ma soprattutto di Cristiana Perrella, allora Direttrice del Centro Pecci, che ha accolto senza esitare la nostra proposta di acquisizione dell’opera da parte del Museo.
A causa della pandemia non ci è stato possibile viaggiare insieme all’opera, ma nel dover affrontare le difficoltà e gli imprevisti che un progetto così ampio comporta, abbiamo potuto contare nel sostegno e nell’insostituibile collaborazione dei nostri partner culturali, che ringraziamo sentitamente. Inoltre è stato per noi fondamentale poter far affidamento sull’organizzazione ministeriale, in particolare sul nostro referente, Matteo Piccioni, che è stato la nostra guida in questo percorso.
A seguito di un tour internazionale durato 18 mesi, l’opera è recentemente entrata a far parte della collezione, presentata con una mostra a cura del nuovo Direttore Stefano Collicelli Cagol. Siamo estremamente felici che Ostro sia stata acquisita da una delle prime e più importanti istituzioni culturali nate per promuovere l’arte contemporanea».

Come si colloca l’opera Altri Venti – Ostro nella tua ricerca? Puoi parlarci più ampiamente del progetto con cui hai vinto la nona edizione dell’Italian Council? 

Bruna Esposito: «Mi sono avvicinata la prima volta ai temi dell’ecologia intorno al 1987 quando, a Berlino Ovest, progettai Due gabinetti pubblici biologici grazie a due borse di studio di IBA Berlin. Più volte nelle opere successive sono tornata a quei temi. Nel 2020 nasce l’opera Altri Venti – Ostro, (il vento caldo del sud si chiama Ostro) un gazebo di bambù ove si può sostare e sedere sotto la brezza generata da un ventilatore a 12 volt alimentato con un piccolo pannello fotovoltaico che è una frugale alternativa alla malsana ed insostenibile aria condizionata che, a mio avviso, è un globale ‘male di consumo’.
Altri Venti – Ostro mi pare sia un’opera scaturita piuttosto dall’istinto di sopravvivenza; con l’equipe dello Studio Stefania Miscetti abbiamo lavorato difatti con ostinata determinazione, direi addirittura con cieca fiducia  nonostante la deflagrazione della pandemia. Ho la sensazione che, in balìa degli eventi, questa opera abbia avuto l’effetto di un minuscolo salvagente.
Quando a dicembre del 2020 l’opera vince l’Italian Council, nonostante continui lock down e disavventure, essa riesce a fare il suo viaggio internazionale, prima negli Usa, a Cold Spring NY, al Magazzino Italian Art poi in Argentina, a Buenos Aires, al Museo Isaac Fernàndez Blanco nell’ambito della Bienalsur; in Portogallo in collaborazione con l’Istituto italiano di cultura di Lisbona, presentiamo una conferenza dedicata ed infine l’opera riapproda in Italia a Prato al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci. Ringrazio davvero sinceramente tutti i collaboratori per la straordinaria dedizione».

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Bruna Esposito: «Mai parlo dei progetti espositivi futuri, per scaramanzia!

Il progetto di vita ideale sarebbe vivere su una bella isola nel mediterraneo per fuggire da orrori e scempiaggini del mondo. Rimango invece coi piedi per terra e, nonostante mi sembri che non abbia alcun senso, sto in città a lavorare su progetti ed idee…».

Altri Venti Ostro, Bruna Esposito, Studio Stefania Miscetti, exhibition view, foto di Giorgio Benni

L’opera

«Ostro è la prima di più variazioni sul tema che evoca i venti caldi del Mediterraneo: libeccio, scirocco, grecale. L’installazione è costituita da un gazebo realizzato con materiali naturali, quali pali di bambù e corde, un luogo ospitale e abitato dall’aria mossa dalle pale di un ventilatore alimentato da energia fotovoltaica, oltre che dalla presenza di eliche navali, elemento ricorrente nelle opere di Esposito.
Altri venti – Ostro, nasce dalla sinergia tra diversi ambiti di ricerca e dalla convinzione, sempre più espressa dell’artista, che solamente eliminando le distanze fra l’individuo e gli strumenti di cui si serve per migliorare le proprie condizioni di vita, si possa immaginare un’inversione di tendenza di matrice ecologica, che ponga un freno allo smodato utilizzo di beni di consumo, quali ad esempio l’aria condizionata.
L’opera si presenta come un congegno volto a riattivare lo spazio, caricandolo di possibilità di relazioni, riflessioni e significati. In tempi in cui il tema dell’incontro è quanto mai attuale, l’artista ci propone un luogo di pausa, una sosta che diviene appuntamento. Esortazione poetica e politica: un invito a prendere coscienza dell’impatto dei nostri gesti e a considerare l’inevitabilità di altre scelte nonché della potenza della semplicità. Un’ode alle soluzioni antiche e frugali», ha spiegato la galleria.

Altri Venti Ostro, Bruna Esposito, Studio Stefania Miscetti, detail, foto di Giorgio Benni

In occasione del progetto, è stata realizzata Dialogues, una serie di video interviste, incontri e dialoghi, fra l’artista Bruna Esposito e figure di rilievo del settore contemporaneo, quali: il critico, Claudio Libero Pisano, la giornalista Alessandra Mammì, l’artista Fiorella Rizzo, l’artista e giornalista Gregorio Botta, il giornalista Mario De Candia, l’artista Paolo Canevari, l’architetto Laura Pane, l’artista Andrea Fogli, il critico e curatore Ludovico Pratesi e la curatrice Cristiana Perrella. Tutti gli incontri sono pubblicati sui profili social dedicati al progetto (instagram: @altriventiostro; facebook: @altriventiostro; youtube: altriventi; sitoweb: altriventi.art)

Altri Venti Ostro, Bruna Esposito, Studio Stefania Miscetti, detail, foto di Giorgio Benni

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