11 dicembre 2019

La città Lego di Olafur Eliasson per Fondazione Trussardi

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Dopo Ibrahim Mahama e Jeremy Deller, un'altra imponente commissione per Fondazione Nicola Trussardi che, per la Milano Art Week, invita Olafur Eliasson e i suoi Lego

Olafur Eliasson | The collectivity project, 2005 | 3rd Tirana Biennale, Albania, 2005 | Photo: Olafur Eliasson Courtesy of the artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York / Los Angeles | © 2005 Olafur Eliasson

La Fondazione Nicola Trussardi annuncia The collectivity project, un’installazione partecipativa dell’artista danese-islandese Olafur Eliasson (b. 1967), a cura di Massimiliano Gioni. L’installazione site-specific, che da martedì 14 aprile a domenica 3 maggio 2020, darà vita a un paesaggio urbano immaginario, ideato e costruito dal pubblico, verrà realizzata in occasione dell’Art Week milanese, coordinata dal Comune di Milano, e della Design Week.

Come nel caso di A Friend, l’imponente intervento su scala urbanistica concepito per i due caselli daziari di Porta Venezia dall’artista ghanese Ibrahim Mahama nel 2019 (qui la nostra intervista), e Sacrilege, la gigantesca installazione gonfiabile del celebre artista britannico Jeremy Deller, che nel 2018 ricostruì in scala 1:1 il sito archeologico di Stonehenge nel parco delle sculture di CityLife, anche in questo caso l’opera commissionata a Olafur Eliasson sarà allestita in un luogo pubblico altamente simbolico della città di Milano, che sarà svelato all’inizio del 2020.

Ibrahim Mahama, A Friend, Milano, 2019

Collectivity Project: la città Lego di Eliasson per Fondazione Trussardi

The collectivity project di Olafur Eliasson fa parte di una serie di incursioni realizzate dal 2013 dalla Fondazione Nicola Trussardi in occasione di miart: una serie di progetti speciali, mostre temporanee, performance e interventi pop-up che hanno portato a Milano artisti internazionali tra cui, oltre a Mahama e Deller, Sarah Lucas, Gelitin, Darren Bader e Stan VanDerBeek. In questa occasione, la Fondazione ha invitato Eliasson a realizzare per la settimana dell’arte uno dei suoi progetti partecipativi più noti, realizzato per la prima volta a Tirana nel 2005 e poi installato a Oslo nel 2006, a Copenaghen nel 2008, alla High Line di New York nel 2015 e alla Tate Modern nel 2019, in occasione della grande antologica. Per la sua tappa a Milano, il progetto sarà presentato in uno degli spazi pubblici più importanti del centro storico della città meneghina.

Con The collectivity project l’artista invita il pubblico a progettare, costruire e ricostruire un immenso paesaggio immaginario, una città in costante formazione ed evoluzione realizzata utilizzando oltre due tonnellate di mattoncini LEGO® bianchi messi a disposizione di tutti i passanti su grandi tavoli appositamente allestiti nello spazio pubblico.

Il progetto di Eliasson per Fondazione Trussardi
Olafur Eliasson, Collectivity Project, Tate Gallery, Londra

Come spesso accade con le installazioni di Eliasson, The collectivity project genera un luogo per la conversazione e lo scambio di idee tra le persone, dando vita a una grande opera collettiva che, da un lato, racchiude una visione utopistica del nostro futuro e, dall’altro, riflette concretamente sui recenti sviluppi e le continue trasformazioni del tessuto urbano della città di Milano e di altre grandi metropoli contemporanee.

Il significato dell’arte, per Olafur Eliasson

Nato nel 1967, Olafur Eliasson attualmente vive e lavora tra Copenhagen e Berlino. Cresciuto in Islanda e Danimarca, ha studiato alla Royal Danish Academy of Fine Arts dal 1989 al 1995. Nel 1995 si è trasferito a Berlino, dove ha fondato lo Studio Olafur Eliasson che, oggi, è un luogo a metà tra la factory e la bottega rinascimentale, un luogo in cui si incontrano le competenze di artigiani, architetti, archivisti, ricercatori, amministratori, cuochi, programmatori, storici dell’arte e tecnici specializzati.

Dopo aver partecipato a mostre e progetti in musei come  MoMA – Museum of Modern Art di New York, SFMOMA di San Francisco e Tate Modern di Londra, nel 2003 Eliasson ha rappresentato la Danimarca alla 50ma Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Nello stesso anno, presentò The weather project alla Turbine Hall della Tate Modern, una delle mostre più visitate nella storia del museo britannico.

Ibridando arte e scienza, la ricerca di Olafur Eliasson spazia tra scultura, pittura, fotografia, film e installazioni, spesso sconfinando dal museo o dalla galleria, per coinvoglere la più sfera pubblica attraverso progetti di architettura e interventi nello spazio civico. Obiettivi sono la sensibilizzazione e l’approfondimento delle tematiche più urgenti della contemporaneità, come la sostenibilità ambientale e il climate change, offrendo esperienze spesso immersive e coinvolgenti, adatte a fruitori di tutte le età.

Olafur Eliasson, Ice Watch

Memorabili e spettacolari alcune sue opere, tra le quali Ice Watch: un viaggio di un gruppo di iceberg in via di scioglimento dalla Groenlandia a Copenaghen, nel 2014, a Parigi in occasione della COP21 Conferenza sul clima, nel 2015, e Londra, lungo il Tamigi, nel 2018. Nel 2012 Eliasson e l’ingegnere Frederik Ottesen hanno fondato Little Sun, un progetto globale per fornire energia pulita ed economica alle comunità senza accesso all’elettricità. Proprio nell’ambito di questo progetto, Eliasson realizzerà anche un’installazione permanente che illuminerà l’Arco di Trionfo agli Champs-Elysées.

 

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