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La Medusa di Matteo Boato e Sara Metaldi a Trento
Arte contemporanea
di redazione
Matteo Boato e Sara Metaldi hanno unito arte, scienza e sostenibilità per dare vita a La Medusa e per raccontare una delle più urgenti sfide del nostro tempo: il cambiamento climatico. «L’opera La Medusa rovescia il punto di vista: immerge il MUSE nell’oceano e presentandosi come gigante a confronto di visitatrici e visitatori, li fa sentire piccole/i, proprio rispetto alla Natura stessa. E se un giorno i musei fossero popolati solo da animali marini? La Medusa vuole offrire una lettura nuova del mondo, un punto di vista che attraverso l’arte renda visibile l’invisibile e porti a pensare chi ancora preferisce non pensare», affermano gli artisti.

«Questa medusa fluttuante – gli fa eco il direttore Massimo Bernardi – trasforma l’ingresso del MUSE in un oceano, là dove tutto ha inizio: la vita. Una medusa bellissima, eppure turbante nel simboleggiare la complessità dei fenomeni legati al rapido aumento delle temperature globali che se da un lato portano alla scomparsa dei ghiacciai, dall’altro facilitano la diffusione di specie opportuniste, come molte meduse. Questa opera eterea diventa così simbolo delle relazioni invisibili tra climi e organismi di cui dobbiamo tenere conto quando parliamo di gestione della natura nella crisi climatica in corso. La Medusa ci lancia un ultimo appello alla necessità di evolvere un pensiero ecosistemico».

Con dimensioni di 2 x 4 metri, la scultura è costruita con acciaio inox, plexiglass, e plastica riciclata ed è arricchita da elementi luminosi che la rendono viva, quasi pulsante. Il suo aspetto etereo cela una potente metafora ambientale: la medusa, organismo antichissimo e resiliente, diventa simbolo delle trasformazioni in atto negli oceani, colpiti dal riscaldamento globale, dall’inquinamento e dall’acidificazione. «Di fronte alla presenza ermetica e apparentemente fuori luogo della Medusa nel nostro contesto museale è probabile, forse inevitabile, che visitatrici e visitatori si chiedano: cosa c’entra questa creatura marina con la fusione dei ghiacciai? La Medusa è uno stimolo a riflettere sulle possibili evoluzioni del pianeta, dove tutto è interconnesso, compresi i destini di ghiacci e meduse e il condizionamento che intercorre tra i due mondi. La Medusa è anche una provocazione per indurre il pubblico del MUSE a non smettere di interrogarsi ed emozionarsi su un tema, lo scioglimento dei ghiacciai, sempre più pressante», spiega la vicepresidente Laura Strada, ideatrice del nuovo percorso di visita che ha come prima tappa proprio La Medusa.
La Medusa, nell’ambito delle iniziative per l’Anno Internazionale per la Conservazione dei Ghiacciai, al MUSE dà il via a un nuovo percorso di visita in 11 tappe che sottolinea le interrelazioni tra montagne e oceani, biodiversità e storia umana.
