27 maggio 2025

Letizia Cariello ha trasformato una galleria di Milano in un’opera d’arte totale

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LETIA (Letizia Cariello) presenta la sua prima personale alla Nashira Gallery di Milano. Merzbau Quantico è un’opera d’arte totale, un ambiente stratificato in cui tempo, materia e spirito si intrecciano, dissolvendo i confini tra arte e vita

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LETIA - Letizia Cariello, Merzbau Quantico, 2025, installation view, © m3studio

Nel solco della lezione di Kurt Schwitters, Merzabau Quantico di LETIA trasforma la Galleria Nashira in un’opera totale, immersiva e sensoriale. Nel clima sperimentale delle avanguardie dei primi del Novecento, Kurt Schwitters superò l’impasse del quadro, approdando a una nuova consapevolezza dello spazio: non più un contenitore, ma materia viva e plastica, luogo in cui arte e vita si confondevano. Con il Merzbau, l’artista tedesco concepì un’opera d’arte totale, un ambiente stratificato, in continua trasformazione, costruito con assemblaggi, materiali di recupero e oggetti personali. Uno spazio in divenire, mai definitivo, che inglobava lo spettatore e lo trasformava in parte attiva dell’opera. Schwitters dissolve così i confini tra opera e luogo, interno ed esterno, biografia e struttura.

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LETIA – Letizia Cariello, Merzbau Quantico, 2025, installation view, © m3studio

LETIA (Letizia Cariello) oggi raccoglie e rilancia quella lezione, trasformando la Galleria Nashira in un’opera totale, dove tempo, materia e spirito si intrecciano in un’esperienza immersiva, concettuale e sensibile. Visitabile fino al 28 giugno 2025, il progetto Merzabau Quantico riunisce per la prima volta i capisaldi della ricerca trentennale dell’artista: le corde rosse, le bitte marinare, i Calendari, i Gates, le fotografie e le sculture tessili. Un corpus organico e stratificato, che non si limita a esporre ma espande nel presente i principi di una pratica artistica fondata sulla cura, la connessione e la trasformazione.

Nella giovane galleria milanese prende vita un organismo vibrante, attraversato da corde vermiglie che ne ridisegnano la struttura, intrecciando simboli intimi e tracce naturali in una composizione armonica dove il personale si fonde con il cosmico. Lo spazio si anima di soglie da attraversare, non da osservare: luoghi di passaggio che invitano a un’esperienza corporea e sensoriale. L’approccio alle opere si conquista nella continua relazione con lo spazio: queste non si offrono come presenze statiche, ma come presidi attivi, capaci di innescare percezioni, memorie, visioni.

LETIA – Letizia Cariello, Merzbau Quantico, 2025, installation view, © m3studio

Il termine “quantico”, accostato al concetto di Merzbau, riattiva la lezione di Schwitters trasportandola in un orizzonte in cui il tempo si manifesta come flusso simultaneo, non lineare. È una prospettiva che richiama le intuizioni della fisica contemporanea (come non pensare a Fritjof Capra, per esempio) e che LETIA reinterpreta attraverso una poetica immersiva. Come sottolinea Caroline Corbetta nel testo critico che accompagna la mostra, Merzbau Quantico cancella ogni dualismo tra materia e spirito, aprendo a uno spazio poroso dove pensiero e percezione coincidono, si rifrangono, si amplificano.

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LETIA – Letizia Cariello, Merzbau Quantico, 2025, installation view, © m3studio

LETIA non dà forma a semplici installazioni, ma apre varchi: soglie esperienziali da oltrepassare, non da contemplare. I suoi Gates e Calendari non scandiscono un tempo lineare, ma circolare, fatto di ritorni e sospensioni, come una cartografia interiore che guida attraverso paesaggi dell’anima. I materiali – corde annodate, legni levigati, tessuti strappati, fotografie ricucite, elementi vegetali – pulsano di simboli, evocano storie sepolte, emozioni sedimentate. Sempre seguendo le intuizioni di Corbetta, le rose, intrappolate nell’immagine e poi “sacrificate” da fili rossi, parlano di bellezza e dolore intrecciati; Il Re Bucranio, con la testa di cervo incoronata da un anello di cartone dorato da torta, inscena una grottesca allegoria del potere, fragile e succube della vanitas.

Nulla in questo intervento site-specific si lascia semplicemente spiegare: ogni elemento interpella il corpo prima della mente. È un linguaggio da sentire e vivere, più che da interpretare con la logica.

 

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