16 novembre 2022

L’Hamburger Bahnhof Museum di Berlino rinasce, con un investimento da 170 milioni

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Il governo tedesco ha riacquistato la storica sede del museo d’arte contemporanea nell'ex stazione Hamburger Bahnhof da una società immobiliare, per 170 milioni di euro. Sventato il rischio demolizione

Hamburger Bahnhof
Foto: Jens Kalaene/dpa-Zentralbild/dpa

Lo Stato della Germania e il municipio di Berlino hanno riacquistato il museo Hamburger Bahnhof e l’adiacente spazio espositivo del Rieckhallen, dopo una lunga trattativa con la società immobiliare austriaca CA Immo, che gestiva la proprietà della struttura storica, l’unica delle vecchie stazioni di testa berlinesi a essere stata conservata, cosa che la rende una delle stazioni ferroviarie più antiche della Germania. Il governo federale ha pagato 66 milioni di euro per l’Hamburger Bahnhof, mentre alle casse comunali l’acquisto del Rieckhallen è costato circa 100 milioni, cifra raggiunta tramite una combinazione di fondi e scambio di terreni. «Oggi è un giorno storico per l’Hamburger Bahnhof. Siamo felicissimi di poter realizzare insieme un programma diversificato, inclusivo e sostenibile nel cuore di Berlino», hanno dichiarato Till Fellrath e Sam Bardaouil, nominati direttori del museo a inizio 2022 e già curatori, tra l’altro, della Biennale di Lione.

Storico capolinea dei treni che, un tempo, collegavano Amburgo e Berlino, Hamburger Bahnhof fu costruita tra il 1846 e il 1847 ma chiuse all’esercizio già nel 1884, sostituita dall’adiacente Lehrter Bahnhof. Adattata a un museo ferroviario nel 1906 –questa nuova destinazione d’uso non impedì i bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale, che lasciarono l’edificio seriamente compromesso. Chiusa al pubblico e situata lungo il vecchio confine tra Berlino Est e Ovest e nei primi anni ’80 divenne uno squat per artisti.

Nel 1987, il Senato di Berlino Ovest decise di collocare all’interno dell’edificio un museo dedicato all’arte contemporanea (l’anno precedente era toccato alla stazione di Orsay, a Parigi, trasformata in sede museale). Nel 1989, il Senato, in collaborazione con la Stiftung Preußischer Kulturbesitz, Fondazione per l’eredità culturale prussiana, bandì un concorso per i lavori di sistemazione dell’edificio, vinto dall’architetto Josef Paul Kleihues.

Il nuovo museo venne inaugurato nel 1996 e oggi, proseguendo l’esposizione della  Neuen Nationalgalerie, tiene traccia dei diversi sviluppi dell’arte dal 1960 a oggi, riunendo opere di artisti come Anselm Kiefer, Joseph Beuys, Andy Warhol, Dan Flavin – è sua l’installazione al neon sulla facciata – e Roy Lichtenstein, oltre a ospitare il Joseph-Beuys-Medien-Archiv, istituzione affiliata alla Joseph Beuys Estate di Düsseldorf che ha lo scopo di archiviare e pubblicizzare il lavoro di Joseph Beuys. Nel 2002 il patrimonio della Hamburger Bahnhof è stato notevolmente ampliato con l’acquisizione della collezione di Egidio Marzona sull’Arte Concettuale e l’Arte povera. Nutrito anche il nucleo di opere cinematografiche di autori quali Rosa Barba, Candice Breitz, Keren Cytter, Matthew Buckingham, Harun Farocki, Omer Fast, David Lamelas, Melvin Moti e Pipilotti Rist.

Nel 2004, infine, la collezione Friedrich Christian Flick è pervenuta alla Hamburger Bahnhof in prestito permanente. Le oltre 1.500 opere d’arte contemporanea europea e nordamericana sono state presentate in mostre tematiche e monografiche a rotazione, esposte nel Rieckhallen, edificio realizzato appositamente per ospitare la collezione. La società immobiliare CA Immo acquisì l’edificio e il terreno intorno alla fine degli anni ’90 e nei piani figurava anche la demolizione del Rieckhallen.

Le trattative per il riacquisto degli edifici sono state lunghe e complesse ma, alla fine, sono andate felicemente in porto. E con l’acquisto da parte dello Stato e del Municipio, si aprono nuove prospettive, a partire dal nome che, d’ora in poi, sarà, Hamburger Bahnhof – Nationalgalerie der Gegenwart, cioè Galleria Nazionale del Contemporaneo. «È fondamentale per l’Hamburger Bahnhof promuovere pratiche lungimiranti che incoraggino connessioni più profonde tra le comunità locali e globali», ha commentato Bardaouil. «La stazione ferroviaria come luogo di incontri fugaci, la cultura berlinese della libera sperimentazione e le complesse questioni della rappresentanza nazionale sono tutti fondamenti concettuali dei nostri programmi». In attesa di conoscere ulteriori sviluppi, è già stata annunciato il riallestimento dell’ala ovest, che comprenderà opere pittoriche, sculture e videoarte.

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