03 maggio 2021

Matteo Nasini, Remote Armonie – CUBO Unipol

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Che rumore fanno le stelle? Ce lo indica Matteo Nasini, con una mostra a cura di Treti Galaxie, parte del progetto Das – Dialoghi artisti sperimentali, la rassegna dedicata al confronto di nuovi linguaggi del museo d’impresa del Gruppo UNIPOL

Matteo Nasini, Remote Armonie, 2021. Veduta esterna dell’installazione allestita in Spazio Arte. Courtesy artista, ph. Flavio Pescatori

Che tipo di musica può essere generato dal movimento degli astri? È la domanda a cui Spazio Arte risponde attraverso il progetto di Matteo Nasini, artista romano, in mostra per la prima volta a Bologna. Il percorso espositivo dal titolo “Remote Armonie” a cura di Treti Galaxie, composto dal duetto Ramona Ponzini e Matteo Mottin, è presentato grazie a CUBO Unipol, sulla scia segnata da Das – Dialoghi artisti sperimentali, rassegna finalizzata al dialogo artistico e culturale sui temi della contemporaneità, giunta ormai alla sua quarta edizione. Un ricco ciclo di appuntamenti online è quello del Public Program, a cura di Federica Patti, che accompagna il percorso espositivo con l’obiettivo di approfondirne e dispiegarne gli argomenti principali stimolando il confronto e il dibattito.​​​
Come si traduce il movimento della Via Lattea in suono? Matteo Nasini, musicista e artista, affascinato dallo sviluppo delle nuove tecnologie, per Remote Armonie, ha sviluppato un algoritmo per l’elaborazione dei dati provenienti dalle mappe stellari.
Come sostiene il curatore Matteo Montin: “La serie esposta al CUBO si riallaccia al tema della musica delle sfere di derivazione filosofica, ovvero all’idea che i pianeti, ruotando, producano un suono: il concetto è stato ripreso da Nasini in maniera letterale e reso concreto grazie a recenti sviluppi dell’informatica. Il nucleo del progetto è un programma che “legge” milioni di dati provenienti dai cataloghi stellari dell’ESA (European Space Agency) legandoli a una particolare coordinata terrestre. Costruendo una ideale linea retta tra questa coordinata e il centro della nostra galassia, traduce in suono il passaggio dei corpi celesti che la intercettano”.

Matteo Nasini, Transtamburo (dett.), 2020-21, ceramica, acciaio, dimensioni variabili. Courtesy artista, ph. Flavio Pescatori

Partendo, dunque dal tema della Musica delle Sfere, che poneva al centro dell’universo il pianeta terra, il progetto invita a distaccarsi da questa visione, enfatizzando invece, che la Terra è uno dei pianeti presenti nella galassia e proprio per questo, risultano essere immotivate tutte le divisioni e i conflitti generati dall’uomo. L’artista auspica, attraverso la melodia generata dagli astri, di creare un sentimento universale e di unità di tutti i popoli in cammino verso la conoscenza dell’ancora sconosciuto.
E’ da questa trasformazione dalla materia al suono delle stelle della Via Lattea, che prendono vita le opere presenti in mostra, prodotte con diverse tecniche artistiche e tecnologie attuali: “Mangiastelle assiale” grande arazzo realizzato a mano, “Transtamburo” gruppo scultoreo in ceramica creato con stampa 3D, “Sidereo” scultura sonora, con la sua trascrizione calligrafica.
Il tripudio dei colori che sprigiona da “Mangiastelle assiale”, porta lo spettatore a contemplare un meraviglioso paesaggio naturale, dispiegato da un sipario-galassia, ricamato di stelle che splendono di luce propria e immutabile. Il moto ascensionale delle linee e dei soggetti rappresentati, come una meravigliosa melodia, mostra il tendere della natura, dell’uomo, del creato verso il sublime e la ricerca di mondi inesplorati.
Il gruppo scultoreo “Transtamburo” riassume l’essenza delle nuove tecnologie, come la stampa 3D e l’utilizzo dei materiali tradizionali, come la ceramica. Si fondono tradizione, innovazione e l’arte in tutte le sue forme espressive, dalla realizzazione del soggetto, allo studio del suono che esso genera.

Matteo Nasini, Mangiastelle assiale, 2021, lana, stoffa, courtesy artista, ph. Francesco Demichelis

Anche in “Sidereo”, scultura sonora, sono presenti la componente relativa alla lavorazione artigianale del legno, di cui è composta la struttura e la parte in metallo che produce il suono grazie a meccanismi a controllo numerico. Presente, inoltre, la riproduzione calligrafica della melodia, sottoforma di spartito rappresentata in un’opera a parete, dove è possibile ammirare la riproduzione del moto della scultura e la rappresentazione grafica sottoforma di modelli di elaborazione.
Di particolare rilevanza, a corredo della mostra, è stata sostenuta da CUBO la realizzazione dell’audiodramma astralista “Il Canto degli Erranti”, il cui protagonista è il giovane Siderino, ideato e scritto da Matteo Montin e Matteo Nasini, curatore anche della parte musicale e interpretato da Irene Timpanaro e Marco De Francesca, parte integrante del Main Program di Art City 2021.
Il Canto degli Erranti è suddiviso in quattro parti e un intermezzo e narra, in chiave fantastica, i temi trattati nel percorso di “Remote Armonie”, rendendone così comprensibile la complessità scientifica e tecnologica del progetto.

In occasione di Art City Bologna dal 7 al 9 maggio 2021, il giorno 8 maggio alle ore 15:00 in diretta streaming dal canale Instagram di CUBO e su Radioimmaginaria, dasLIVE propone “Il Canto degli Erranti” – l’Epilogo e venerdì 7 maggio alle 21.00, Siderali, in collaborazione con la Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio “G.B.Martini” di Bologna, coordinato dal prof. Francesco Giomi.

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