28 aprile 2022

Quartiere Latino, II Vol. Opere site specific al condominio di Atelier Alifuoco

di

A Napoli, Atelier Alifuoco, studio di artisti aperto ad altri artisti, presenta una raccolta fondi per la seconda edizione di Quartiere Latino, con interventi site specific di Lucas Memmola, Andrea Bolognino e Veronica Bisesti

Il sole splende finalmente, la luna è romanticamente calante, il cielo è terso, la temperatura è mite. Cosa vogliamo di più? Vinili, vini e opere site specific. Appuntamento il 29 aprile, dalle 18, all’Atelier Alifuoco, a Napoli, per una raccolta fondi a favore della seconda edizione di Quartiere Latino, il progetto curato da Atelier Alifuoco, che invita gli artisti a interagire con gli spazi del condominio in via Cesare Rosaroll (patriota e attentatore) e dell’appartamento ivi situato, prima abitato da due sorelle, Dora e Fausta, quindi diventato studio di Nicola Vincenzo Piscopo, Francesco Maria Sabatini, Lucia Schettino, Maria Teresa Palladino (di questa storia ne scrivevamo anche qui).

Con il supporto di Aperisepe, che accompagnerà la serata con bollicine scoppiettanti e un fresco sound contro il logorio della vita moderna (o è diventata contemporanea?), gli ospiti potranno dare una piccola, generosa e graditissima mano, per far realizzare le opere di Lucas Memmola, Andrea Bolognino e Veronica Bisesti, tra gli artisti emergenti più attivi a Napoli e oltre, che andranno a integrarsi con quelle di Clarissa Baldassarri, Gabriella Siciliano e Paolo La Motta, risalenti alla prima edizione. E tutte insieme, oltre a quelle che ancora dovranno essere realizzate, andranno a formare una sorta di collezione condominiale a Km 0. Perché la forma dell’Atelier Alifuoco è quella dell’ibridazione, dell’assimilazione e dell’inclusione di suggestioni provenienti da ambiti e linguaggi diversi e in-conciliabili. Un po’ come l’area nella quale si trova il condominio, tra Sanità e Vasto, a ridosso di via Foria, alle spalle di Porta Capuana, insomma, l’epicentro dove può accadere letteralmente ogni cosa. Ce ne parlano Nicola Piscopo e Lucas Memmola, Andrea Bolognino e Veronica Bisesti.

Puoi parlarci del valore corale, collettivo, di questa operazione, che sembra tenere traccia di ciò che succede sul “territorio” dell’arte contemporanea? Quali sono le necessità, le urgenze, le aspettative, alle quali vuole rispondere Atelier Alifuoco (uno spazio di studi d’artista, aperto ad altri artisti)?

Nicola Vincenzo Piscopo «Possiamo dire che un artista che vive la propria città in modo intenso e interessato, arriva a conoscere negli anni tanti artisti con cui viene condivisa la contemporaneità, quasi in modo fortuito: sono tutte storie private e singolari alla “How I Met your Mother”. Gli artisti di Quartiere Latino sono il frutto di anni di relazioni, più o meno intense, tra persone che condividono lo stesso territorio e che hanno, a mio avviso, la stessa necessità di rispondere alle domande “Cosa è l’arte contemporanea?” e “Quale contributo posso dare io al presente di questo mondo?”. Quartiere Latino è il tentativo di rafforzare questa rete implicita tra artisti che coabitano in una città, qualche volta senza mai incontrarsi.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da atelier Alifuoco (@atelier_alifuoco)

Con Atelier Alifuoco, un appartamento di studi di artista in cui lavoro con i miei vicini – Maria Teresa Palladino, Francesco Maria Sabatini e Lucia Schettino – ho avuto modo di poter sperimentare la fusione di sinergie tra artisti che, nonostante le profonde differenze e con grande rispetto, riescono a stimolarsi e darsi la spinta necessaria per fare il proprio passo in avanti. É questo piccolo esperimento che ha dato il via a Quartiere Latino: l’idea di una grande famiglia, dove la competizione è costruttiva, la maieutica è collettiva e l’altro è un frammento necessario alla costruzione della propria identità. Se può esserci un ruolo per un artista calato nella società, il suo contributo sarà maggiore in una comunione di intenti e con una rete di supporto».

Sindone, Clarissa Baldassarri

Lucas Memmola, ha appena presentato un progetto alla aA29 Project Room, Andrea Bolognino ha recentemente chiuso una mostra al Museo di Capodimonte, mentre nelle prossime settimane Veronica Bisesti prenderà parte a una residenza artistica a Latronico, curata da Bianco Valente. Insomma, di certo non mancano gli impegni ma quali opere presenterete in questa occasione? In che modo dialogheranno con il contesto di Atelier Alifuoco?

Lucas Memmola «Una delle tematiche ricorrenti della mia ricerca è il rapporto con lo spazio ibridato con elementi simbolici e surreali. Il mio focus per questa edizione di Quartiere Latino è sulla struttura del palazzo. Ciò che mi interessa far emergere nella architettura di Atelier Alifuoco è il respiro e il calore di una dimensione immateriale che potrebbe essere il respiro stesso del luogo o qualcosa di altro».

Veronica Bisesti «Per quest’edizione di Quartiere Latino, la mia attenzione si è focalizzata sulla storia e la figura delle due sorelle Alifuoco, Dora e Fausta, che hanno abitato l’atelier in precedenza, quando ancora lo spazio fungeva da abitazione».

Andrea Bolognino «Per il progetto Quartiere latino ho deciso di lavorare attorno a un concetto che rappresenta uno dei temi fondamentali della mia ricerca artistica: la sedimentazione. “Il lento e progressivo raggrupparsi degli elementi che costituiranno un fenomeno”, “Fase di evoluzione, di riposo attivo, durante la quale si elabora una maturazione o si concretizza e perfeziona uno sviluppo, un cambiamento”; queste le prime definizioni che si trovano per descrivere un fenomeno che, a seconda del contesto di riferimento, cambia quasi radicalmente significato. Per me, la sedimentazione è il prodotto di ogni evoluzione storica, il processo di stratificazione attraverso il quale le trasformazioni materiche avvenute nel corso degli anni si sommano tra di loro costituendo la superficie delle cose.

Mi è subito apparso naturale coniugare il mio interesse verso questo tema nel contesto di Atelier Alifuoco e soprattutto del palazzo in via Domenico Cirillo che lo ospita. Un edificio è l’oggetto artificiale che riesce a tradurre in modo efficace l’idea di sedimentazione, racchiudendo in sé stesso le modulazioni strutturali che l’hanno formato e de-formato e la maturazione emotiva, sentimentale dei suoi inquilini».

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui