13 settembre 2022

Sculture in campo, Bassano in Teverina ospita la scultura contemporanea

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A Bassano in Teverina andrà in scena “Sculture in campo”, una rassegna interamente rivolta alla scultura contemporanea a cielo aperto. Ce ne parla la presidente Lucilla Catania

PAOLO GRASSINO, Guerra è sempre, 2019

A Bassano in Teverina, provincia di Viterbo, “Sculture in campo” è ormai arrivata alla sesta edizione e, come ogni anno, veranno presentate al pubblico le nuove opere che arricchiranno la collezione permanente: si tratta di sculture di riconosciuti maestri, quali Pino Genovese, Maki Nakamura e Cloti Ricciardi, selezionati dal comitato scientifico dell’associazione Sculture in Campo, composto da Lucilla Catania, Cesare Biasini Selvaggi, Cecilia Canziani, Laura Iamurri, Roberto Lambarelli e Anna Maria Panzera. Il Parco internazionale di scultura contemporanea è diffuso a Bassano in Teverina, con sedi all’aria aperta e altre “al chiuso” dislocate tra la campagna e il centro storico del borgo laziale. Per saperne di più abbiamo intervistato la fondatrice e presidente di Sculture in campo, Lucilla Catania.

CLAUDIO PALMIERI, Sentiero

Sabato 17 settembre, inaugura la VI edizione di “Sculture in campo”, può parlarci dello spirito di questa rassegna? Quali sono le novità rispetto alle edizioni precedenti?

«Esattamente sei anni fa inauguravo la I edizione di Sculture in campo. Nel catalogo che accompagnava la manifestazione avevo scritto un testo di presentazione dal titolo, direi emblematico: L’Arte, la Terra, gli Animali. In queste tre parole è, sinteticamente, racchiuso lo spirito, l’essenza di Sculture in campo. Il Parco di sculture si trova nella campagna di Bassano in Teverina, caratterizzata da una ricca bio-diversità e da numerosi reperti e siti archeologici disseminati un po’ ovunque. È qui che ho immaginato un luogo della contemporaneità, immerso nella Natura e inserito in un continuum spazio-temporale tra passato e presente, con uno sguardo rivolto a un futuro prossimo già alle porte. Gli artisti coinvolti di anno in anno nel progetto, hanno capito e condiviso con me questa visione. Oggi Il Parco si sviluppa su di un territorio di circa due ettari e consta di 20 artisti con 28 opere di grandi dimensioni. In questo contesto, in un’area all’interno del Parco, vivono liberi e felici circa 35 animali di varia grandezza e tipologia. Sono l’anima primigenia di Sculture in campo. Sono i guardiani del Parco.

La novità più significativa dell’attuale rassegna rispetto a quelle precedenti è, senza alcun dubbio, la presenza di un’artista internazionale come Maki Nakamura che è venuta dal lontano Giappone, dove vive e lavora, per realizzare la sua opera per il Parco. Ma non posso non annoverare tra le novità importanti, il nuovo Comitato Scientifico di Sculture in campo. Dopo alterne vicende, oggi esso è composto da figure di grande rilievo culturale e professionale che consentiranno a questo progetto non solo di evolversi nel tempo e di migliorarsi ma di poter lavorare insieme in armonia e condivisione. Mi fa piacere citare i loro nomi: Cesare Biasini, Cecilia Canziani, Laura Iamurri, Roberto Lambarelli e Anna Maria Panzera».

INES FONTENLA, Possa la nostra epoca…

Cosa vogliono raccontare le sculture acquisite per questa edizione di “Sculture in campo” e con quali criteri la commissione scientifica, di cui lei fa parte, le ha selezionate?

«A settembre inaugureremo le nuove sculture di Pino Genovese, Maki Nakamura e Cloti Ricciardi. Tre artisti di straordinario interesse e di grande qualità artistica che raccontano visioni del mondo diverse ma complementari.

Pino Genovese con Antropiche parla di una natura arcaica e antropologica, ci porta a riflettere sulle nostre origini, sulla vita naturale più legata all’istinto che alla ragione. Ci invita a entrare sia fisicamente che mentalmente nelle sue sculture-antro e a restare per un po’ al loro interno; dormire, sognare e infine risvegliarsi in totale simbiosi con Madre Natura.

L’opera di Maki Nakamura si intitola Zer0. Un’opera ambientale dove un lungo camminamento fatto di lastre di travertino ci porta al punto finale, allo Zero assoluto; la fine o forse l’inizio di un altro percorso. La sensibilità orientale è evidente in quest’opera. Alla fine del sentiero ci attende l’incontro con un blocco informe trapassato da un foro diagonale a forma conica. L’invito a guardare all’interno del foro è irresistibile, è la che si trova il passaggio verso un’altra dimensione.

Infine, Cloti Ricciardi artista immensa! Purtroppo discriminata da un sistema dell’arte che all’epoca era profondamente maschilista. Anomie spaziali 5 è il titolo della sua opera realizzata a partire da un bozzetto degli anni ’87-’89.  Cloti Ricciardi ci avverte che l’opera osservata rivela solo un aspetto di quello che in realtà è. Un singolo aspetto tra i tanti di cui è composta. L’osservatore è chiamato ad acuire il suo sguardo, a scrutare l’opera per cogliere, infine, quel dettaglio segreto che aprirà ad un altro punto di vista.

Questi artisti rappresentano, nell’ambito della ricerca plastica, delle punte di eccellenza sia per la serietà e la coerenza della loro ricerca poetica che per i livelli di qualità artistica che raggiungono nelle loro opere. Questi sono i criteri che la commissione scientifica segue nello scegliere gli artisti. Ma non solo, un elemento di importanza centrale è la relazione tra l’opera proposta e il contesto nel quale va a collocarsi. Eccetto casi particolarissimi tutte le sculture presenti nel Parco sono state pensate e realizzate site-specific. L’artista proponente è chiamato a effettuare uno o più sopralluoghi prima di presentare il suo progetto. Vorrei sottolineare che in questo Parco sono state collocate opere plastiche di grandi dimensione, sculture dal peso rilevante. Opere il cui posizionamento richiede mezzi e tecnici specializzati. Le scelte operate dal CS devono, necessariamente, tenere conto di tutti questi fattori».

ROBERTO PIETROSANTI, Bestie

Il 17 settembre può considerarsi anche un “click day”. Cosa si intende con questa affermazione e quali possono essere gli obiettivi del fare rete nel mondo dell’arte?

«Il click day si riferisce al lancio del nuovo sito di Sculture in campo. Dopo circa due anni di lavoro il sito è on line. Un sito complesso e molto vasto che presenta non solo il Parco con gli artisti e le loro opere, ma tutta una serie di altre realtà sociali e culturali con le quali il Parco intende relazionarsi. Come ben scrive Cesare Biasini Selvaggi, autore del progetto strategico di espansione del nostro Parco, il sito sarà “Una vera e propria piattaforma multicanale che comprenderà una sezione dedicata al network che, partendo da Bassano in Teverina, intende riunire, raccontare, promuovere e mettere in connessione tutti i parchi di scultura presenti tra i cinque continenti, evidenziandone buone pratiche, fornendo consulenza tecnico-scientifica, andando a definire le rotte di un turismo globale dei parchi di scultura attraverso percorsi tematici o geografici”.

Del resto, trovo sia illusorio, oggi, pensare di poter lavorare, nell’Arte come in qualsiasi altra disciplina umana, al di fuori di una rete di rapporti e di collaborazioni tra tutti i diversi soggetti, privati e pubblici, che costituiscono i campi del sapere e del conoscere. Il mondo è davvero troppo grande!

Presso il parco Internazionale di Scultura Contemporanea de “Il Querceto” di Bassano in Teverina, in provincia di Viterbo, la rassegna d’arte “Sculture in campo” si presenta come un work in progress, una porta sempre aperta sulla contemporaneità e soprattutto sull’arte che, rivolta a un ampio pubblico, racconta di volta in volta uno stralcio di attualità».

SIMONE BERTUGNO, GIano
VITTORIO MESSINA, Palagio il cui tetto di cristallo, 2019
BRUNO CECCOBELLI, Nuvole

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