06 ottobre 2023

“Sono invisibile, ma non assente”. Intervista al camaleontico Liu Bolin

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Come un camaleonte, Liu Bolin si fonde armoniosamente con l'ambiente circostante, spingendoci a esaminare attentamente la realtà che troppo spesso diamo per scontata.

L’artista cinese, famoso per il suo soprannome “Uomo Invisibile”, grazie alle sue straordinarie performance mimetiche, è al centro di una nuova mostra intitolata (IN)VISIBLE: The Art of Liu Bolin, organizzata dalla Galleria Deodato Arte, ospitata a Villa Ciani di Lugano fino, al 15 ottobre 2023. Tutte le opere esposte appartengono alla serie Hiding in the city, in cui l’artista esplora temi universali come il rapporto tra l’uomo e la natura, così come tra il pensiero e il potere politico. Attraverso una sorprendente capacità di mescolare performance, body art e fotografia, Liu Bolin (Shandong, 1973) riesce a fondere il suo corpo con l’ambiente circostante, diventando egli stesso protagonista dell’opera, immortalata attraverso la fotografia. Nel corso degli anni, Bolin si è fatto ritrarre davanti ai monumenti più iconici del mondo, tra opere d’arte, negli scaffali di librerie, accanto a cumuli di rifiuti, e persino tra folle di immigrati. Abbiamo avuto l’occasione di incontrare l’artista che ci ha raccontato la sua pratica artistica e i suoi progetti più recenti.

Da dove nasce la tua ricerca artistica?
«Ho iniziato con lo studio della scultura, materia in cui mi sono specializzato durante i miei studi universitari. Quando ero al college, era il periodo in cui il modernismo occidentale veniva introdotto nell’educazione artistica nazionale; quindi, ci furono molti nomi che mi influenzarono profondamente fin dall’inizio: Rodin, Giacometti, Morandi, Van Gogh, Cézanne, Picasso, Marcel Duchamp, Matisse, Monet. Anche l’arte dopo-guerra ha avuto un grande influsso su di me.»

Come ci si sente ad essere l’autore e protagonista delle tue opere d’arte?
«Diventare un artista e usare il mio corpo come protagonista nelle mie opere è stata una scelta attiva per me. Questa tecnica mi ha permesso di raccontare anche la mia esperienza privata, da bambino avevo due sogni: uno era quello di diventare un soldato e l’altro era quello di diventare un artista. Nel processo di creazione delle mie opere, attraverso la mia presenza fisica nell’immagine, entrambi i miei sogni sono diventati realtà. Ho immaginato che l’uniforme di colore che indosso nell’opera è come se fosse un’uniforme militare cinese. In piedi davanti allo sfondo, mi sento come un soldato durante l’addestramento.»

Potresti condividere alcuni dettagli sul tuo processo creativo, come lavori alle tue opere d’arte?
«Innanzitutto, scelgo uno sfondo. Lo sfondo è molto importante nelle mie opere, perché principalmente indago la relazione contraddittoria tra la scomparsa delle persone e la permanenza dello sfondo. Dopo di che, indosso la mia “uniforme militare” e rimango il più immobile possibile, permettendo a un altro artista di dipingere i colori sul mio corpo, e i colori bloccati dal mio corpo vengono figurativamente dipinti sull’ambiente circostante. In genere, lo sfondo non è molto complicato da riprodurre, e l’intero processo richiede circa 3-5 ore. Devo cooperare con un altro artista per completarlo il più rapidamente possibile.»

Quali sono gli artisti di riferimento per te?
«I miei artisti preferiti sono Picasso, Andy Warhol, Bacon, ecc. Hanno avuto un profondo influsso sulla mia arte.»

Recentemente hai inaugurato una mostra a Firenze presso il Palazzo Vecchio? Come sta andando?
«La mostra al Palazzo Vecchio di Firenze è molto riuscita. Si trova nel centro di Firenze e attira molti visitatori ogni giorno. Inoltre, la Galleria Uffizi ha anche collezionato le mie opere, mi sento molto onorato di essere entrato in questa importante collezione.»

Qual è il tuo rapporto con l’Italia, considerando la tua partecipazione a molte mostre nel paese?
«Mi piace molto la cultura italiana. Quando ero a scuola, molte delle opere nei miei libri di testo provenivano da qui. Come artista cinese, uso le mie opere per intessere lunghi scambi culturali con l’Italia. Ho iniziato a realizzare opere invisibili in Italia nel 2009 partendo da Verona, per poi spostarmi a Milano, Venezia, Roma, Napoli, e molte altre città, che mi hanno fatto amare ancora di più l’Italia.»

A breve inauguri una nuova mostra a Lugano presso la Galleria Deodato Arte, cosa ci racconti?
«La mostra presso la Galleria Deodato Arte è molto importante per me dopo la ripresa del mondo dopo l’epidemia. Circa 20 delle mie opere sono esposte qui, tutte create in giro per il mondo negli ultimi anni. È la prima volta che la Galleria Deodato Arte tiene una mia mostra personale. Non vedo l’ora di far conoscere le mie opere a nuovi amici e collezionisti. Credo che questo segnerà un nuovo inizio.»

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