04 marzo 2022

Sophie Westerlind, Yes, I used to be a great dancer – NEUTRO

di

Tra le bacheche di NEUTRO a Reggio Emilia un viaggio introspettivo nei ricordi dell’artista Sophie Westerlind che ci parla di corpi, movimenti e luoghi

Sophie Westerlind, Jag har verkligen haft roligt / I had a lot of fun, 2022 ph. Marco Cappelletti

Fino al 16 aprile 2022 sarà possibile vedere la mostra “Yes, I used to be a great dancer” di Sophie Westerlind con disegni inediti su grande formato dislocati tra le bacheche di NEUTRO a Reggio Emilia. La mostra è un viaggio introspettivo nei ricordi dell’artista, che ci parla di corpi, ma anche di movimenti e luoghi che legano profondamente Westerlind alle sue due nonne Ingrid e Siv, a cui dedica l’intero progetto. Come ogni mostra di NEUTRO anche in questo caso è stata realizzata una pubblicazione edita in 100 copie, con dettagli delle opere dell’artista e un intervento della fotografa Isabelle Young sul ritorno a Venezia, con alcune riflessioni scaturite dall’incontro con i disegni di Westerlind. Ce ne parla Sophie Westerlind.

Come nasce la volontà di disegnare le due nonne Ingrid e Siv?
Osservare le mie nonne, le loro personalità e il loro modo di esprimersi nell’intimità familiare sono state una grande fonte di ispirazione. Ingrid e Siv sono nate in Svezia nel 1922 e nel 1923. Ho sentito spesso Siv al telefono mentre lavoravo al progetto, la sua voce ha dato una forte spinta alla mia immaginazione e memoria. Ingrid invece è mancata qualche anno fa, ma grazie a disegni, foto e registrazione che ho fatto nel 2011, ho dei ricordi molto vivi dei suoi ultimi anni di vita. Sono rimasta colpita della leggerezza e dall’umorismo dei loro racconti. I sei disegni in mostra a Reggio Emilia sono dei tentativi di raccontare la loro fisicità all’interno del loro spazio quotidiano. I corpi di Ingrid e Siv sono fragili ma al contempo forti. A volte i loro movimenti sono eleganti e raffinati, ma altre volte goffi e persino grotteschi. Ad una certa età spostarsi dal letto alla poltrona è un’operazione complessa, vestirsi è un’impresa. Mettere i pantaloni richiede fatica e allacciare il reggiseno richiede concentrazione. Entrambe hanno avuto quattro figli. Sono madri anziane ma spesso i loro gesti sembrano infantili, come se fossero tornate a essere delle bambine. Già nel 2011 a Londra avevo iniziato un lavoro su Ingrid. Il progetto di allora mi ha portata a conoscere il lavoro di Alice Neel (il suo autoritratto nudo da ottantenne) e Paula Modersohn Becker. Queste due artiste sono poi diventate molto importanti come riferimento per il loro coraggio e la loro sincerità nel rapportarsi con i loro soggetti. Credo che il progetto NEUTRO mi abbia aiutato nella mia ricerca pittorica. Dopo aver fatto questi disegni in grande scala mi sento meno intimorita nel dipingere in grandi formati. Ho anche capito l’importanza di scegliere soggetti che provocano forti emozioni e di non aver paura a rappresentare soggetti che mi sono molto vicini.

Sophie Westerlind, la pubblicazione realizzata in occasione del progetto per NEUTRO

Come mai hai utilizzato il disegno per questa mostra? Come è stato rapportare questa tecnica con lo spazio espositivo Neutro, caratterizzato da sei grandi bacheche? Disegnare su grande scala i tuoi legami affettivi più stretti, portando su un altro piano una pratica così personale, ti ha aiutata a capirli meglio?
Quando immagino Ingrid e Siv dentro le loro case circondate dai loro oggetti personali mi sento vicina a loro. Mentre disegno mi sembra di ricordare e capire meglio i loro gesti e le loro personalità. Il disegno per me è sempre stata una cosa personale e intima che, allo stesso tempo, facilita l’interazione con le persone attorno. Posso mettermi a disegnare ovunque negli spazi pubblici. Trovo che la pratica faciliti il contatto spontaneo, che inviti alla partecipazione. Ho spesso disegnato insieme ad altre persone che prima magari erano dei perfetti sconosciuti. Quando ci sono state barriere linguistiche o culturali, mettermi a disegnare ha aiutato ad instaurare comunicazione e fiducia. Disegnare non fa rumore, non sporca più di tanto, non disturba quasi mai nessuno. Carta e matite sono materiali economici. Il risultato non deve essere mostrato per forza. Si può chiudere il quaderno e metterlo via. Prima del progetto NEUTRO non avevo mai disegnato su scala così grande, e all’inizio ero quasi spaventata. Mi sembrava di disegnare per la prima volta. È stata una sfida vedere lo spazio o la figura per intero mentre tracciavo i segni. Avevo la sensazione di tracciare i corpi e i gesti in scala reale. La somiglianza non era importante: I disegni dovevano raccontare qualcosa della presenza di Ingrid e Siv nel loro spazio intimo, a casa. Durante il lavoro ho dovuto allontanarmi di qualche metro dal foglio per vedere la composizione per intero, come se stessi dipingendo su una tela larga. Avevo già utilizzato i pastelli ad olio per dei disegni ispirati da Tintoretto a Palazzo Ducale e Scuola San Rocco a Venezia e per disegni fatti dal vivo di amici, ma sempre su scala molto più piccola. Il disegno con pastelli ad olio non permette di cancellare ‘gli errori’: ogni segno rimane, la carta svela tutto. Ho cercato di creare una tessitura leggera dei colori: Non potendo mischiarli su una tavolozza, ho trovato l’equilibrio cromatico tramite accostamenti di tanti piccoli segni intrecciati.

Ci parli della pubblicazione in collaborazione con la fotografa Isabelle Young?
La pubblicazione realizzata per la mostra da NEUTRO raccoglie delle parti dei disegni che ho realizzato per il progetto, una vista ravvicinata dei lavori in mostra; il mio lavoro è accompagnato da una riflessione di Isabelle Young. Lei ha scritto il testo che riflette sulle tematiche che ho voluto portare in mostra. Ho incontrato Isabelle tramite Pia Biasi che durante la pandemia ha organizzato un progetto online dal titolo Artist Roundtable che ha permesso a un gruppo di artisti emergenti di confrontarsi con alcune personalità del mondo dell’arte, invitate come ‘guest-speakers’ ogni settimana, creando delle connessioni tra artisti attivi in varie località del mondo. Quando Isabelle è venuta a Venezia da Londra lo scorso ottobre è venuta a trovarmi in studio. Da qui è iniziata la nostra collaborazione per il progetto NEUTRO. Attualmente Isabelle frequenta il Royal College of Art. Abbiamo entrambi un rapporto importante con l’Italia che influenza le nostre pratiche artistiche, ma in maniera diversa. La sua ricerca fotografica si concentra su interni e architetture ed è mosso dalla sua curiosità sull’Italia, dal punto di vista dello ‘straniero’. Il lavoro fotografico di Isabelle mi ha subito interessata. Il suo sguardo sull’Italia è diverso, ma anche per certi versi simile al mio, dato che siamo entrambe ‘straniere’. Ho amato molto la sua riflessione sui miei disegni delle mie nonne e le loro camere da letto.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui