15 febbraio 2021

Teresa Gargiulo, Come disegnare un’isola – Galleria Tiziana Di Caro

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Teresa Gargiulo, vincitrice della tappa napoletana di Jaguart, progetto nato nel 2019 dal dialogo tra Artissima e Jaguar, da Tiziana Di Caro ci racconta di geografie e unità espressive della lingua

Teresa Gargiulo, Come disegnare un'isola, dettaglio della mostra

Il 16 gennaio si è inaugurata, negli spazi della galleria Tiziana Di Caro, “Come disegnare un’isola”, la prima personale di Teresa Gargiulo, giovane artista nata a Vico Equense nel 1996 e studente dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Teresa Gargiulo, h ow to draw an island: the island, how to draw an island: words, 2020

Grafemi per le mani, fonemi per le orecchie

Teresa Gargiulo è stata la vincitrice della tappa napoletana di Jaguart, progetto artistico innovativo, nato nel 2019 dal dialogo tra Artissima e Jaguar Land Rover, e dalla comune volontà di supportare l’arte emergente e di innescare sinergie vincenti e di lungo respiro, tra i rispettivi interlocutori.

Le opere di cui si compone la mostra “Come disegnare un’isola” sono tutte realizzate tra il 2019 e il 2020 e spaziano dal disegno alla scrittura, fino all’installazione, convergendo in una ricerca incentrata sulla geografia e sulle unità espressive della lingua. Con grafemi per le mani, fonemi per le orecchie, lavoro che apre il percorso espositivo, troviamo una sorta di enorme alfabeto a parete costituito da 180 fogli sui quali sono impressi dei fonemi in sostituzione delle lettere, così come nel libro posto su un plinto di fronte a esso. L’artista gioca sulle variazioni di percezione che si possono percepire nell’ascolto, a seconda della lingua utilizzata per la pronuncia.

La stessa Gargiulo scrive, a introduzione del repertorio di fonemi e parole: “Sei una persona totalmente diversa in inglese…”. Ogni fonema ha infatti una precisa connotazione che, cambiando, determina anche una variazione di significato nella parola a cui fa riferimento, provocando, più che un cortocircuito, una moltiplicazione di circuiti differenti, che si rispecchiano nelle relazioni che instauriamo con gli altri e sull’influenza del mezzo di espressione.

Teresa Gargiulo, Grafemi per le mani, fonemi per le orecchie, 2020

Ruenmp, l’isola che è in noi stessi

Attraversando la seconda sala, il visitatore entra in contatto con una serie di opere legate al progetto Ruenmp – l’isola che Teresa Gargiulo definisce “a fictional island based on language” – con il quale l’autrice intende creare un nuovo laboratorio linguistico, in grado di produrre un lessico artificiale e neutrale, nel quale tutti si possano identificare.

Il primo nucleo di opere, esperimenti ottenuti con la tecnica del frottage, è intitolato how to draw an island – notes. Le tre linee essenziali su cui si basa Ruenmp sono la geografia, la società e la lingua. Osservando un piccolo dittico presente in mostra, lo spettatore si troverà di fronte alla parola “Ruenmp” – risultato di un ritrovamento “fortuito” che ha poi dato il via alla sperimentazione linguistica e all’intero progetto – e a quelli che sono i tratti del suo ipotetico perimetro fisico. In altri disegni, l’isola è scomposta nei suoi piani geografici, mostrandoci, talvolta, la composizione del suo mare e delle sue montagne, sapientemente delineati come rilievi scientifici che ingannano lo spettatore per la mancanza di una qualsiasi corrispondenza oggettiva nella realtà.

Nella sala successiva, un’ulteriore sperimentazione linguistica si configura formalmente in una installazione di palloncini che compongono la parola OLITI. A chiusura del percorso e del progetto, nell’ultima sala, un kit composto da un sacchetto a chiusura ermetica in cui sono raccolti una mappa con le istruzioni per costruire l’isola, il dizionario che racchiude l’elenco delle parole elaborate durante la sperimentazione, un gessetto per disegnare l’isola e un poster su cui si legge la frase “Il gioco è in possesso della significanza”.

Così, attraverso la sua prima mostra negli spazi della Galleria Tiziana Di Caro, Teresa Gargiulo ci conduce in un viaggio verso un luogo che non esiste se non in noi stessi. Un luogo in continua trasformazione, nel quale si cerca la chiave per una grande rivoluzione: la nascita di un linguaggio universale che possa fornire un’identità comune, senza escludere nessuno.

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