01 giugno 2020

Vincent Leroy deforma il Louvre di Parigi con le sue Slow Lens

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Alla scoperta della spettacolare installazione cinetica Slow Lens di Vincent Leroy, che deforma l'iconica facciata del Musée du Louvre a Parigi

L'installazione Slow Lens di Vincent Leroy

Dopo la spettacolare Illusion Lens a Tokyo, l’architetto francese Vincent Leroy torna a stupire nella sua città, con una nuova installazione cinetica davanti al Louvre di Parigi, Slow Lens, deformandone l’iconica facciata.

Nato nel 1968 a Avranches, noto erede dell’arte cinetica francese e conosciuto per le sue sculture in movimento, Vincent Leroy pone al centro del suo studio gli effetti ottici e le superfici riflettenti. Le sue opere sono state esposte in tutto il mondo, in particolare in prossimità dei luoghi più conosciuti e suggestivi. Sempre a Parigi, installò tre grandi lenti di Fresnel di fronte alla Tour Eiffel, creando un’illusione ottica caleidoscopica del monumento.

Slow Lens, posta dinanzi al Musée du Louvre, è un’installazione cinetica costituita da una cortina di lenti che riflettono e deformano uno tra i luoghi più iconici di Parigi. Il design dell’opera è raffinato, appare leggero e fluido, quasi volatile. Lo sforzo del movimento è impercettibile. L’architettura esistente viene frammentata dalle lenti e ricomposta in una sorta di rete dinamica. La struttura genera un effetto visivo di distorsione ripetitiva. Con questo progetto Leroy desidera offrire all’osservatore «Un’immersione dislocata della realtà e una contemplazione astratta».nDi notte l’effetto è particolarmente suggestivo: quando si fa buio le luci circostanti si diffondono nelle lenti, facendole apparire distaccate dal mondo reale.

L’installazione “Slow Lens” di Vincent Leroy

Slow Lens si pone come una sorta un intermediario tra realtà e spettatore. Un mezzo attraverso il quale si può vivere  un’esperienza onirica in uno scenario quasi surreale.  Attraverso l’opera, l’artista crea, infatti, un immaginario personale, dove il tempo è estremamente dilatato, contrariamente a quanto accade nel caos urbano.

A incorniciare Slow Lens c’è la musica di Jérôme Echenoz, che ha creato un pezzo sonoro attorno all’installazione. La ripetizione, che ricorda un loop simile a quello delle onde elettroniche, diventa multipla e infinita, aggiungendo un’atmosfera singolare all’ambiente. 

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