05 gennaio 2021

Zerynthia, trent’anni di vita e arte

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Trent’anni di attività senza mai scendere di qualità, Zerynthia ha sostenuto una programmazione degna di un museo internazionale di arte contemporanea, che ora trova corpo in un curatissimo volume

La montagne de Venise, Yona Friedman, Venezia 2016

“In quale fiamma bruceranno le farfalle di Zerynthia? Di certo, è un sacrificio che contiene la promessa della Poesia”. I versi di Daniele Pieroni sono stampati a grandi lettere sulla copertina di Il libro di Zerynthia, un volume dedicato all’attività dell’associazione Zerynthia dal 1992 ad oggi, curato da Dora Stiefelmaier, pubblicato dalle edizioni Di Paolo (pg. 517 ,70 €, disponibile on line al sito zerynthia.it).

Dora e Mario Pieroni ritratti intorno al Tavolo del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto (Quadro specchiante), 2015

“Questo libro non vuole essere una semplice documentazione delle tante nostre prodotte dall’Associazione nelle sue varie sedi e nel mondo dal 1992 ad oggi” scrive Mario Pieroni nella prefazione al volume. ”Il libro intende creare una narrazione capace di evocare l’atmosfera nella quale queste mostre sono nate”. E il principale pregio del libro risiede appunto nella capacità di far rivivere un clima artistico e culturale basato sulla condivisione di un modo di vivere l’arte in maniera collettiva e collegiale insieme agli artisti.

Il libro di Zerynthia, dettaglio

La nascita e le mostre di Zerynthia

Un percorso che inizia con “El Quarto Amarillo”, un’installazione realizzata per l’occasione da 4 artisti (Pisani, Pistoletto, Spalletti e West) per lo stand dei Pieroni alla fiera Arco di Madrid nel 1992. Poche settimane dopo nasce l’associazione che ha due sedi: un appartamento affacciato su piazza Vittorio e un casale a Paliano, a sud di Roma, nella tenuta dei principi Colonna. A Piazza Vittorio si sono susseguite personali di livello museale: Montagne di Gerhard Richter, con sei grandi dipinti astratti e una scultura, poi Jan Vercruysse, Emilio Prini, Carla Accardi con uno strepitoso Ambiente Arancio (1995), Thierry De Cordier e la collettiva “L’ultimo disegno” del 1999, che inaugurò il 31 dicembre di quell’anno alle ore 19. Senza contare le mostre organizzate in sedi estere, come “Viaggio verso Citera” a Cà Vendramin Calergi durante la Biennale del 1993 , Gunther Forg all’Acquario Romano (2001) e “Colori dal Mediterraneo” (2001-2006) con opere di artisti contemporanei collocate in diversi ospedali romani.

Il libro di Zerynthia, dettaglio

La sede di Paliano inaugura nel 1994 con Wall drawings, una personale di Sol Lewitt, seguita dalla collettiva “Accumulazioni” (Jan Dibbets, Mario Merz e Sol Lewitt) e dal progetto Oreste (1997). “Nel libro abbiamo messo tutti i progetti che abbiamo realizzato in questi trent’anni, senza escludere nessuno” confessa Dora, che ha meticolosamente ordinato le centinaia di immagini presenti nel volume come in una sorta di album di famiglia, dove sfilano volti di due o tre generazioni di artisti , curatori, critici e collezionisti. “La parte più dolorosa è stata constatare quanti protagonisti non ci siano più”” aggiunge. Negli anni Duemila la lista dei progetti aumenta: “Non so come abbiamo fatto: in un certo periodo seguivamo l’Atelier del Bosco a Villa Medici, La Grancia a Serre di Rapolano e Zerynthia“ conclude Dora. Un’attività sempre al massimo livello, che arriva fino al palazzo Lantieri di Gorizia, dove nel 2004 Zerynthia inaugura due progetti diversi: “Accumulazioni” riguarda il confronto tra l’edificio storico e il contemporaneo, mentre “Editing” è un programma di residenze per giovani artisti dell’Europa Centrale.

Il libro di Zerynthia, dettaglio

Tra gli ultimi progetti di Zerynthia vanno citati “Sentieri contemporanei”, in collaborazione con l’Università di Sassari, e “Italia X Incognita”, la personale di Felice Levini all’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen nel 2019. Trent’anni di attività senza mai scendere di qualità, Zerynthia ha sostenuto una programmazione degna di un museo internazionale di arte contemporanea, che attende ancora un adeguato riconoscimento pubblico.

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