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Un capolavoro di Courbet al Musée d’Orsay sarà restaurato in pubblico
Arte moderna
di redazione
Dopo 175 anni, Un funerale a Ornans di Gustave Courbet continua a scuotere, con la sua dolente lentezza, anche lo spettatore più disincantato. Manifesto del realismo moderno contro l’idealizzazione accademica, l’opera è oggi al centro di un importante progetto di restauro, condotto in piena trasparenza sotto gli occhi del pubblico, presso il Musée d’Orsay di Parigi.
Il celebre dipinto, di oltre sei metri di lunghezza e affollato da contadini e volti reali, fu uno dei protagonisti più scandalosi del Salon del 1850-51. Non tanto per l’eccesso di dramma ma per la sua impassibile aderenza alla realtà della morte. Lo sguardo smarrito del bambino sotto la croce processionale, il cane ignaro, la fossa aperta che si protende nello spazio dello spettatore: ogni dettaglio, ogni crepa nel pathos borghese, trasuda una nuova forma di verità pittorica. Ed è proprio per restituire pienamente questa realtà che l’opera sta ora affrontando il primo grande intervento conservativo degli ultimi 50 anni.
Dietro un vetro di plexiglass, il pubblico del museo potrà osservare il lento lavoro di pulitura, il consolidamento e l’analisi di un’opera che, per dimensioni e tecnica, pone sfide complesse. L’obiettivo dichiarato è il recupero dell’armonia cromatica originaria, oggi compromessa da strati di vernice ossidata e depositi di sporco che offuscano la vibrante materia pittorica. Le crepe, gli strappi e i rigonfiamenti della tela raccontano una storia molto personale: Courbet realizzò il dipinto nella casa del nonno a Ornans, utilizzando un tessuto locale grezzo e poco adatto a sopportare il peso del suo impasto denso, carico, spesso. Già nel 1864 l’artista stesso lamentava che l’opera fosse «Danneggiata».
Ma il deterioramento non si deve solo al tempo. Le numerose movimentazioni subite dall’opera, – oltre 20 montaggi e smontaggi nei primi 30 anni dopo la sua donazione al Louvre nel 1881 – hanno contribuito alla deformazione della struttura. I restauratori del Musée d’Orsay procederanno ora a smontarla nuovamente, rivelando porzioni di tela finora nascoste, piegate a fine Ottocento per ragioni conservative. L’espansione della scena potrebbe alterare radicalmente la nostra percezione del dipinto.
Il restauro dell’opera di Courbet è stato preceduto da un ampio studio diagnostico condotto dal Centre national de recherche et de restauration, che ha impiegato le più aggiornate tecniche di imaging per mappare alterazioni, pentimenti e disegni preparatori. Tra le rivelazioni più affascinanti: lo spostamento dell’officiante centrale e una riduzione significativa della profondità della fossa rispetto all’idea iniziale dell’autore.
Questo cantiere a cielo aperto segue di dieci anni l’intervento analogo su L’atelier del pittore (1855), anch’esso monumentale e conservato nella stessa sala al piano terra del museo. Quel restauro aveva riportato alla luce la forza visionaria e politica di un Courbet che si autoritrae al centro del mondo che rappresenta. Oggi, con Un funerale a Ornans, si tocca invece l’epicentro di una comunità anonima, un’umanità esposta alla morte senza retorica né consolazione. Fino al 2026, i visitatori del Musée d’Orsay potranno seguirne da vicino ogni fase dei lavori, in un confronto ravvicinato con uno dei dipinti più radicali della pittura moderna.