-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
FOG a Milano: tra Iran e Vivaldi, la performance è di scena al Teatro dell’Arte
Arti performative
Songs for No One e Il Cimento dell’Armonia e dell’Inventione: due spettacoli imperdibili nel cartellone dell’ottava edizione di FOG: il festival di arti performative diretto da Umberto Angelini torna Milano, fino al 15 aprile 2025, con il meglio delle performing arts internazionali, tra teatro, danza, performance e musica.
Songs for No One
Il teatro ha il potere di illuminare l’invisibile, di dare voce a chi resta inascoltato, e Songs for No One di Nastaran Razawi Khorasani ne è un esempio emblematico. Presentato in anteprima italiana alla Triennale Milano, il 18 e 19 febbraio 2025, nell’ambito del FOG Performing Arts Festival, lo spettacolo si configura come un’esperienza intima e potente, un viaggio nella quotidianità di due bambini che crescono sotto il governo islamico in Iran.
Sul palcoscenico, la performer olandese di origine iraniana si muove in uno spazio essenziale ma denso di significato: due pannelli trasparenti ai lati e un secchio di vernice bianca tra le mani. Quando il telefono squilla, il pubblico viene immediatamente trasportato in un mondo distante, in cui la lingua persiana diventa il primo ostacolo alla comprensione. Ma l’artista Khorasani dissolve questa barriera dipingendo i pannelli di bianco, rivelando così i sovrattitoli che traducono le conversazioni in italiano e in inglese. Un gesto semplice e poetico che sottolinea il processo di svelamento delle storie di chi non ha voce.
Le domande poste ai bambini sembrano quasi banali: “Cosa mangi a colazione?”, “Come vai a scuola?”, “Che musica ascolti?”. Eppure, nelle loro risposte emerge un ritratto vivido e spesso doloroso della realtà iraniana, fatta di restrizioni, paure, ma anche di sogni e speranze. Il contrasto tra l’ingenuità dell’infanzia e il peso dell’oppressione crea una tensione emotiva sottile ma costante, che avvolge lo spettatore e lo costringe a interrogarsi sul significato della libertà e dell’identità.
Khorasani non si limita a raccontare ma vive le parole dei bambini sulla scena, alternando dialoghi, poesie e canzoni in un assolo evocativo. La sua voce si intreccia con quelle registrate, creando una dimensione sospesa tra la memoria e il presente, tra il qui e l’altrove. Il minimalismo scenico si fa così veicolo di un’esperienza sensoriale intensa, in cui ogni gesto e ogni suono assumono un peso specifico.
Lo spettacolo, già vincitore del BNG Bank Theaterprijs nel 2020 e nel 2021 e selezionato dal Flemish Theatre Festival nel 2022 tra le produzioni più innovative, conferma la sua forza comunicativa e la sua rilevanza artistica. Songs for No One non è solo una testimonianza, ma un atto di resistenza poetica, che ci ricorda il valore della memoria e dell’ascolto.

Il Cimento dell’Armonia e dell’Inventione
Questo weekend, sempre sul palco del Teatro dell’Arte, ascolteremo invece Vivaldi. I coreografi Anne Teresa De Keersmaeker e Radouan Mriziga portano in scena un tributo alla natura e alla musica di Antonio Vivaldi con Il Cimento dell’Armonia e dell’Inventione. Visto al Festival d’Automne, in un Théâtre de la Ville sold out tutte le repliche, il duo propone un’esplorazione coreografica ispirata a Le Quattro Stagioni, un capolavoro senza tempo che, sotto la loro guida, si trasforma in un viaggio visivo e sensoriale unico.

Il punto di partenza è la registrazione della violinista Amandine Beyer e del suo ensemble Gli Incogniti, che con la loro esecuzione autentica restituiscono l’essenza barocca di Vivaldi. De Keersmaeker e Mriziga interpretano la partitura musicale attraverso il linguaggio del movimento, creando un dialogo tra danza e natura. La loro coreografia geometrica e astratta disegna sulla scena un equilibrio perfetto tra armonia ed emozione, con quattro danzatori che incarnano le stagioni con grazia, intensità e spiccata ironia.
Lo spettacolo si distingue per la sua capacità di unire la bellezza dell’opera originale con una riflessione profonda sul presente. Attraverso il prisma delle quattro stagioni, la performance diventa un richiamo alla fragilità del nostro ecosistema e alla crisi climatica in atto. Ogni movimento, ogni gesto, sembra riecheggiare la necessità di una riconnessione tra l’uomo e la natura.
Il Cimento dell’Armonia e dell’Inventione è un’esperienza immersiva e affascinante, un esempio magistrale di come la danza possa trasformare la musica in un linguaggio visivo potente ed evocativo.
