16 settembre 2022

15 città per la Capitale Italiana della Cultura 2025, ecco i dossier

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Il Ministero della Cultura ha annunciato i dossier presentati dalle 15 città in lizza per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2025: una giuria selezionerà i progetti più meritevoli

Agrigento dalla Valle dei Templi. Ph. Tiziana Mercurio

Mentre sono ancora in corso di svolgimento le attività a Procida, il Ministero della Cultura ha annunciato quali sono state le 15 città italiane candidate al titolo di Capitale Italiana della Cultura per l’anno 2025. Dopo l’isola campana, nel 2023 sarà la volta di Bergamo-Brescia, candidate insieme, mentre nel 2024 il titolo è andato a Pesaro.

Tutte le città che hanno risposto alla manifestazione di interesse per il 2025 dovranno presentare il loro progetto, che sarà sottoposto alla valutazione di una commissione di sette esperti di chiara fama nella gestione dei beni culturali,  che si esprimerà entro il 15 novembre. La città vincitrice, grazie anche al contributo statale di un milione di euro, potrà mettere in mostra, per il periodo di un anno, i propri caratteri originali e i fattori che ne determinano lo sviluppo culturale, inteso come motore di crescita dell’intera comunità.

«Sono orgoglioso che quell’intuizione della Capitale della Cultura, in questi anni, sia cresciuta di edizione in edizione dimostrando quanto la progettazione, la programmazione, la condivisione con le realtà locali sia fondamentale per lo sviluppo dei territori», ha dichiarato Dario Franceschini, Ministro della Cultura. «È significativo notare, nelle ultime edizioni, la partecipazione di città anche di piccole dimensioni, a dimostrazione che questo riconoscimento sia diventato una grande opportunità che, come dimostrano i dati, assicura ritorni in termini di visibilità, di pubblico e, quindi, anche di turismo e occasioni di sviluppo», ha continuato Franceschini.

Il titolo di Capitale Italiana della Cultura nasce a seguito della designazione, nel 2014, di Matera Capitale Europea della Cultura del 2019. Alle altre finaliste, cioè Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena, il Ministero volle dunque assegnare il titolo di Capitali Italiane della Cultura 2015, aprendo contestualmente una selezione per individuare, a partire dal 2016, la città meritevole di questo titolo. La prima prescelta fu Mantova, a cui seguirono Pistoia nel 2017, Palermo nel 2018 e Parma nel 2020, titolo prorogato anche nel 2021 a causa dell’emergenza pandemica.

Ecco dunque l’elenco delle città che hanno presentato la domanda per il 2025, con il relativo titolo del dossier: Agrigento – Il sé, l’altro e la natura. Relazioni e trasformazioni culturali; Aosta – Aostæ Città Plurale; Assisi (Perugia) – Assisi. Creature e creatori; Asti – Dove si coltiva la cultura; Bagnoregio (Viterbo) – Essere Ponti; Città Metropolitana di Reggio Calabria – Locride 2025. Tutta un’altra storia; Enna – Enna 2025. Il mito nel cuore; Monte Sant’Angelo (Foggia) – Monte Sant’Angelo 2025: un Monte in cammino; Orvieto (Terni) – Meta meraviglia la cultura che sconfina; Otranto (Lecce) – Otranto 2025. Mosaico di Culture; Peccioli (Pisa) – ValdEra Ora. L’arte di vivere insieme; Pescina (L’Aquila) – La cultura non spopola; Roccasecca (Frosinone) – Vocazioni. La cultura e la ricerca della felicità; Spoleto (Perugia) – La cultura genera energia; Sulmona (L’Aquila) – Cultura è metamorfosi.

Variegato il parterre delle proposte. Il dossier di Aosta, unica città transfrontaliera e di montagna candidata, si articola in una quarantina di progetti lungo cinque “sentieri”: patrimonio plurale, la città dai molti passati e dagli infiniti futuri; innovazione plurale, la città della pietra, dell’acciaio e del fuoco; accesso plurale, la città della cura e della sfida; comunità plurale, la città dell’autonomia e della cooperazione. Il dossier presentato da Agrigento si estende anche a Lampedusa e ai Comuni del territorio, esplorando l’armonia e i conflitti tra i quattro elementi di Empedocle: Acqua, Aria, Terra e Fuoco, ognuno raccontato con vari progetti di cui molti internazionali.

Pescina ha invece avanzato la sua candidatura proponendosi come modello delle aree interne, con la Cultura come leva strategica per contrastare l’emarginazione e lo spopolamento. Al territorio della Locride guarda il dossier presentato da Reggio Calabria e, similmente, anche la candidatura di Roccasecca, che punta non solo sul patrimonio storico e artistico del paese di San Tommaso D’Aquino ma anche sulla capacità di mettere in rete l’intero territorio, in particolare quello del Cassinate.

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