10 luglio 2020

In Campania, un borgo del ‘700 distrutto per costruire un residence con piscina

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In Campania, a Giugliano, il Villaggio Zaccaria, costruito nel ‘700 sui resti di una villa romana, è stato demolito. Al suo posto, un moderno residence con piscina

Le fotografie sono di Fely di Girolamo, autrice di una tesi in architettura sul Villaggio Zaccaria

Un antico casale del ‘700, probabilmente costruito sui resti di una villa rustica romana, demolito per far posto a 48 appartamenti nuovi, con tanto di piscina. Si tratta del Villaggio Zaccaria e la vicenda accade a Giugliano, Comune della città metropolitana di Napoli, in Campania, nell’indifferenza delle istituzioni ma suscitando le proteste di studiosi e architetti, oltre che di molti abitanti del Comune. Rimostranze che serviranno a poco, perché i lavori sono iniziati ieri e sui siti delle agenzie immobiliari i lotti già vengono pubblicizzati.

Nella descrizione del progetto, firmato da Open Project, si parla di «recupero abitativo di volumi fatiscenti» e, in effetti, il Villaggio Zaccaria, situato lungo la via Grotta dell’Olmo, giaceva abbandonato a se stesso, con gli edifici caratteristici dell’architettura rurale del ‘700, dal palazzotto baronale alle case disposte a corte, fino alla chiesa affrescata, vetusti e ormai diruti.

Il Villaggio Zaccaria, da masseria sperimentale a residence con piscina

Le fondamenta del Villaggio Zaccaria sono da rintracciare in epoca romana, nel sistema di ville rustiche e coltivazioni pregiate dell’area circostante Liternum. Nel Catasto Onciario del 1754 troviamo “Zaccaria” identificato come villaggio e feudo del Barone Don Giovan Battista Orineti, al quale apparteneva almeno fin dal 1711. Nel XVI secolo, infatti, tutta la zona fu interessata da un ampio movimento di civilizzazione, con lo sviluppo di un articolato sistema di masserie. Nel 1793, nell’agro di Giugliano, ne risultavano censite circa 119 masserie, in particolare nell’entroterra di Varcaturo e Licola, l’area in cui sorge proprio il Villaggio Zaccaria. L’idea del Barone Orineti era di farne una fattoria modello, sul modello della Real Colonia di San Leucio, quindi una comunità agricola socialmente avanzata, oltre che architettonicamente aggiornata. A questo proposito, il barone vi portò circa 100 coloni che, però, in breve tempo, abbandonarono il villaggio, a causa della vicinanza a una zona paludosa, non ancora bonificata.

Abbandonati a se stessi per secoli, ignorati anche dalla Soprintendenza – evidentemente non si trattava di un bene vincolato ma bisognerà capire se, nel corso dei lavori, potranno emergere resti di epoca romana – gli edifici sono diventati dei ruderi ma la loro storia poteva rappresentare l’occasione di riscatto per un’area già martoriata da speculazioni di ogni tipo. Ora, al suo posto, sorgerà un moderno complesso residenziale, per la verità piuttosto pretenzioso e tremendamente somigliante a quei palazzotti dormitorio che della residenza esclusiva hanno solo una facciata di cartongesso. In questo caso una piscina, addirittura. Su Facebook, le agenzie immobiliari pubblicizzano i rendering: abitazioni in vendita a partire da 128mila euro.

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