23 febbraio 2020

Coronavirus: musei chiusi e a Milano Armani sfila a porte chiuse

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Approvato il decreto del Premier Conte per arginare la diffusione del Coronavirus: chiudono anche i musei, mentre la Milano Fashion Week fa registrare alcune defezioni

Al termine di un’assemblea straordinaria, il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge disposto dal Premier Giuseppe Conte, in merito alle misure di sicurezza volte ad arginare la propagazione del Covid-19, il famigerato Coronavirus. Tra le misure che possono essere adottate dalle autorità competenti, il «divieto di allontanamento dal Comune o dall’area interessata da parte di tutti gli individui comunque presenti nel comune o nell’area», il «divieto di accesso al Comune o all’area interessata» e la «sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in un luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi aperti al pubblico». Tra le misure previste dal decreto legge per arginare la diffusione del Coronavirus, anche la «sospensione dei servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura».

Queste le linee guida diramate dal Governo per le Regioni a rischio – Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna – ma ulteriori misure saranno affidate agli organi locali. Molto probabile anche la sospensione dell’apertura gratuita prevista per la prima domenica del mese di marzo, estesa su tutto il territorio nazionale, in considerazione dei prevedibili incrementi dei flussi di visitatori previsti.

I musei chiusi in Lombardia e Piemonte e lo stop per la Milano Fashion Week

In Lombardia, il presidente Attilio Fontana ha deciso la «Sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi aperti al pubblico», oltre che la sospensione dell’apertura dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura. Tra i primi musei e istituzioni culturali ad annunciare la chiusura, la Pinacoteca di Brera e il Pirelli HangarBicocca, mentre anche il Teatro alla Scala ha deciso di «sospendere tutte le rappresentazioni a titolo cautelativo in attesa di disposizioni».

«La decisione del signor Armani di salvaguardare la salute dei suoi ospiti è sicuramente apprezzabile. Tuttavia al momento non abbiamo notizia di altre scelte di questo tipo né del resto, di casi legati alla settimana della moda (che si chiuderà lunedì, 24 febbraio, ndr)», ha spiegato all’Ansa Carlo Capasa, presidente della Camera della Moda, commentando la decisione di Giorgio Armani di far svolgere la sfilata in programma oggi, 23 febbraio, a porte chiuse. Stessa scelta anche per Laura Biagiotti, che ha comunicato che la sfilata autunno inverno al Piccolo Teatro Studio avverrà a porte chiuse. In entrambi i casi, le sfilate saranno trasmesse in streaming. Più drastica Moncler Genius, che ha annunciato che «l’apertura al pubblico prevista per il 23 febbraio a Milano viene annullata».

Il sindaco di Torino Chiara Appendino, di concerto con il presidente della Regione Alberto Cirio e il prefetto Claudio Palomba, ha disposto la chiusura delle scuole in Piemonte per almeno una settimana. Fino al 2 marzo rimarranno chiuse anche l’Università di Torino, il Politecnico, l’Università del Piemonte orientale e l’Università del gusto di Pollenzo, il Conservatorio, l’Accademia Albertina.

Sospese anche le celebrazioni del carnevale a Venezia e in altre cittadine limitrofe, «Abbiamo firmato con il ministro Speranza l’ordinanza con la quale vengono bloccate manifestazioni pubbliche, private, la chiusura delle scuole e dei musei fino al primo marzo», ha dichiarato Luca Zaia, presidente della Regione Veneto durante l’unità di crisi a Marghera.

Cosa ci dicono gli studi sul Coronavirus

Ribadiamo, però, che il Coronavirus, nonostante la facilità di diffusione, continua a presentare un basso tasso di mortalità, anche se i dati sono comunque parziali. «Il primo grande studio clinico relativo alla morbilità, quindi relativo all’intensità dei sintomi e della letalità del virus, conferma il quadro che si era già venuto a definire in queste ultime settimane: siamo di fronte a un’infezione che nell’80 per cento dei casi causa sintomi lievi e all’incirca il 95 per cento delle persone guarisce senza gravi complicazioni», ha spiegato all’AGI Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pavia, commentando lo studio condotto in Cina sul Covid-19.

«I dati ci dicono che soltanto un numero limitato di persone può avere conseguenze anche letali, soprattutto se si tratta di persone anziane e/o con problemi di salute come malattie cardiovascolari pregresse», ha spiegato Maga.

Sul sito del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, potete trovare tutte le informazioni e i dati aggiornati e confermati.

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