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La Donald Judd Foundation contro Kim Kardashian: un caso da cucina
Attualità
di redazione
La Donald Judd Foundation ha citato in giudizio Kim Kardashian per aver affermato in un video promozionale che una serie di mobili negli uffici della sua società di cosmetici, la Skkn by Kim, era stata realizzata dal grande artista minimalista. Nel video, che risale al 2022, Kardashian elogia Judd, scomparso nel 1994 e al cui lavoro è stata dedicata una ampia retrospettiva al MoMA di New York nel 2020 (ne scrivevamo qui), spiegando che i tavoli «Si fondono perfettamente con le sedie». Ma l’organizzazione no-profit che gestisce la sua eredità ha dichiarato che il set non è autentico e così la scorsa settimana è stata intentato una causa contro Kardashian, con l’accusa di aver diffuso notizie inesatte.
«È probabile che i consumatori credano che la Judd Foundation e il marchio di Donald Judd siano collegati o affiliati o altrimenti sponsorizzati o appoggiati dalla signora Kardashian», si legge nell’accusa, come citato dal New York Times. «La Judd Foundation vieta categoricamente ai clienti di utilizzare i mobili Donald Judd per scopi di marketing e promozionali».
La causa, depositata presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il distretto centrale della California, menziona anche la società Clements Design. Secondo i documenti dell’accusa, l’azienda avrebbe creato il set che somiglia troppo al design di Judd. La Fondazione ha accusato la società di violazione di marchi e diritti d’autore. Clements Design ha affermato che tra i suoi mobili e lo stile di Donald Judd ci sono evidenti differenze. Secondo quanto dichiarato, la società avrebbe anche cercato una soluzione amichevole con la Judd Foundation, tuttavia quest’ultima non si è detta disponibile a raggiungere un accordo ragionevole.
Il video incriminato fu pubblicato su Youtube nel 2022 e da allora ha ricevuto più di 3,6 milioni di visualizzazioni ma dalla scorsa settimana è stato rimosso dalla piattaforma. Nelle riprese comparivano vari ambienti degli uffici californiani della società di Kardashian, arredati in stile minimalista e con toni neutri. I mobili contestati si trovano nella cucina e sembrano troppo simili a due pezzi iconici di Judd risalenti al 1982, La Mansana Table 22 – dal nome del complesso di edifici situato nel centro di Marfa dove Judd conservava ed esponeva le sue opere e la sua biblioteca – e Chair 84, la seduta realizzata dall’artista per i figli. «Questi tavoli di Donald Judd sono davvero sorprendenti e si fondono perfettamente con le sedute», afferma Kardashian.
Il tavolo di Judd costa 90mila dollari e negli ultimi 15 anni ne sono state vendute solo tre copie autentiche, mentre le sedie costano 9mila dollari l’una e ne sono state vendute più di 350. Ognuno dei pezzi è timbrato e numerato dalla Fondazione. «I mobili sono parte integrante della nostra stabilità finanziaria», ha affermato Rainer Judd, figlia dell’artista e presidente della Fondazione, che ha aggiunto che le entrate derivanti dai progetti rappresentano quasi la metà del reddito dell’organizzazione.
Come spiegato dalla Judd Foundation, tre giorni dopo la prima apparizione del video, l’organizzazione contattò Kardashian che, attraverso un portavoce si diceva «Incredibilmente dispiaciuta per qualsiasi inconveniente causato alla fondazione», offrendosi di «Aggiornare la didascalia del video con una ritrattazione». Ma la Judd Foundation voleva che il video fosse cancellato, che i mobili venissero «Riciclati», cioè distrutti e che la stessa Kardashian rilasciasse una dichiarazione pubblica. I rappresentanti di Kardashian risposero allora con l’offerta di pubblicare sui social network un post di sostegno alla Fondazione ma alla fine le trattative si sono interrotte e la controversia è finita in tribunale.