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Le autorità francesi hanno arrestato due uomini ritenuti coinvolti nel clamoroso furto dei gioielli della Corona francese, avvenuto al Louvre di Parigi lo scorso 19 ottobre, un colpo già definito «Il più spettacolare degli ultimi decenni» ma che ha anche messo in grave difficoltà la direzione del museo. Per portata simbolica e clamore mediatico, il caso del Louvre evoca un precedente storico diventato iconico: la sottrazione della Gioconda nel 1911, ritrovata due anni dopo in Italia.
Secondo quanto dichiarato dalla procuratrice Laure Beccuau, gli arresti sono avvenuti sabato sera. Uno dei sospettati, trentenne originario della zona di Seine-Saint-Denis, è stato fermato intorno alle 22 all’aeroporto Charles de Gaulle mentre tentava di imbarcarsi su un volo per l’Algeria. Anche il secondo uomo, della stessa età e provenienza, è stato arrestato poche ore dopo nella periferia nord di Parigi, ad Aubervillers: aveva in programma di fuggire in Mali.
I gioielli trafugati, del valore stimato di 88 milioni di euro, non sono ancora stati recuperati, fatta eccezione per la corona di Eugenia de Montijo, imperatrice di Francia e moglie di Napoleone III, rinvenuta già poco fuori dal museo, probabilmente caduta durante la fuga dei ladri. Le immagini di un video diffuso venerdì scorso mostrano due uomini, uno con casco da motociclista e l’altro con un giubbotto catarifrangente, fuggire dalla finestra della Galleria Apollo, dove erano custoditi i gioielli, utilizzando un montacarichi per mobili collegato a un camion rubato. In appena sette minuti i ladri avrebbero forzato le teche con una smerigliatrice e trafugato otto pezzi della collezione, tra cui un diadema e un paio di orecchini di Maria Luisa d’Austria, un collier di Maria Amalia di Borbone e una preziosa spilla reliquiario.
Il furto, avvenuto a museo già aperto, ha evidenziato gravi falle nella sicurezza del Louvre. Una telecamera di sorveglianza risultava orientata altrove al momento del colpo e il sistema d’allarme, pur entrato in funzione, non ha impedito ai ladri di agire in pieno giorno e fuggire in sella a due scooter.
La direttrice del museo, Laurence des Cars, ha definito l’accaduto «Un terribile fallimento», rassegnando le proprie dimissioni, poi respinte dal Ministero della Cultura, e testimoniando in Senato per spiegare come l’obsolescenza delle infrastrutture abbia contribuito alla riuscita del colpo. «Ho più volte segnalato la precarietà e il degrado del Louvre – ha dichiarato – ma non sono state adottate misure adeguate». Il ministro della Giustizia Gérald Darmanin ha parlato di «Una figuraccia nazionale», chiedendo una revisione immediata dei protocolli di sicurezza del museo. L’inchiesta per furto organizzato e associazione criminale è ora seguita dai reparti specializzati nel contrasto al traffico illecito di beni culturali.
Dopo il furto, una parte dei gioielli e delle opere più preziose è stata trasferita sotto scorta alla sede della Banca di Francia, nel caveau sotterraneo della Souterraine, dove vengono custoditi anche il 90% delle riserve auree del Paese e i taccuini di Leonardo da Vinci.














