25 febbraio 2023

Giulio Mogol è il nuovo Consigliere per la Cultura al Ministero. Ma le prime dichiarazioni fanno discutere

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L’autore, paroliere ed ex Presidente SIAE Giulio Rapetti Mogol è stato nominato dal Ministro Sangiuliano Consigliere per la Cultura ma le prime dichiarazioni gettano già le prime ombre omofobiche: «Basta alla promozione dell’omosessualità»

Paroliere e produttore discografico, autore dei testi di alcuni dei brani più rappresentativi della canzone italiana, Giulio Rapetti Mogol è stato nominato dal Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, nella carica di Consigliere per la cultura popolare. «È un onore avere in squadra un personaggio del valore e del rilievo artistico di Giulio Mogol. Sono sicuro che ci darà un contributo importante in termini di idee e progetti», ha dichiarato il Ministro Sangiuliano.

L’incarico è a titolo gratuito e non dà diritto a compensi, tengono a chiarire dal Ministero, non specificando però in cosa consisterà fattivamente il suo lavoro. Sarà una nomina “onorifica”? Di certo le prime dichiarazioni rilasciate a commento per la sua nuova carica sono tutt’altro che neutrali. Intervistato dal quotidiano La Stampa e dall’Agenzia Ansa, l’autore di “Perdono”, “La spada nel cuore” e “Un’avventura”, si è lasciato andare a commenti a dir poco discutibili.

Prima un endorsement a Giorgia Meloni, della quale ha elogiato la preparazione e la caparbietà: «Anche per le donne avere una donna capace come presidente è importante. Se una persona che fa parte di un partitino piccolo poi arriva a prendere tanti voti, è un buon segno». Dichiaratosi sempre apolitico, nonostante negli anni ’60 e ’70 gli fossero state attribuite simpatie per la destra, Mogol ha ribadito la sua posizione: «Non credo ai partiti ma alle persone, alle persone che dimostrano di essere fattive».

E poi a ruota libera sul campo che dovrebbe essere più confacente, la musica, con un affondo sul Festival di Sanremo. «Non l’ho visto, però da quel che ho sentito non mi è sembrato ci fosse grande qualità», ha commentato Mogol, 86 anni, che ha specificato come l’attenzione si sia spostata verso la spettacolarizzazione, a scapito di una non meglio precisata «Positività per favorire l’evoluzione delle persone». «I baci in bocca fra uomini? Non ce l’ho con gli omosessuali anzi, ma con questa promozione dell’omosessualità», ha continuato Mogol. «Non voglio urtare la sensibilità di nessuno ma quello è un palco che promuove la musica, non effetti che cercano l’Auditel dimenticando la promozione della cultura popolare». I nessi non sembrano essere proprio chiarissimi ma tant’è.

E alla fine, dopo un riferimento al suo lavoro per il diritto d’autore (è stato presidente SIAE dal 2018 fino al 2022) – «Mi sto occupando del copyright di cui c’è stata l’approvazione, ma mancano i decreti attuativi e si affamano i poveri autori» – anche un chiarimento sull’operato della sua consulenza. Alla chiamata di Sangiuliano, «Ho risposto: ma sì, perché no, se c’è la possibilità di migliorare il livello della musica. Da 30 anni ho fondato il CET scuola di livello europeo per la canzone. Sono l’unico docente che non ha mai preso stipendio qui ad Avigliano Umbro, posto magnifico dove vivo benissimo: aria fantastica, fiori, alberi, laghetti. Tanto che mi ha ispirato ad occuparmi anche della prevenzione primaria, e questo farò con il ministero della Salute».

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