14 febbraio 2022

Una gomma a forma di orecchio di Van Gogh: scoppia la polemica sulla mostra a Londra

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In esposizione alla prestigiosa Courtauld Gallery di Londra, la mostra dedicata agli autoritratti di Vincent Van Gogh è stata aspramente criticata per un gadget a forma di orecchio in vendita al bookshop

Vincent van Gogh (1853 - 1890), Self-Portrait with Bandaged Ear, January 1889, The Courtauld Gallery, London (Samuel Courtauld Trust)

Nei bookshop dei musei si può trovare di tutto ma non è detto che proprio ogni cosa possa essere venduta. La mostra di Vincent van Gogh attualmente in esposizione alla Courtauld Gallery di Londra è finita al centro di una vibrante discussione a causa di un particolare oggetto esposto negli scaffali: una gomma da cancellare a forma di orecchio, in vendita al prezzo di 6 sterline. Molti visitatori hanno trovato l’idea non solo di dubbio gusto ma anche offensiva, tanto per il grande artista, che si mutilò probabilmente a seguito di un diverbio con il suo amico e collega Paul Gauguin, quanto per tutte le persone che soffrono di disturbi mentali.

Commentando la vicenda al Daily Mail, Charles Thomson, artista e co-fondatore del collettivo Stuckist, ha dichiarato che «Il suicidio e la malattia mentale non sono uno scherzo». Van Gogh si mutilò l’orecchio, usando un rasoio, la sera del 23 dicembre 1888, ad Arles, in preda ad allucinazioni. Dopo, lo avvolse in un foglio di giornale e lo fece recapitare a una donna. Nel corso degli anni, tante sono state le ipotesi sui motivi di questo gesto, che lo stesso artista diceva non riuscire a ricordare. Oltre alla lite con Gauguin, si pensa anche a un episodio famigliare: in una lettera, ritrovata nel 2016 dallo scrittore britannico Martin Bailey e risalente proprio a quel giorno, il fratello Theo annunciava le proprie nozze.

Ma prescindere dai motivi e dalle cause scatenanti, si tratta di un gesto di autolesionismo che andrebbe considerato con la giusta delicatezza, considerando oltretutto che solo due anni dopo, il 29 luglio 1890, Van Gogh si sarebbe tolto la vita. «Questo gadget è superficiale, brutto e insensibile. E dopo? La pistola suicida di Van Gogh?», ha continuato Thomson. Oltretutto, un gadget di questo tipo sembra ancora più fuori luogo considerando la sede della mostra: la Courtauld Gallery fa parte del Courtauld Institute of Art, universalmente considerato tra i migliori centri per lo studio della storia dell’arte nel Regno Unito e nel mondo.

Eppure, il presupposto scientifico e storiografico della mostra ha un suo interesse e una sua profondità anche emotiva. L’esposizione si apre proprio con l’iconico autoritratto con orecchio fasciato, una delle opere più celebri della collezione Courtauld, e riunisce 16 autoritratti realizzati da Van Gogh, per documentare per la prima volta l’evoluzione dell’autorappresentazione dell’artista, nel corso della sua breve e tormentata esistenza. Il percorso comprende il suo primo autoritratto conosciuto, quello con cappello di feltro scuro realizzato nel 1886 durante il suo periodo formativo a Parigi, e quello dipinto a Saint-Rémy-de-Provence, nel settembre 1889, uno dei suoi ultimi autoritratti prima della morte.

In vendita nel bookshop anche una saponetta da 5 sterline, commercializzata come l’ideale per «L’artista tormentato a cui piacciono le bolle soffici», e un “kit di pronto soccorso emotivo”, al prezzo di 16 sterline, descritto come «Un box di saggi consigli di emergenza per 20 situazioni psicologiche critiche». Attualmente, almeno nel bookshop online della Courtauld Gallery, la gomma a forma di orecchio è stata ritirata.

La mostra include anche un oscuro autoritratto regalato da van Gogh ad amici di Arles, con gran parte della vernice sul viso raschiata via. In uno dei suoi periodi di ripresa, lo descriveva come «Una prova di quando ero malato».

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