08 gennaio 2020

Incendi in Australia: i grandi studi di architettura in aiuto degli sfollati

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Architects Assist è la nuova piattaforma che risponderà alle necessità delle persone sfollate a causa degli incendi in Australia, fornendo servizi di progettazione gratuiti

Oltre 100 studi di architettura australiani hanno formato un’organizzazione, chiamata Architects Assist, che fornirà servizi di progettazione e pianificazione gratuiti alle persone colpite dalla crisi degli incendi in Australia. A promuovere le attività dell’organizzazione, l’architetto Jiri Lev, di Atelier Jiri Lev, in risposta all’intensificarsi della gravità del disastro che, nell’ultima settimana, ha portato all’evacuazione di diverse città.

«In alcune aree geografiche ci sono pochi architetti, mentre in altre gli aiuti possono anche sovrapporsi o entrare in conflitto. Una piattaforma comune di riferimento e coordinamento sembra rispondere a una necessità naturale», ha spiegato Lev a Dezeen. Architects Assist fornirà progetti per la costruzione di strutture alle persone colpite dal disastro, per sostituire ciò che è andato perso. Offrirà inoltre supporto alle piccole imprese e alle comunità, per edificare nuove strutture come negozi, sale, chiese o teatri.

L’attività di Architects Assist si ispira alla recente Architects Declare, iniziativa fondata nel maggio 2019 dagli studi di architettura del calibro di Zaha Hadid Architects, David Chipperfield Architects e Foster + Partners, in risposta alla crisi climatica. Architects Declare richiede a tutti gli architetti del Regno Unito di adottare e farsi portavoce di un cambiamento di atteggiamento nella progettazione e per adesso annovera oltre 600 firmatari nel Regno Unito e centinaia a livello internazionale.

Qual è la situazione degli incendi in Australia

Otto milioni di ettari diffusi in un’area compresa tra New South Wales, Victoria, Sud Australia e Queensland. È il lungo percorso di cenere compiuto dagli incendi che ormai da mesi e con un incremento nelle ultime settimane, stanno devastando l’Australia. Per avere un’idea, si tratta di circa quattro quinti di tutte le foreste italiane. In questo caso, ad andare in fiamme sono in particolare le foreste di eucalipto e del bush, una savana arida, tipica di quei paesaggi e composta da alberi bassi, che contengono oli e resine facilmente infiammabili. Soprattutto se le temperature sono quelle registrate nell’ultimo anno: il 2019, in Australia, è stato l’anno più caldo e più secco dal 1900, con le temperature medie più alte di 1,5 gradi. L’ondata di calore ha raggiunto il suo picco nel mese di dicembre, arrivando alla temperatura record di 42 gradi centigradi di media nazionale.

Difficilmente calcolabile, invece, il numero di animali morti: le stime, che sono diventate virali e che parlano di cifre da mezzo miliardo a un miliardo, sono riferite agli animali coinvolti negli incendi e non ai decessi. I numeri si basano su un rapporto che stilato nel 2007 dal WWF sull’impatto della pulizia del suolo sulla fauna selvatica australiana nel Nuovo Galles del Sud. Secondo quel rapporto, si trovano in media 17,5 mammiferi, 20,7 uccelli e 129,5 rettili per ettaro. Da qui il calcolo. Ma gli animali di grossa taglia, come i canguri o gli emù, e molti uccelli, sono stati in grado di allontanarsi dal fuoco, fortunatamente.

Circa duemila le case distrutte dallo scorso settembre e 25 le persone decedute. Ma non si tratta degli incendi più letali nella difficile storia dell’Australia. Nel 2009, in Victoria, morirono più di 170 persone. Le fiamme hanno raggiunto anche le periferie delle grandi città, come Melbourne, Sydney e Canberra, rendendo l’aria difficilmente respirabile ma i luoghi abitati i più colpiti sono stati la piccola città di Balmoral, nel Nuovo Galles del Sud, e la cittadina costiera di Mallacoota, nel Victoria.

L’intervento di Architects Assist

Dopo aver contattato l’organizzazione, le persone o le aziende bisognose saranno collegate allo studio di architettura o design più confacente alle proprie necessità, per intraprendere un nuovo progetto gratuitamente. «In questa fase, facciamo da centro di coordinamento. Valutiamo le richieste e le indirizziamo a professionisti adatti», ha spiegato Lev. Per il momento hanno aderito centinaia di studi, tra cui anche gli architetti vincitori della medaglia d’oro dell’Australian Institute of Architects. Il gruppo può contare anche sull’aiuto di più di 500 studenti e giovani laureati in architettura, che offriranno il loro aiuto e le loro competenze.

«Non prevediamo un gran numero di richieste almeno in questa fase iniziale, poiché gli incendi continuano a imperversare e quando i fuochi saranno finalmente finiti, le persone avranno bisogno di un po’ di tempo prima di iniziare a pensare alla ricostruzione. Quando ci sarà bisogno di noi, saremo pronti», ha continuato Lev.

Per il momento, i membri coinvolti nell’iniziativa stanno collaborando alla sistematizzazione di una serie di conoscenze e competenze per la progettazione in zone a elevato rischio di incendi e il relativo supporto. «Ci sono buone idee che continuano a essere discusse e possiamo immaginare di espandere i nostri servizi», ha concluso Lev.

Gara di solidarietà per gli incendi in Australia

Intanto, in tutto il mondo si moltiplicano i gesti per esprimere solidarietà alle persone colpite dagli incendi. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel ,ha offerto al premier australiano Scott Morrison ogni tipo di assistenza nella lotta agli incendi boschivi.  Il 15 gennaio, i grandi campioni del tennis, del calibro di Roger Federer, Rafael NadalSerena Williams, Caroline Wozniacki, Stefanos Tsitsipas e Nick Kyrgios, scenderanno in campo a Melbourne per una raccolta fondi. Di altro genere ma comunque efficace la campagna social della sex worker Kaylen Ward che offre sue foto in deshabille, in cambio di donazioni al New South Wales Rural Fire Brigade, un’associazione che si sta occupando di soccorso per gli incendi. In poche ore ha raccolto circa 500mila dollari, più di personalità come Kylie MinoguePink e Nicole Kidman.

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