15 maggio 2023

Le proteste degli studenti universitari di Milano negli scatti di una street photographer

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Abitabilità, urbanistica, diritto allo studio e divario generazionale: questi i temi sollevati dagli studenti che protestano contro il caro affitti accampandosi in tenda davanti alle università italiane. Il report fotografico a Milano

Ilaria Lamiera assieme agli studenti di Milano durante le manifestazioni ph. Francesca Magnani
Ilaria Lamiera assieme agli studenti di Milano durante le manifestazioni ph. Francesca Magnani

Proseguono le proteste contro il caro affitti che negli ultimi tempi ha reso impossibile la vita agli studenti universitari fuori sede. Nel capoluogo lombardo stanze singole a 700 euro al mese, monolocali fuori dai quartieri centrali che volano oltre i 1000: la risposta a tale insostenibile costo della vita è stato un gesto decisivo, quello di accamparsi in tenda per giorni davanti all’ateneo. La prima è stata la bergamasca Ilaria Lamera davanti al Politecnico di Milano, sollevando una tale attenzione su social e stampa da costituire la miccia di una protesta ora dilagata a livello nazionale. <<L’idea è stata mia e ho subito trovato sostegno in altri gruppi di studenti, come quello di Lorenzo Barbagallo della Terna Sinostrorsa>>, ha raccontato a exibart Ilaria Lamera, mostrando le diciassette tende montate di fronte al Politecnico per sensibilizzare il governo sul caro affitti.

Ilaria Lamera e Lorenzo Barbagallo davanti al Politecnico di Milano ph. Francesca Magnani
Ilaria Lamera e Lorenzo Barbagallo davanti al Politecnico di Milano ph. Francesca Magnani

<<Da qui la protesta ha preso piede in altre città universitarie: Milano, Pavia, Padova, Venezia, Bologna, Perugia e Firenze oltre a Roma – e prosegue – La pioggia ci ha concesso un po’ di tregua nel fine settimana, anche se io la mia tenda già l’ho portata via e sono venuta qui per dare io il mio supporto a che resta qui a manifestare>>. Dal Sindaco di Milano a quello di Lodi, diversi sono stati i rappresentati politici e istituzionali che hanno supportato la protesta, invitando i giovani a sedersi a un tavolo di confronto. La speranza è quella di trovare soluzioni percorribili in breve tempo: a guadagnarci non sarebbero solo gli studenti stessi, bensì il diritto alla casa, allo studio e, non ultimo, l’apporto culturale delle nuove generazioni che non può essere relegato ai margini e a cui il tessuto sociale di una città non può rinunciare.

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