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Villa Massoni, dal degrado alla rinascita: il Ministero della Cultura pronto all’acquisto
Beni culturali
di redazione
Il 15 ottobre 2025 Villa Massoni, storica dimora alle pendici del colle di Volpigliano, a Massa, andrà all’asta con una base fissata a 3,5 milioni di euro. Dichiarata dalla Soprintendenza bene di «Notevole importanza storico-artistica», la villa versa oggi in uno stato di grave abbandono, aggravato da atti vandalici e mancanza di manutenzione. Ma all’orizzonte si intravede una possibile svolta: secondo quanto dichiarato dall’onorevole di Fratelli d’Italia Alessandro Amorese, il Ministero della Cultura avrebbe espresso la volontà di procedere all’acquisto, aprendo la strada a una futura destinazione pubblica.

Villa Massoni, dal fasto al declino
La storia di Villa Massoni affonda le radici nella seconda metà del XVI secolo, quando fu costruita dal nobile genovese Giulio Pacero. Conosciuta anche come Villa di Volpigliano o Villa della Rocca, nel 1637 passò ai Cybo-Malaspina, duchi di Massa, che la trasformarono in residenza di rappresentanza con loggiati scenografici, giardini terrazzati e statue marmoree, opera dell’architetto carrarese Alessandro Bergamini. Nel tempo, la villa divenne luogo di feste e soggiorni cardinalizi, riflettendo l’influenza genovese e romana del casato.
Il Settecento segnò l’inizio della decadenza: molte statue furono vendute dal cardinale Cybo, alcune confluite perfino nelle collezioni vaticane e a Castel Gandolfo. Nel XIX secolo la villa conobbe una svolta con nuovi protagonisti: Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella di Napoleone, ne fece la sua dimora. Successivamente, passata in eredità alla famiglia Massoni, la Villa fu ampliata, lasciando l’impronta che ancora oggi caratterizza il complesso.
Durante la Seconda guerra mondiale ospitò il comando della Wehrmacht e nel dopoguerra ospitò anche Dorothy Shakespear, la moglie del poeta Ezra Pound – imprigionato dagli alleati a Pisa con l’accusa di tradimento -, amica di lunga data Giannina Massoni. Tra gli anni ’70 e ’90 del XX secolo la sezione locale del Partito Comunista Italiano la utilizzò per tenervi la Festa dell’Unità, sistemandone anche il parco.
Negli ultimi anni, al degrado materiale si sono aggiunte complesse vicende giudiziarie che hanno contribuito all’abbandono della villa, con un risvolto drammatico. L’1 novembre 2017, infatti, l’edificio fu posto sotto sequestro dai Carabinieri dopo l’omicidio avvenuto all’interno della cancellata, in seguito a una violenta lite tra i due eredi, Marco e Piero Casonato. Nel 2020 il sequestro venne revocato e la villa affidata a un custode giudiziario ma la residenza è rimasta comunque in stato di abbandono.

Una nuova stagione
La messa all’asta di ottobre rappresenta un passaggio decisivo. Fratelli d’Italia ha espresso l’auspicio di un ribasso della base d’asta per destinare risorse al restauro, invitando fondazioni e privati a collaborare per la riqualificazione del complesso. La destinazione futura della villa rimane aperta: centro culturale, spazio museale, luogo per attività espositive o sociali.
Per ora non resta che attendere la data del 15 ottobre, quando il destino della villa entrerà in una nuova fase. Se l’asta e l’intervento ministeriale andranno a buon fine, per Villa Massoni potrebbe aprirsi una stagione di rinascita, trasformando il degrado in un’occasione di riscatto culturale.














