22 ottobre 2013

Fino al 12.I.2014 Arturo Martini. Creature, il sogno della terracotta Palazzo Fava, Bologna

 
A Palazzo Fava è stata inaugurata la prima delle due grandi mostre dedicate al genio della scultura italiana del Novecento. Sedici opere che mettono in scena il “canto” di Arturo Martini -

di

L’artista trevigiano è il protagonista di due tra gli eventi più attesi della stagione: Arturo Martini. Creature, il sogno della terracotta (Palazzo Fava, Bologna, 22 settembre – 12 gennaio 2014) e Arturo Martini. Armonie, figure tra mito e rito (Museo Internazionale delle Ceramiche, Faenza, 13 ottobre – 30 marzo 2014). È una pièce in due atti. A Bologna, la Fondazione Cassa di Risparmio celebra l’artista sregolato, governato dall’enfasi creativa che si esprime di getto nelle splendide terrecotte realizzate tra il 1928 e il 1932 a Vado Ligure. 
Arturo Martini - La convalescente 1932
A Faenza, nelle sale del MIC si ripercorreranno i suoi ripensamenti, la sua voglia di armonia e finitezza formale, la sperimentazione dei diversi materiali, dalla prima opera conosciuta dell’artista (il Ritratto di Fanny Nado Martini, 1905, Museo Bailo, Treviso) fino agli esiti finali del suo lavoro. Tra le sale di Palazzo Fava, s’incontrano capolavori senza tempo come La Lupa (Anversa, Museo Middelheim), Il Cielo (Le stelle) (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), Attesa (La veglia) (collezione privata) e L’aviatore (collezione privata). In totale sono esposti, riuniti per la prima volta insieme, tredici dei diciotto pezzi unici che l’artista realizza a Vado Ligure (due, L’Annunciazione e La girl, sono andati distrutti e gli altri tre sono ritenuti inamovibili e intrasportabili), a cui si aggiungono tre terrecotte di piccolo formato, realizzate negli stessi anni e accostate alle altre per la loro rarità. Queste opere ci raccontano del periodo più intenso della vita lavorativa dell’artista, definito il “periodo del canto” per il forte lirismo riscontrabile nella sua produzione.
Modellate quasi all’istante, le “creature” di Martini occupano lo spazio in maniera precaria, delicate ed effimere, nonostante la consistenza del materiale con cui sono state realizzate: l’argilla refrattaria. Questa, di fatto, le rende resistenti anche a lunghe esposizioni all’aperto, come dimostra Il Cielo (Le stelle), conservata per molto tempo nel giardino della villa romana di Marcello Piacentini. Ogni “creatura” è una mise en scène che rivela la sua piccola storia. Ispirato dal cinematografo, l’artista come un regista narra la scena e la psicologia dei suoi personaggi attraverso i dettagli, dosando sapientemente le messe in evidenza e i nascondimenti dei particolari. Su tutte spicca la Madre folle, la prima delle grandi terrecotte eseguita dall’autore nel 1928 e alla cui acquisizione nel 2011 da parte della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna si deve l’incipit per la realizzazione della mostra. 
«Guardate e ascoltate queste opere», suggerisce la nipote dell’artista, Graziosa Bertagnin, riferendosi alla carica suggestiva di questi lavori, tra i più intimi realizzati dallo sculture veneto. Un’intimità messa in risalto anche dalle parole di Massimo Bontempelli, quando, in ricordo dell’amico scomparso l’anno prima, scrive «dal connubio tra lui e la terracotta è nato il Martini più germinale. (Martini pensa in terracotta come Fidia in marmo)». 
Leonardo Regano
mostra visitata il 22 settembre 2013
dal 22 settembre 2013 al 12 gennaio 2014
Arturo Martini. Creature, il sogno della terracotta
Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni
via Manzoni 2, 40121 Bologna
Orario: lunedì-giovedì ore 10-19, venerdì-domenica ore 10-21

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui