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“River Run”, il fiume scorre. Impetuoso e senza sosta, il suo flusso invade lo spazio, lo modifica, ne crea di nuovo o lo distrugge ad ogni suo passaggio. E proprio come lo scorrere di un corso d’acqua, le opere di Richard Nonas irrompono nello spazio della galleria P420, lo conquistano e lo percorrono nella sua interezza. Ci si trova così, d’un tratto, al centro di una mostra che è anche un’unica, grande installazione del maestro newyorkese. «I want to make a place», afferma l’artista in più occasioni parlando della sua ricerca e in “River Run” se ne coglie perfettamente il senso. Richard Nonas, classe 1936, ha una formazione da antropologo e il suo coinvolgimento nelle arti visive arriva tardi, superati i trent’anni. Come molti altri artisti della sua generazione, egli si orienta per una ricerca che predilige l’utilizzo di elementi naturali e primari. Siamo nel pieno degli anni Sessanta, anni in cui la scena artistica è dominata dalle espressività minimal e antiform.
Acciaio, granito, legno, piombo sono i materiali che sceglie. Nonas li raccoglie e li traduce in un insieme di segni minimali e geometrici che dissemina ad ogni suo passaggio. Difficile non cogliere le connessioni con l’opera di Carl Andre e Robert Morris, tra tutti. Ma anche quelle con i colleghi europei, come Merz o Richard Long. Ma a differenza di molti di loro, Nonas non si concentra sul singolo pezzo prodotto. Ogni suo intervento ha una forza segnica che si misura nell’insieme degli elementi esposti e nell’ambiente in cui essi sono inseriti. La definizione di site-specific, ricorre qui nella sua accezione più corretta. Ogni sua opera nasce in un contesto preciso, che l’artista/ricercatore studia e analizza in ogni dettaglio.
Nonas parla di “luogo” e lo differenzia nettamente dal concetto di “spazio”. Un retaggio della sua formazione da antropologo. L’uomo assegna nomi alle cose, stabilisce i confini, costruisce relazioni tra gli oggetti. In altre parole, la presenza umana rende uno spazio, concetto esclusivamente fisico, detentore di valenze simboliche ed emotive. Lo rende così “luogo”. Ed è esattamente su questo confine tra realtà naturale e cultura umana – tra spazio e luogo appunto – che si inserisce l’azione di Nonas. L’elemento naturale e il comportamento umano si condensano in un insieme ordinato di simboli, trattati dall’artista come moduli che si ripetono con ossessione e costanza nell’ambiente. Un’intersezione perpendicolare di linee che, nel suo replicarsi, si differenzia ogni volta solo per le dimensioni scelte e i materiali utilizzati dall’artista. Se ne apprezzano così le differenze e le sensazioni che i diversi elementi sono in grado di comunicare. In fondo è questa l’arte di Nonas, una creatività che scorre proprio come un fiume, restando uguale a se stessa e, allo stesso tempo, mutando in continuazione. Un’arte che condensa in sé vita ed energia, in perenne bilico tra quiete e movimento.
Leonardo Regano
mostra visitata il 24 novembre 2016
Dal 19 novembre – 14 gennaio 2017
Richard Nonas, River Run
P420
via Azzo Gardino, 9 40122 Bologna
Orari: da martedì a sabato 10.30–13.30 e 15–19.30
Info: info@p420.it / www.p420.it